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12. La morte di Gesù. Le preghiere della sera. "Consummatum est". "Pater, dimitte illis" (coloro che mi hanno fatto soffrire). "In manus tuas, Domine, ..."

dalla Via Crucis di Suor +
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Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
 
 
Di Admin (del 05/03/2010 @ 14:56:31, in Dina Mite 2008, linkato 866 volte)

A Gerasa la legione dei demoni ha chiesto a Gesù di poter entrare nei porci, e i porci si misero a correre all’impazzata per gettarsi nel lago (v. Mt 8, 28s; Lc 8, 26s). Oggi i demoni non chiedono neppure il permesso a Gesù di gettarsi nei porci, perché folle immense di peccatori si mettono volontariamente a sua disposizione e lo invocano in aiuto. Sono migliaia e migliaia di pornografi in tutte le aree dello spettacolo, televisione, rotocalchi, riviste, pubblicità che fanno gara ad accumulare quattrini con la tecnologia dello scandalo. Sono migliaia di figlie di Eva che amano farsi fotografare senza foglie di fico, sono migliaia di servi di Mammona impegnati in incassi enormi mediante la grande industria dello scandalo: pornografia, prostituzione, orge d’ogni tipo. Socialisti, comunisti, massonerie e rivoluzionari in genere si servono della pornografia e della malavita organizzata per i loro luridi interessi (v. I padrini della pornografia, Piano Maltusiano, ecc.).

Si sa che Gesù con gli scandalosi non è tenero: “Guai a colui per la cui opera avvengono gli scandali: meglio è per lui se gli legano una macina da mulino e lo gettano nel mare, anziché scandalizzare uno di questi piccoli” (Lc 17, 1s).

Queste frotte di scandalosi, posseduti da Satana, corrono senza dubbio all’impazzata verso l’abisso di fuoco eterno che è l’inferno. Non occorre che Lo credano: credere è necessario per non andarci, non per andarci.

I demoni che tormentavano l’indemoniato di Gerasa erano legione (Lc 8, 30), come dissero a Gesù. Tra questi demoni c’era anche Catramillo, chiamiamolo così per non lasciarlo anonimo come diciamo milite ignoto, pensando al catrame: il catrame è il residuato della decomposizione, è sporco nero, ha odore nauseante e dove si appiccica non si riesce a lavarlo col sapone: tutte qualità di base dei demoni che infestano i volgari scostumati. Uno spirito immondo, insomma, che ama insozzare. Tale è pure quello della parabola della stanza spazzata.

La stanza spazzata

La stanza vuota ci illumina su un altro fatto spiegato da Gesù stesso:“Quando lo spirito immondo è stato fatto uscire dall’uomo, si aggira per luoghi deserti in cerca di riposo, ma non lo trova. Allora dice: ‘Ritornerò nella mia casa da cui sono stato cacciato’, e tornato in essa la trova disabitata, pulita, e adorna. Allora va, conduce con sé altri sette spiriti peggiori di lui, ed entrati vi pongono dimora, in modo che la nuova condizione di quell’uomo diviene peggiore della prima” (Mt 12, 43s; Lc 11, 24s).

Il demonio può essere scacciato mediante l’esorcismo, e soprattutto mediante la confessione. Ma se l’uomo si accanisce a voltare le spalle a Dio, Dio lo rispetta, ma se ne va, e quell’anima rimane disabitata da Dio e addirittura pulita e adorna a disposizione dello spirito immondo e di altri spiriti peggiori di lui. San Macario ammonisce: “Guai all’anima disabitata da Cristo! E’ una nave senza timoniere, avvolta dalle tenebre in un mare agitato, sconquassata dagli spiriti maligni e destinata alla rovina” ( v. il magnifico sermone di San Macario, in Ubi Petrus).

E’ assai pericoloso vivere nel peccato! L’anima non abitata da Dio diventa facile dimora del demonio, il quale non può portare che guai. C’è ad esempio chi lamenta una disgrazia: “Perché questo incidente d’auto, questa caduta che ha rotto le ossa, questo bambino nato deforme, questo tradimento coniugale…?”. I mali possibili sono infiniti, e troppo spesso si bestemmia e si dice: “Dov’era Dio che ha voluto questo, che ha permesso questo?”. Dio ama l’uomo, lo rispetta, lo attende con pazienza alla conversione, non gode della morte del peccatore, ma che si converta e viva (Ez 18, 22), ma quando si dà adito al demonio, questi agisce da pari suo, da menzognero e omicida, non solo provocando dannazione e mali spirituali, che sono i peggiori, ma anche disgrazie terrene, che Dio permette perché il peccatore capisca e si converta, ma che il diavolo inasprisce istigando a bestemmiare, così che la condizione del peccatore diventa peggiore di prima.

“Sanate i malati”

Inviando gli Apostoli e i discepoli in missione, Gesù da’ sempre, come primo comando: “Nel mio nome scacciate i demoni”, aggiungendo poi “Guarite i malati e predicate il Vangelo” (v. Mt 10, 1s; Mc 3, 13s; 6, 7s; Lc 6, 13s; 9, 1s; 12, 31s; 10, 3s). Il modo più esteso e abituale di guarirci dalle malattie e da altri mali è quello di liberarci dal peccato e farci accogliere il Vangelo.

Pensiamo quanti mali sono diretta conseguenza del peccato. Quanti sono vittime della gola, che fa ingrassare, provoca scompensi cardiaci, scombina l’equilibrio ormonale, anticipa la morte! Osservavo come gran parte della gente è fisicamente sformata, e un bravo medico mi disse: “La gente oggi mangia troppo. Voi preti dovreste farvi promotori di una cultura diversa da quella seguita dalle masse: dovreste riportare alla sobrietà, cominciando col darne l’esempio voi stessi”.

I peccati prematrimoniali sono una pessima premessa alla nascita e all’armonia di una famiglia: con la facilità in cui molti fidanzati si concedono, si tradiscono nel matrimonio, divorziano, provocano malattie e scompensi nei figli. Alle Ghiaie di Bonate la Madonna, che si è presentata con Gesù Bambino e San Giuseppe come Regina della Famiglia, disse che molti bambini nascevano deformi per i peccati dei genitori.

Altrettanto si dica di tutti gli altri vizi e peccati: la lussuria, l’ira, l’alterigia, l’avarizia, l’invidia, l’accidia! Educandoci al dominio di sé, alla sobrietà, al rispetto, in una parola facendoci vivere il suo Vangelo, Gesù ci libera da una quantità enorme di malattie e di disgrazie provocate in noi da Satana mediante il peccato di ogni genere.

Data l’interdipendenza reciproca tra anima e corpo, i medici dovrebbero considerare l’influsso benefico della grazia di Dio sulla salute fisica e anche sulla bellezza del volto, mentre sono note le impronte indotte da passioni perverse e una esistenza disordinata. Il santo medico Giuseppe Moscati ai suoi ammalati dava spesso per cura una buona confessione. Una donna attribuisce la sua rara bellezza al fatto che non usa cosmetici e che ha il cuore colmo di amore per Dio e il prossimo. L’anima plasma il corpo dell’uomo.

 Satana non è bello

Satana è menzognero, è “padre della menzogna. Quando dice menzogne parla secondo la sua natura, perché in lui non c’è verità” (Gv 8, 44s). Ha ingannato i progenitori, e tutta la Scrittura documenta come egli è l’artista dell’inganno, e rende menzogneri coloro che lo servono. Trotzky ha dichiarato che il comunismo si è diffuso con “tonnellate di menzogne”. La rivoluzione francese, come tutte le altre che l’hanno seguita (russa, spagnola, cinese, vietnamita, ecc.), sono immancabilmente precedute e conservate da campagne di diffamazioni e falsità. Voltaire diceva: “Calunniate, calunniate: qualcosa resterà”.

La massoneria, gran loggia di Satana, domina la politica e si nasconde dietro istituzioni di beneficenze, e l’attuale gran maestro della massoneria italiana ha dichiarato, per consueto stile massonico, che la massoneria non c’entra con la politica, mentre si sa che il mondialismo politico è la sua ragione d’essere. Non a caso i promotori della rivoluzione sono specialisti della propaganda, e dove arrivano si impadroniscono dei media per sedurre i cervelli imbottendoli di falsità.

Satana è omicida (Gv 8, 44), e lo constatiamo in dimensioni massicce nelle rivoluzioni e guerre da lui suscitate, e nel martirio in atto molto più esteso che al tempo dell’impero romano: le vittime del comunismo, dell’Islam e di altre situazioni, non si contano più.

Da Robespierre a Lenin a Stalin fino ad oggi la rivoluzione inizia all’insegna del terrore: è il metodo più spiccio per soffocare reazioni e soggiogare i popoli. Quando Tito puntò alla conquista dell’Istria provocò il terrore delle foibe. Quando i partigiani comunisti tentarono di conquistare l’Appennino emiliano aggredirono d’improvviso con torture inaudite famiglie inermi. Il terrore fu programmato nei particolari per la conquista della Spagna (W. Carr, Pawns in the Game, cap. 15, ecc.).

Satana è ladro di anime da lui rapite a Dio, ma anche di beni terreni. Egli dirige gli affari dell’impero di Mammona facendo luccicare l’oro, e tramite il denaro ottiene che tutti, piccoli e grandi, ricchi e poveri, liberi e schiavi, si facciano un marchio sulla mano e sulla fronte, e che nessuno possa comprare o vendere se non chi ha il marchio, il nome della Bestia e la cifra del suo nome: 666 (Ap 13, 16s).

Napoleone col pretesto di estendere la rivoluzione in Italia si impadronì di una enorme quantità di tesori e opere d’arte, e dove arrivava requisiva decine di migliaia di cavalli e altro bestiame, col pretesto che la guerra doveva essere finanziata dalle nazioni da lui “liberate”. Stalin dagli orrori indicibili della guerra di Spagna fece arrivare su tre navi settemila casse d’oro (Carr, cit., cap. 14). L’Apocalisse lo definisce gran seduttore dell’orbe abitato (Ap 12, 9). L’arte della seduzione è da lui maneggiata con maestria sofisticata, data dalla sua intelligenza satanica e dall’esperienza plurimillenaria. Sa trasfigurare se stesso in angelo di luce (2 Cor 11, 14), trasfigura la mela ad Eva facendola sembrare buona da mangiare, piacevole a vedersi e appetibile per acquistare conoscenza (Gn 3, 5), ed esercita un potere trasfigurante su ogni aspetto del peccato. Quanti fidanzati, invece di pregare Dio per una scelta che impegna la vita, sono sedotti dalle sirene della bellezza e pagano la propria stoltezza con matrimoni d’inferno!

La sua presenza oggi si rivela tale con una evidenza che impressiona, cominciando dalle università, le prestigiose cattedrali della stoltezza laica ostile alla Prima Verità, fino agli ambienti politici, sindacali, commerciali. Tutto nei loro incontri si svolge nella normalità, senza accorgersi che l’ispiratore sublime della mentalità di base e di molte iniziative è Satana, il principe di questo mondo, il quale oggi giunge perfino a farsi adorare come dio nelle messe nere, a mettere il proprio timbro simbolico sui centri mondialisti dell’informatica (il grande computer mondialista è chiamato La Bestia, e ha per chiave di apertura il simbolo 666).

Come principe di questo mondo (Gv 12, 31) si insedia nei centri del potere per esercitare più agevolmente il suo influsso malefico, e ha avuto perfino l’ardire di tentare Gesù mostrandogli i regni del mondo: “Lo trasportò sopra un monte altissimo, e mostratigli tutti i regni del mondo e la magnificenza loro, gli disse: ‘Tutte queste cose ti darò se prostrato mi adorerai’” (Mt 4, 8s).

E’ il programma del mondialismo massonico, che induce i capi degli stati a chiedere a Satana un aumento di potere per giungere presto al dominio planetario. La terza guerra mondiale è già decisa: si attende solo l’occasione per accenderla, e questo avverrà come un lampo.

Criteri di discernimento

 La Scrittura ci istruisce sui suoi metodi di seduzione, e Gesù ci ha dettato il principio fondamentale del discernimento: dai frutti si giudica l’albero (v. Mt 7, 16). Sant’Ignazio, maestro del discernimento spirituale, commenta che Satana lo si ravvisa nella sua coda serpentina, ossia negli effetti malefici che lascia nell’anima e anche nel corpo.

Stupisce il vedere come le masse, che hanno ancora negli occhi il ricordo dei mali immensi provocati da guerre, rivoluzioni e sconvolgimenti della natura, vengano sedotte così supinamente dai maestri della menzogna.

Il demonio fin dalle origini dell’uomo è riuscito perfino a persuadere i popoli a offrirgli sacrifici umani, praticati in tutto il mondo antico, e di cui restano testimonianze nei tofet di Sulcis in Sardegna, nelle piramidi azteche e in tanti altri reperti, orridi sacrifici riattivati dai satanismi di oggi, e sarebbe un guaio enorme per noi se Gesù stesso non ci avesse aperto gli occhi con la sua parola evangelica.

Dobbiamo tuttavia tener presente che il possesso peggiore di Satana non è tanto la possessione, subita anche da santi, ma lo stato di peccato, che conduce all’inferno per l’eternità. Gesù ci avverte: “Non temete coloro che uccidono il corpo, ma piuttosto colui che può gettare anima e corpo nella Geenna” (Mt 10, 28).

“Chi fa il peccato è schiavo del peccato”(Gv 8, 34), e solo Gesù, che interviene come più forte di Satana (v. Lc 11, 22s ), può disarmarlo e liberarci.

Ecco le regole di discernimento sull’azione demoniaca.

Come discernere

L’azione di Dio in noi si svolge nella parte più forte di noi stessi, che è lo spirito, e se Dio vuol ottenere qualcosa da noi, illumina la nostra intelligenza e dissipa gli intralci alla volontà; Satana invece fa leva sui lati deboli dell’uomo: la sensibilità, la fantasia, l’emotività, la stanchezza. Tenta Gesù nel momento in cui è sfinito dal digiuno nel deserto: “Di’ che queste pietre diventino pane” (v. Mt 4, 3s ).

Gesù ci avverte: Vegliate e pregate, per non cadere nella tentazione, perché lo spirito è pronto, ma la carne è debole (Mt 26, 41).

Per farci cadere, Satana agisce come un condottiero che esplora una fortezza per cercarvi i lati più vulnerabili: c’è chi è più fragile per l’ira o l’impurità, l’accidia, l’invidia. L’Apostolo ci avverte che circuisce come un leone ruggente cercando chi divorare, ed esorta di difenderci con l’arma della fede (1 Pt 5, 8).

Satana seduce mediante la confusione, come la seppia che si nasconde dietro una cortina fumogena. La dottrina evangelica è limpida, ma il buon seme viene soffocato dalle gramigne della mentalità mondana in cui viviamo. Il sottofondo culturale mondano condiziona profondamente la nostra mentalità: è la zizzania che soffoca il buon grano. L’azione di Dio in noi è segnata da semplicità e chiarezza, le dottrine del nemico appaiono sofisticate, verbose, complicate.

Dio, che è Verità, propone cose serie e consistenti, Satana cose false: si trasfigura in angelo di luce. La sua vastissima seduzione delle intelligenze è documentata dal fatto che raggira l’intelligenza degli intelligenti in modo che essi, per un po’ di effimera gloria mondana, giochino l’eternità.

“E’ proprio dell’angelo cattivo, che si trasforma in angelo di luce, insinuarsi con pensieri conformi all’anima giusta, e poi a poco a poco trascinarla nei suoi inganni occulti e intenzioni perverse. Dobbiamo molto osservare il corso dei pensieri, se l’inizio, il mezzo e il termine è tutto buono e tende pienamente al bene. Se il corso dei pensieri termina in qualche cosa cattiva o meno buona, e infiacchisce e turba l’anima, è chiaro che procedono dal cattivo spirito” (S. Ignazio, Esercizi 333).

La sua forza è la debolezza dell’uomo. Satana è un cane legato, che non può nulla se non lo si avvicina in modo avventato, e non entra nelle cose del mondo se non mediante l’uomo. Se l’uomo è spiritualmente forte e lo respinge, se ne va, altrimenti “non c’è bestia tanto feroce quando il nemico dell’umana natura nel proseguire il suo maledetto disegno” (S. Ignazio, Esercizi 325).

“Si comporta come un falso amante che vuole rimanere occulto e non venire scoperto…Vuole che le sue suggestioni siano tenute in segreto, ma quando l’anima le scopre a un buon confessore, gli dispiace assai”, perché prevede di non potere raggiungere il suo intento malvagio (S. Ignazio, Esercizi 326). Per irretire le anime nei suoi intenti, il demonio diffama la Chiesa e i suoi sacerdoti in modo che gli ignoranti non vengano istruiti e i peccatori non si accostino ai sacramenti della salvezza, non sappiano perché vivono, non pensino alla sorte eterna, vivano nell’ignoranza e nel peccato.

Dai frutti si giudica l’albero. E’ bene tener presente l’istruzione dell’Apostolo sui frutti dello spirito e i frutti della carne, che è il terreno preferito da Satana per i suoi intenti malvagi. “Procedete secondo lo spirito e non appagherete le voglie della carne, perché la carne ha voglie contrarie a quelle dello spirito e lo spirito a quelle della carne: c’è opposizione radicale tra loro, affinché non facciate ciò che volete.

Opere della carne sono fornicazione, impurità, libertinaggio, idolatria, malefizi, inimicizie, contese, gelosie, ire, caparbietà, discordie, fazioni, invidie, ubriachezze, orge e cose simili a queste, che chi le commette, come già vi ho avvertito, non parteciperà al regno di Dio.

Frutto invece dello spirito è carità, gioia, pace, pazienza, affabilità, bontà, fedeltà, dolcezza, temperanza…Coloro che appartengono a Cristo hanno crocifisso la carne con le sue passioni e le sue voglie. Se viviamo secondo lo spirito, seguiamo come norma lo spirito” (v. Gal 5, 16s).

Non dimentichiamo quindi l’ammonimento dell’Apostolo: “Rivestitevi dell’armatura di Dio per poter resistere agli assalti del diavolo, poiché non abbiamo da lottare contro la carne e il sangue soltanto. La nostra lotta si svolge contro i principati e le potestà, contro i dominatori di questo mondo tenebroso, contro gli spiriti maligni sparsi nell’aria. Prendete dunque l’armatura di Dio così che possiate tener fronte nel giorno cattivo, e dopo aver messo tutto in opera restare saldi in piedi… Impugnate lo scudo della fede, col quale potete estinguere i dardi infuocati del maligno. Prendete l’elmo della salvezza e la spada dello Spirito, che è la Parola di Dio” (Ef 6, 10s).

Ma come difendersi da Satana, se contro tutte le affermazioni della Scrittura lo si considera solo come mitizzazione del male? L’astuzia peggiore di Satana è di far credere che egli non esista. E tuttavia molti si rivolgono a lui ricorrendo a ogni specie di maghi e fattucchieri che realizzano il detto evangelico: “La condizione dell’uomo diventa peggiore”.

Il ricorso all’esoterismo di maghi e simili è oggi un’epidemia sociale. Se ne fa pubblicità in tutta l’area dei media, televisione, internet, rotocalchi, ecc.: basta aprire un elenco telefonico per averne foto e recapiti. E’ un mondo di affari gestiti da Satana, il quale può dare all’inizio un contentino, ma seguito ben presto da mali di cui persone e famiglie fanno grande fatica a liberarsi. Neppure l’esorcismo ha efficacia se non ci si converte ricorrendo al sacramento della confessione.

La Scrittura non dice invano: “Non deve trovarsi in te chi pratica la divinazione, il sortilegio, l’augurio, la magia, chi fa incantesimi, chi consulta uno spirito o l’indovino, chi interroga i morti. Poiché è in abominio presso Dio chi pratica cose simili” (Dt 18, 10s).

 
Di Admin (del 05/03/2010 @ 12:04:28, in Dina Mite 2008, linkato 767 volte)

NON SEI CATTOLICO

- se non partecipi abitualmente con devozione alla celebrazione della santa Messa domenicale e festiva;

- se non professi che nella santa Eucaristia è presente veramente, realmente e sostanzialmente, il corpo, il sangue, l'anima, la divinità di Gesù Cristo;

- se non ammetti che puoi commettere peccato mortale trasgredendo gravemente la legge di Dio, restando privo della sua grazia;

- se non credi che per riacquistare lo stato di grazia sia necessario confessare tutti e singoli i peccati gravi ad un sacerdote in segreto e riceverne personalmente l'assoluzione;

- se pensi che, pur riconoscendoti in stato di peccato mortale, sia possibile accostarti alla santa comunione eucaristica senza prima confessarti;

- se non accedi al sacramento della penitenza o confessione, chiedendo personalmente e in segreto l'assoluzione del sacerdote, almeno una volta all'anno;

- se non ti accosti per ricevere la santa comunione eucaristica in stato di grazia almeno nel periodo pasquale;

- se non ti impegni seriamente ad osservare tutti e singoli i comandamenti della legge di Dio e i precetti della Chiesa;

- se non confessi tutte e singole le verità contenute nel catechismo della Chiesa cattolica.

Se non sei cattolico puoi diventarlo! È una somma grazia;

è una immensa felicità

 Andrea Gemma,

Vescovo di Isernia-Venafro.

 
Di Admin (del 05/03/2010 @ 11:50:30, in Dina Mite 2008, linkato 1034 volte)

 “Sia che viviamo sia che moriamo siamo del Signore” (Rm 14, 8).

Questa espressione di san Paolo ci porta alle radici della nostra fede cristiana. Siamo del Signore: è un’appartenenza legata al nostro essere, un diritto inalienabile di Dio, e un mio dovere ineludibile di riconoscerlo. Sono da Dio, quindi sono di Dio e sono per Dio.

Siamo di Dio perché da Lui creati e da Lui redenti. Creazione e Redenzione sono i due cardini della nostra Fede.

Creazione

“Io mi sono trovato fatto”. La mia esperienza fondamentale è questa: non io ho acceso la mia luce, me la sono trovata accesa. Come sia avvenuto è per me mistero, come rimane mistero ciò che io sono.

Percepisco di avere un corpo, ma non sono in grado di far spuntare un capello sul mio capo, e la natura del corpo mi sfugge. Migliaia di scienziati sono impegnati a scoprire i segreti dell’occhio, degli orecchi, della circolazione del sangue, dei battiti del cuore, e mi dicono meraviglie, ma rimane sempre molto da scoprire.

Ho coscienza di me stesso. Ho un’anima spirituale. Come sia spuntata questa autocoscienza, come sia fatta non lo so: la sua radice mi è del tutto ignota. Eppure ragiono, e la luce della ragione mi porta a distinguere le cose, a intuirne le essenze, a distinguere il bene dal male.

Anche l’anima, così misteriosa, mi conferma la mia dipendenza da un Altro. I genitori mi hanno trasmesso la vita, ma sono nelle mie stesse condizioni di impotenza a spiegarmi il mistero di me stesso. Il filo diretto è con un Altro, che tiene il segreto della mia entrata nella vita.

La Scrittura mi rivela: “Dio creò l’uomo a sua immagine, a immagine di Dio lo creò” (Gn 1, 27). Questa affermazione è il fondamento della dignità dell’uomo: anche un re nasce con una dignità infinitamente superiore alle sue attribuzioni regali.

L’immagine di Dio che porto in me stesso è l’anima spirituale che mi rende autocosciente e libero, e in cui si rispecchia il pensiero di Dio, il suo disegno su di me e sul mondo che mi circonda, la sua Verità. Questa Immagine è impressa dal Verbo, che è la Luce che illumina ogni uomo che viene in questo mondo (Gv 1, 9), come fondamento di tutta la razionalità di quanto esiste. Questa immagine mi guida, orienta le mie opzioni e azioni nella direzione giusta, mi giudica.

Quindi l’uomo in quanto uomo ha già in se stesso il corredo dei suoi orientamenti razionali e anche il criterio per distinguere il bene dal male. La Rivelazione di Dio all’umanità, contenuta nella Scrittura, non è che l’esplicitazione e la conferma di quanto questa immagine contiene. Per questo il giudizio di Dio su coloro che non hanno il dono della Fede non è che la conferma del giudizio dell’uomo sulle proprie azioni. Il primo Vangelo, la prima Rivelazione è nell’atto creativo che ci apre alla vita. Per questo ogni peccato è inescusabile: “Fin dalla creazione del mondo, infatti, gli attributi invisibili di Dio, come la sua eterna potenza e la sua divinità, con la riflessione della mente sulle cose create si ravvisano”. Perciò gli atei “sono inescusabili, perché pur conoscendo Dio non lo hanno onorato come Dio né gli hanno reso grazie, ma vaneggiarono nei loro pensieri e la loro mente divenne ottusa” (Rm , 20s; si veda anche Sap 13, 1s ).

La Creazione rivela un progetto unitario. Il cosmo è uscito da un unico lampo della Mente di Dio: nel “Fiat lux” erano contenuti tutti i suoi potenziali sviluppi: del cosmo materiale, dall’energia luminosa ai colossali laboratori dell’atomo che sono le galassie stellari, alla clorofilla, alle cellule animali e al corpo dell’uomo. Gli Angeli, puri spiriti, e l’anima umana sono creati da un intervento tutto speciale dell’Onnipotenza divina. Tutto il cosmo si armonizza in una unità razionale in cui gli elementi sono correlativi: se la luce corresse a un chilometro in più o in meno, se l’acqua non gelasse a zero gradi, se la forza di gravitazione fosse lievemente diversa, il mondo attuale non sarebbe possibile. Una incrinatura pur minima dei rapporti molecolari renderebbe impossibile la fotosintesi, come ogni altro processo vitale. Nella Creazione c’è quindi l’Ordine, la Legge per il retto orientamento della vita, sia fisica che spirituale e morale.

E c’è anche il giudizio sul male, perché il peccato entra nel mondo come conseguenza della natura libera dell’uomo. Ed ecco che l’uomo pecca, e nel peccato ha una vaga percezione della morte: “Per peccatum mors” (Rm 5, 12).

Il disegno di Dio, la sua volontà sono norme di sussistenza e di vita. I suoi comandamenti, incentrati nell’amore, sono la norma inderogabile della mia vita morale, e l’uso della libertà deve tener d’occhio questa verità: “Nella tua voluntade è nostra pace” (Dante), mentre fuori di questa volontà c’è disordine e morte. Si comprende allora lo scompenso interiore e sociale del peccato, che diventa germe cancerogeno per il peccatore e il suo ambiente.

Redenzione

Il secondo perno della dottrina cristiana è la Redenzione: creati e redenti, ossia ricomprati, ricuperati dal sangue di Cristo.

La Creazione non ha incontrato ostacoli all’onnipotenza di Dio. “Dio disse:‘Sia fatta la luce’. E luce fu” (Gn 1, 1s). La Redenzione invece trova l’ostacolo nella volontà libera dell’uomo. Se Dio togliesse la libertà, l’uomo non sarebbe più uomo, e Dio non può rinnegare se stesso. Occorreva rigirare l’ostacolo e salvare l’uomo mediante la sua libertà. La Redenzione doveva contare su questa componente umana, e Dio trovò il modo mirabile di salvare l’uomo mediante l’Incarnazione del Verbo: il Figlio di Dio fatto Figlio dell’Uomo avrebbe riparato l’onta fatta a Dio con il peccato, offrendosi come vittima di espiazione per i peccati del mondo e come nostro esemplare per giungere a Dio.

Questo atto avrebbe potuto essere un semplice inchino, ma è mistero insondabile che Dio ha assunto su di Sé la sofferenza, e quale sofferenza! Giustamente la Chiesa proclama: “Deus qui humanae substantiae dignitatem mirabiliter condidisti e mirabilius reformasti: hai creato in modo meraviglioso, e hai riformato in modo ancor più meraviglioso” (off. della Messa preconciliare); e anche: “O felix culpa quae tantum meruisti habere Redemptorem!: colpa felice per così grande Redentore!”.

La misericordia infinita di Dio è però incompatibile col peccato: se Dio perdonasse coprendo il peccato - come dice Lutero - sarebbe in contraddizione con se stesso, perché fascerebbe la piaga senza guarire il cancro. Dio perdona convertendo, ossia riportando il cuore dell’uomo nel suo ordine. La Scrittura usa espressioni cancellare la colpa, creare un cuore puro, rinascere dall’Alto, rendere bianco come la neve, gettare i peccati in fondo al mare, ecc.

La Redenzione comporta tutti i mezzi messi in atto dalla divina Misericordia per riportarci alla santità originaria e alla salvezza eterna:

l. La Rivelazione con la quale Dio interviene nella storia per aiutarci a restaurare la Verità perduta. Satana, gran Seduttore dell’0rbe abitato (Ap 12, 9), fin dalla seduzione di Eva esercita, Dio permettendo, una seduzione enorme sull’intelletto umano. La storia delle religioni documenta fino a che punto è stato falsato il concetto di Dio e anche dell’uomo e il senso globale dell’esistenza. Ne abbiamo un esempio drammatico nel sacrificio umano diffuso in tutto il mondo antico sotto pretesto religioso. Le religioni attuali manifestano lo smarrimento del vero concetto di Dio nella storia umana, e non si parli tanto di semi di verità nascosti nei vari terreni religiosi, quanto piuttosto della urgenza di riportare i popoli al vero culto di Dio. Si rifletta che anche le azioni buone e le nozioni promosse dalle religioni non sono mai sante, ma sono viziate in radice dalle motivazioni errate che le ispirano. Che vale l’elemosina se offerta per un falso concetto di Dio e dell’uomo?

I profeti dell’Antica Alleanza si susseguivano a riportare Israele al culto vero di Dio, ossia a ricondurre il cuore dell’uomo nella Verità.

2. L’Incarnazione del Verbo. E’ l’occhio del progetto salvifico di Dio. Assumendo la natura di uomo, il Figlio di Dio ripara l’offesa fatta al Padre e ripara la natura umana con un amore salvifico che va ben oltre la misura della pura giustizia. La sua Passione e Morte in Croce ci danno dell’amore divino una misura che trascende ogni nostra comprensione.

“Quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a Me” ha detto Gesù. La Croce è la celeste calamita che unifica l’umanità redenta, nella quale Gesù si insedia come Buon Pastore che riunisce il gregge disperso per ricuperarlo a Dio.

3. La Chiesa, sacramento visibile dell’unità salvifica (LG 9d,). Gesù ha fondato la Chiesa come sua continuità sino alla fine dei tempi, e in essa si è insediato come Buon Pastore che la nutre alla duplice mensa della Parola e dell’Eucaristia, facendo di essa il suo Corpo Mistico.

Nel pensare la Chiesa non si può trascurare la sua indole redentrice, emanante dal Crocifisso. L’aspetto conviviale si compie solo in modo imperfetto sulla terra: è essenza del Paradiso. La gloria di Cristo è la sua Croce!

La Chiesa è Gesù Eucaristia. E’ Lui che l’ha fondata sulla roccia di Pietro affidandogli lo scrigno incorruttibile della Verità con il carisma dell’infallibilità in materia di Fede e di Morale (Potestas Docendi), il primato di Pastore universale (Potestas Regendi), il potere di legiferare in materia sacramentale (Potestas Sanctificandi).

E’ Gesù stesso che nutre la sua Sposa alla duplice mensa del Vangelo e del Pane di Vita.

E’ Lui il Buon Pastore che guida la Chiesa e la sostiene sino alla fine dei tempi per introdurla nella Gerusalemme celeste: “Le porte dell’inferno non prevarranno contro di essa… Ed ecco che Io sono con voi sino alle fine dei tempi”. La Chiesa, e solo la Chiesa una, santa, cattolica, apostolica, è dotata di tutti i mezzi per redimere l’umanità e riportarla a Dio.

Gesù ha pregato “Che tutti siano Uno come tu Padre in Me e Io in Te”. Smembrando l’unica vera Chiesa fondata da Gesù, i fratelli separati hanno smembrato la Verità e la Carità. Essi si appellano alla parola di Dio, ma il Vangelo è contro di loro, perché essi rinnegano ciò che del Vangelo è il dono più alto, indispensabile alla sussistenza della Chiesa: la Presenza Reale di Gesù nell’Eucaristia. Come i discepoli di Cafarnao, essi hanno voltato le spalle a Gesù per il suo discorso sul Pane di Vita, svuotando le loro chiese dalla presenza viva di Cristo. Un ecumenismo di unità nelle diversità che li lasci come sono è contro il disegno salvifico di Cristo, che vuole la conversione dei dissidenti alla vera Fede.

Dina Mite

Tutto è pesato da Dio!

“La Sapienza eterna di Dio ha previsto fin dal principio la Croce che Egli ti invia dal profondo del suo Cuore come un dono prezioso.

Prima di inviartela Egli l’ha contemplata con i suoi occhi onniscienti, l’ha meditata con il suo intelletto, l’ha esaminata al lume della sua sapiente giustizia. E le ha dato calore stringendola tra le sue braccia amorose.

L’ha soppesata con ambo le mani se mai non fosse di un millimetro troppo grande o di un milligrammo troppo greve. "

San Francesco di Sales

 
Di Admin (del 03/03/2010 @ 14:05:22, in Dina Mite 2008, linkato 902 volte)

 Oggi viviamo in un clima di buonismo. Vediamo come cade la distinzione tra il bene e il male, il male viene perfino esaltato, propagato alla TV come l’aborto, il divorzio, l’eutanasia, la pornografia, dando risalto ai delinquenti, aggredendo la Chiesa e i suoi santi, diffondendo altre religioni e perfino il culto di Satana.

 Il buonismo, divulgato anche da preti che dicono che l’inferno non esiste, o se esiste è vuoto, giunge a farci pensare che Dio è buono, perdona tutto, chiude un occhio su tutto, anzi non ha più occhi, non esiste più. Poi ci si lamenta che egli non interviene a impedire le alluvioni, i terremoti, le ingiustizie umane. Non ha detto un parroco per il terremoto: “E Dio dove era?”.

Quando sentiamo dire che Dio è buono, dobbiamo pensare che Dio è buono sul serio, fino in fondo, e il male non può vederlo, non lo vuole nel modo più assoluto. Egli vuole che nel mondo l’uomo eserciti la sua libertà, e la rispetta al punto che se uno vuol bestemmiarlo per tutta l’eternità lo lascia libero di farlo. L’inferno è la prova suprema che Dio rispetta la libertà umana.

 Ma Dio è buono ed è talmente giusto, che ci ha garantito un luogo dove il male non può entrare e non entrerà mai: il Paradiso. Prima di entrarvi, però, bisogna pagare le pene fino all’ultimo spicciolo: è il Purgatorio, che fa passare ogni peccato veniale attraverso il fuoco.

Dio è talmente giusto che ha creato il Paradiso, il purgatorio e anche l’inferno. Non dimentichiamo queste realtà che ci toccano in persona come novissimi, ossia cose ultime che chiudono la nostra vita.

Gesù è talmente buono, che il male non può volerlo nel modo più assoluto. Pensiamo a ciò che ci ha detto: “Dovrete rendere conto di ogni parola oziosa che avete detto”. “Se uno dice al suo fratello stupido, passerà attraverso il fuoco”. “Se uno scandalizza un piccolo, è meglio per lui che gli sia legata una macina al collo e sia gettato in mare”: è meglio che sia ucciso, perché avrà il peggio.

Vi è stato detto “Occhio per occhio e dente per dente, ma io vi dico guai se non perdonerete: neppure il Padre vi perdonerà”.

Perdona non sette volte, ma settanta volte sette: però non perdona chi non si pente. Non può, perché fascerebbe la piaga senza togliere il cancro. Perdona convertendo. Dà la grazia di pentirsi.

Gesù non è buonista, è giusto: il suo parlare è sì sì, no no, il di più è dal maligno. Simeone lo presenta come segno di contraddizione che sarà salvezza ma anche rovina di molti. Giovanni lo annunzia come uno che tiene il setaccio per separare il grano dalla pula.

Quindi Dio è buono perché è giusto, non confonde il bene col male, ma ci aiuta a distinguere, a purificare il cuore. E il male lo castiga, anche in questa vita: certe malattie, certi incidenti, certi colpi di frusta Dio li manda perché l’uomo capisca e si corregga. La Scrittura parla di padre che ama il figlio e lo corregge.

Lo vediamo nelle letture di oggi: cosa dice ai sacerdoti? Fa complimenti?

E ai farisei?

Non vuole maschere, non ammette sovrastrutture: vuole la verità, perché Lui è la Verità.

 
Di Admin (del 02/03/2010 @ 17:27:26, in Dina Mite 2008, linkato 843 volte)

Abominatio desolationis (Dn 9, 27) “…fino ad assidersi al posto di Dio”

“Nessuno vi inganni in alcun modo. Bisogna che prima venga la defezione e che si manifesti l’uomo dell’empietà, il figlio della perdizione, l’avversario, che si innalza al di sopra di quanto è chiamato Dio o è oggetto di venerazione, fino ad assidersi nel tempio di Dio, proclamando di essere Dio lui stesso” (2 Ts 2, 3s).

E non ci siamo?

Non parliamo di ateismo, che pretende di divinizzare l’uomo al posto di Dio. Parliamo di ciò che avviene all’interno della Chiesa.

Si sa che il modernismo, o progressismo, è sostanzialmente un ateismo larvato: lo si vede nelle sue origini protestanti e nel suo sbocco storico attuale. E’ partito dalla negazione del Vangelo, si è incanalato nei meandri della contestazione ecclesiale, si è infine alleato e confuso con la massoneria e il comunismo che ne alimentano la linfa.

Appare inoltre sempre più evidente che la riforma liturgica, con l’emarginazione dei tabernacoli, la riduzione del Sacrificio a mensa comunitaria, le molte spensieratezze nel trattamento dell’Eucaristia tendenti a dissolvere la fede nella Presenza Reale, si è snodata in piena sintonia con il modernismo, di cui è il frutto maturo.

Che vediamo oggi nelle nostre chiese? Il tabernacolo emarginato e il celebrante al suo posto, l’uomo assiso al posto di Dio nel centro della celebrazione liturgica, tolto di mezzo il Santo dei Santi, e al suo posto povere nullità, dall’intelletto ottuso che non avvertono la portata del sacrilegio compiuto, e forse mostri di apostasia che vogliono proporsi sacrilegamente al posto del Dio vivo.

La Scrittura prosegue: ”Il mistero dell’empietà sta già vigorosamente operando, in attesa soltanto che sia tolto di mezzo chi pone ostacolo. Allora si manifesterà l’empio, che il Signore Gesù distruggerà col soffio della sua bocca e annienterà con il fulgore della sua venuta; quell’empio la cui venuta, in forza dell’influsso di Satana, sarà accompagnata da ogni genere di portenti, di prodigi e di prestigi menzogneri, e da ogni sorta di inique seduzioni su coloro che si perdono per non avere accolto l’amore della Verità che li avrebbe salvati. Perciò Dio manda loro una potenza seduttrice, così che credano alla menzogna, e siano condannati…” (2Ts 2, 7s)

DINA MITE.

 
Di Admin (del 25/02/2010 @ 10:57:14, in Dina Mite 2008, linkato 913 volte)

“E Adamo si vide nudo…” La più profonda tragedia di questa ora è la perdita della Verità. L’uomo d’oggi si trova nudo di fronte ai principi fondamentali dell’essere. Privo di riferimenti metafisici. E’ stata la vittoria del relativismo assoluto sulla falsa cultura attuale.

Il relativismo assoluto è, nel suo stesso porsi, inconsistente, perché nega se stesso: se infatti il relativismo è assoluto, anche il relativismo è relativo, quindi inconsistente. Il relativismo deve per forza porsi una base, e questa base è l’individuo umano come ultimo criterio di verità, quindi ognuno ha la sua verità, la quale può essere in contrasto con le verità altrui. “La verità me la faccio io come meglio mi comoda”, ma questo significa che una verità elide l’altra, e non è più possibile alcun accordo tra i mortali. Si corre allora al riparo con verità statistiche di questo tipo: “E’ vero ciò che è maggiormente condiviso”.

E’ il fondamento della legislazione europea, che elabora le leggi in base al sentimento dei più, ma se questi più sono nel falso, siamo ancora daccapo. E’ il fondamento delle democrazie, basate non su una Verità oggettiva, ma sulla forza cieca dei numeri. Se una società è fatta di santi, questi legiferano il meglio, ma se vi prevalgono i delinquenti, le leggi escono su loro misura. Poniamo il caso concreto dell’aborto: se la maggioranza è corrotta, l’aborto sarà proposto come conquista sociale. Il relativismo ha un aspetto positivo, che ogni società ha quello che si merita, in bene o in male, perché Dio ha posto questo ineludibile assioma: ciascuno è premio o castigo a se stesso.

E non si scappa da un castigo peggiore dell’inferno, perché l’essere dannati in se stessi è peggio che patirne la pena. Premio o castigo dell’uomo è quello che l’uomo è, quale si costruisce giorno per giorno con i propri pensieri, desideri, azioni. La società attuale è quindi destinata allo sbando. Finché non ritrova le proprie radici nella Verità, ci sarà sempre qualcuno che dirà: “Usiamo le atomiche per prevalere su chi potrebbe usarle contro di noi”.

Quando si perde la Verità, tutto è possibile: ci sarà sempre un figlio che giudicherà ragionevole uccidere il padre o la madre che gli danno fastidio. Ci sarà sempre un popolo che ricorrerà a Massinissa per giustificare i propri pruriti di guerra. Ci sarà sempre una madre che troverà buone ragioni per trucidare il proprio bambino. Senza una Verità che sia al di sopra di tutte le coincidenze, tutto è possibile, e tutto sbocca nell’inferno. L’inferno è il luogo dove si è spenta la Verità.

Il Salmista si domanda: “Quando le fondamenta sono scosse, che cosa può fare il giusto?” ( ). La Chiesa stessa subisce gli influssi di questa situazione ibrida entrando in uno stato di ovattazione che snerva il suo vigore. La Rivoluzione Francese ha trovato un episcopato solido nei suoi principi che si è rifiutato di accettare la costituzione civile del clero a costo del martirio di molti vescovi e sacerdoti.

Oggi non è così. Un cardinale ha consentito a un fatto assai più grave, accettando l’incontro ecumenico tra cattolici, dissidenti e pagani come se le false divinità potessero convivere nello stesso tempio dell’unico vero Dio. Si è trattato decisamente di un peccato di idolatria. Eppure questo Vescovo aveva insegnato per decenni teologia morale in seminario e sapeva benissimo che in nessun modo si deve ammettere un male in vista di un bene (principio del duplice effetto, v. Jone, 14).

E il clima degli incontri di Assisi ove si commettono peccati gravissimi di idolatria, che facevano infuriare Jahvé contro gli ebrei fino a provocare le grandi deportazioni, assira, babilonese e romana. L’ecumenismo sinarchico è la manifestazione più vistosa del relativismo, ma lo smarrimento metafisico infesta altre aree della vita ecclesiale, come l’esegesi, la liturgia, la morale, e si identifica col modernismo. Questo brutto regalo ereditato da migliaia di pensatori fuori della Verità, come possiamo toccare con mano nelle enciclopedie filosofiche dove un errore caccia l’altro, si annida in alcuni settori di privilegio, quali la scienza, la storia, l’economia. La storia.

Gli ebrei, ad esempio, non gradiscono che si insegni che prima ancora della rivoluzione francese molti disordini tra i popoli segnano la loro ascesa verso il dominio mondiale dei popoli. Oggi appare chiarissimo, da una lettura retrospettiva dei fatti, che con la creazione della massoneria le guerre e le rivoluzioni si sono sviluppate su loro iniziativa. Grazie all’acume di ricercatori avveduti e di molti documenti venuti alla luce è oggi possibile ricostruire la storia di questi ultimi secoli rilevando la funzione determinante esercitata dall’ebraismo anticristiano sugli avvenimenti che hanno cambiato il volto all’intero pianeta.

La rivoluzione francese è stato un passo molto importante nel cambiamento degli assetti politici dell’Europa. Essa è stata resa possibile dal piano elaborato a Francoforte dall’ebreo Rotschild e dagli Illuminati di Baviera che si insinuarono nelle logge francesi per dirigerle ai loro piani. Ma prima ancora emerge la figura di che riuscì a portare la piazzaforte egli affari ebraici nel cuore di Londra, instaurando il connubio tra ebraismo e corona inglese.

Non è difficile ricostruire, con documenti alla mano, l’invasione ebraica nell’Europa cristiana, mediante il grimaldello così bene maneggiato della massoneria. L’Europa uscita dalla prima guerra mondiale corrisponde esattamente con le dichiarazioni del gran maestro della massoneria inglese lord Palmerston, che nel 1848 sul giornale Globe delineava il futuro assestamento dell’Europa in questi termini: Francia massonica, eliminazione dell’impero austro-ungarico, e dello varismo russo, unificazione dell’Italia a spese del Papato, indebolimento del cattolicesimo ai margini dell’Europa.

La rivoluzione europea orchestrata nel 1848 dall’Inghilterra mediante i massoni Mazzini, Cossuth e Ledru Rollin. Quest’epoca delle mezze verità ha reso possibile la proliferazione di movimenti molto inquinati.

 
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