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13. Gesù deposto dalla croce. Il mettermi a letto, abbandonandomi nelle braccia di Maria.

dalla Via Crucis di Suor +
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Fede è Sicurezza
Di Admin (del 11/03/2010 @ 14:47:53, in Padre Vittorio 2008, linkato 1503 volte)

Parlando di stabilità, solidità, sicurezza, la Scrittura indica il modello più alto in Dio, usando queste espressioni: Tu, o Dio, rimani in eterno (Sal 101, 13); Dio solo è il Giusto, l'Onnipotente ed Eterno (Mc 1, 25); La sua fedeltà rimane in eterno (Sal 116, 2); Eterna è la sua misericordia (Sal 102, 17); oppure espressioni equivalenti attinte dalla considerazione delle sue opere: Con la sua parola Dio ha reso stabile il cielo (Sal 32, 6); Ti amo, Signore, mia roccia di rifugio e mio baluardo (Sal 17, 1s).

Tutto quello che Dio fa, rimane stabile, acquista consistenza incrollabile, come il firmamento (=ciò che rimane fermo, saldo, irremovibile), la terra, il regno di Davide, il regno di Gesù, la Chiesa fondata su Pietro, i credenti che si affidano a Lui. Per dare credibilità alla sua parola, Dio giura per se stesso (Gn 22, 16), non essendoci altro riferimento più stabile della sua divinità.

Tutto il resto è instabile, precario, si logora come un vestito (Sal 101, 27). Tutto passa, Dio solo resta, ma chi aderisce al Signore, fa un solo spirito con Lui (1 Cor 6, 17), ossia acquista la sua consistenza, la sua irremovibilità. Questa consistenza ci è data dunque dall'adesione a Dio, alla sua parola: ci è data dalla Fede.

Alla Fede ci richiama l'Apostolo, per non essere come bambini sballottati e portati qua e là da ogni vento di dottrina tra i raggiri degli uomini e la loro scaltrezza a inoculare l'errore; ci esorta ad operare secondo verità (Ef 4, 14s).

Oltre che sulla fedeltà di Dio la nostra fede si fonda sulla sua onnipotenza. Nulla è impossibile a Dio. La sua onnipotenza è in sé infinita, ma viene limitata dalla nostra fede. Gesù ci insegna: "Se eveste fede come un granellino di senape, potreste dire a questo monte 'Spostati di qua a là', ed esso si sposterebbe, e nulla vi sarà impossibile (Mt 17, !9; v. anche Lc 17, 6).

La prima e più grandiosa manifestazione dell'onnipotenza di Dio sta nella Creazione, e ancor più nella Redenzione. A Isaia, impressionato della decadenza dell'uomo, sembrò di chiedere l'impossibile gridando a Dio: "Oh, se squarciassi i cieli e discendessi!" (Is 64, 1). Ma Dio gli rispose con la profezia "La vergine concepirà e darà alla luce un figlio e gli porrà il nome Emmanuele" (="Dio con noi": Is 7, 14), promettendo l'Incarnazione del Figlio suo.

Che Dio si faccia uomo e muoia in croce è cosa talmente al di sopra dei nostri intendimenti, che possiamo credere solo al pensiero che Dio è Amore (1 Gv 4, 8). Giustamente la Chiesa esalta Dio che ha creato il mondo in modo mirabile, e lo ha redento in modo ancor più mirabile (Offertorio preconc.). E l'Apostolo trae la riflessione logica: "Se Dio ci ha dato il suo Figlio, come non ci darà ogni altro dono insieme con Lui?" (Rm 8, 32).

La prima Fede che sposta le montagne è credere nell'Amore, è la certezza che Dio ci ama: "Noi abbiamo creduto nell'Amore" (1 Gv 4, 16). Allah che vuole la guerra santa non è amore, non è Dio, ma un demonio; il vero paradosso divino si verifica quando il sacerdote alza la fragile Ostia che contiene Colui che sostiene le sconfinate galassie!

Fede contemplativa

In un certo senso l'intera natura vive di fede, affidandosi inconsciamente al disegno di Dio che non muta. La sua inconcussa stabilità ci consente di contare sulla solidità della terra per camminare senza timori, sulla legge di gravità per costruire case e tenere le cose in ordine , sulle frequenze ondulatorie per trasmettere messaggi a distanza. Noi viviamo sulla solidità delle creature di Dio.

La Scrittura allude continuamente ai fatti naturali per insegnarci le cose spirituali, anzi possiamo dire che tutto il linguaggio spirituale si snoda sulle nostre esperienze naturali, come quando diciamo "camminare nelle vie del Signore, ascoltare la parola di Dio, Dio è la roccia che ci salva, Dio è luce, ecc.".

Dio però interviene nella storia per informarci di ciò che la natura non ci dice, e ci rivela un mondo superiore, il mondo invisibile in cui Egli vive e che ci riserva come approdo dell'esistenza. Ci rivela la Trinità delle Persone nell'unità della natura divina, l'esistenza di creature angeliche, l'Incarnazione del Verbo, la Redenzione, la presenza reale di Gesù nell'Eucaristia, l'elevazione alla grazia, l'attendibilità delle Scritture, il Paradiso e l'inferno. Contemplando con la mente e aderendo con la volontà alla sua Rivelazione noi abbiamo una guida sicura verso la verità tutta intera promessa da Gesù mediante il suo Spirito (Gv 16, 12s). Gesù solo può dirci: "Io sono la luce del mondo: chi segue me non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita" (Gv 8, 12).

Contemplando le verità rivelate, siamo elevati a vivere nel mondo in cui vive Dio stesso: ecco la ricchezza e la bellezza della fede contemplativa. Essa dilata i nostri orizzonti conoscitivi, ci apre al mondo di Dio, ci fa vedere al di là delle cose di questo mondo, dilata i nostri orizzonti conoscitivi verso la verità tutta intera.

Noi viviamo in un mondo profondamente inquinato dal peccato e dall'errore, un mondo smarrito, fuori della verità. Si rifletta sulle falsità con cui le masse sono state sedotte dal comunismo, dal nazismo, dall'Islam. dalle più assurde ideologie! Abbiamo bisogno di disintossicarci da questa atmosfera di falsità che ci circonda, di vedere come stanno le cose in realtà. La fede ci fa vedere le cose come le vede Dio stesso, come Lui le giudica; ci porta a penetrare la realtà con l'intelletto divino, a giudicare tutto con la sapienza divina.

La fede contemplativa si nutre di ciò che Dio ci rivela soprattutto mediante l'Incarnazione del Verbo, Parola di Dio che si è fatto Parola dell'Uomo. Nel Vangelo Dio ci ha detto tutto, e abbiamo, nei suoi princìpi, la risposta a tutti i quesiti umani. Per questo il Vangelo dev'essere il nostro Primo Libro. Ci sono sacerdoti che amano commentare la Parola di Dio con le povere parole umane, intrise di errori e di frammenti di verità: Gesù è la Verità, ed è sempre sproporzionato l'interesse che ci fa correre ad ascoltare gli uomini, quando abbiamo la Parola di Dio che è Gesù e il suo Vangelo! Maria si teneva bene a mente tutte queste cose, meditandole nel suo cuore (Lc 2, 19): per questo è per noi scrigno di verità. Maria si è scelta la parte migliore, che non le sarà tolta (Lc 10, 42).

Riflettiamo sul valore del silenzio contemplativo. Uno dei danni peggiori della vita moderna è l'ingombro indotto dalle sollecitazioni mondane, che soffocano il seme di Dio. Ci si alza a radio accesa, si corre trafelati al lavoro, si è assediati dalle persone, dalle preoccupazioni burocratiche, si accende la televisione, si cena guardando il video e ci si addormenta con il televisore acceso. E la preghiera? E il dialogo in famiglia? E la meditazione della Parola di Dio?...

Nell'accostarci al Vangelo dobbiamo tener presente quanto ci ha detto Gesù: "Le mie parole sono spirito e vita" (Gv 8, 63), e quindi si percepiscono come fatti vitali che coinvolgono tutto l'essere. Si accolgono per quella congenialità spirituale che è data da Dio stesso: "Nessuno viene a me se non è inviato dal Padre mio" (Gv 8, 65); congenialità che si ottiene con la purezza di cuore: "Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio" (Mt 4, 8). Non si accolgono senza quella libertà di spirito nei confronti altrui, per non essere inceppati dall'orgoglio umano: "Come potrete credere voi, che andate in cerca della gloria gli uni dagli altri e non cercate la gloria che viene dal solo Dio?" (Gv 5, 44).

Le parabole del seme ci insegnano tante cose: seme che cade su terreni diversi (Mt 13, 1s), che si sviluppa nel silenzio (Mc 4, 26s), che cresce come il grano tra la zizzania (Mt 13, 24s), che diventa arbusto forte (Mt 13, 21s).

Gesù esige la sapienza di rinunciare a tutto il resto pur di possedere Lui stesso (parabola della perla preziosa: Mt 13, 44s). Esige costanza: "Se voi rimanete costanti nella mia parola sarete davvero miei discepoli, conoscerete la Verità, e la Verità vi farà liberi" (Gv 8, 31s)

Fede operativa: l'affidamento

La contemplazione ispira l'azione, la purifica, la illumina. Ecco che allora si rivela in pieno l'uomo di fede, e la fede si fa affidamento.

Affidamento è fidarsi di Dio a occhi chiusi e lasciarsi portare da Lui come un bimbo tra le braccia della madre. E' dargli carta bianca sulla nostra vita, sapendo fin dall'inizio che Dio scriverà nella nostra esistenza cose nuove e imprevedibili: non si tratta di fare un contratto su cose note, ma di prevedere che la vita si svolgerà con continue nascite successive ritmate dalla sua Provvidenza, sicuri che la sua vista trascende la nostra come il Cielo supera la terra (Is 55, 8), che Lui sa le nostre condizioni del momento e anche del futuro, sa dove vuole portarci e non può che portarci al meglio. Dio mi conosce e mi chiama per nome, dice il grande Newman.

L'Apostolo ci insegna un pricipio fondamentale nella vita di fede: "Lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza, poiché noi non sappiamo che cosa dobbiamo chiedere come conviene; ma lo stesso Spirito lo implora per noi con gemiti inesprimibili; e Colui che scruta i cuori sa quale sia l'anelito dello Spirito, sa che Esso prega per i santi come Dio vuole. Ora noi sappiamo che in tutte le cose Dio coopera per il loro bene con coloro che lo amano, che secondo i suoi disegni sono chiamati, poiché coloro che Egli ha distinti nella sua prescienza, li ha anche predestinati ad essere conformi all'immagine del suo Figlio, affinché Egli sia il primogenito tra i molti fratelli; e quelli che ha predestinati li ha pure chiamati, e li ha anche giustificati, e quelli che ha giustificati li ha anche glorificati" (Rm 8, 26s).

Lo Spirito Santo trascende la nostra visione. Un bambino non è in grado di vedere ciò che diventerà e che gli sarà necessario quando sarà adulto, ma lo Spirito Santo sa dove vuole arrivare, e orienta con aneliti inesprimibili, ossia ignoti al bimbo e avvolti nel mistero, le sue aspirazioni con la sua supercomprensione della realtà del fanciullo. Occorre che noi ci mettiamo in pieno affidamento al suo disegno, senza opporre resistenze, con la sicurezza che Dio vede e provvede, e che tutto dispone per il nostro meglio, che è la configurazione con Cristo. Infatti tutto è creato in Lui e in vista di Lui, e tutto ha consistenza in Lui (Col 1, 16s). Essere conformi a Cristo è il massimo della perfezione raggiungibile in terra e il massimo della gloria in Cielo. E' un programma gratificante, ricco di entusiasmo, nelle condizioni normali.

Di fronte a situazioni difficili. don Ruotolo invita ad affidare a Dio la soluzione dei nostri problemi con il motto: "Cuore di Gesù, pensaci tu!", e molte situazioni si risolvono per vie impensate, a volte miracolose.

Ma possiamo trovarci in vicoli chiusi senza via di uscita: un intervento chirurgico, un incidente grave, la morte: è Gesù in noi inchiodato sulla Croce! Non resta che dire: "Mio Dio, mi fido di Te! Nelle tue mani affido il mio spirito". Santa Cateria da Siena, caduta nelle mani dei nemici, disse loro: "Ora fate di me ciò che Dio vuole": torture, prigionia, uccisione? Sarà Dio stesso a guidare gli avvenimenti, e a noi non resta che piegare il capo e dire con fede ferma: "Sia fatta la tua volontà". Non ci sono compromessi possibili, in certe situazioni: pensiamo ai martiri di fronte ai tribunali: non è possibile fare i furbi, però: "Non temete coloro che possono uccidere il corpo; temete piuttosto colui che anima e corpo può mandare in perdizione nella Geenna" (Mt 10, 28s). "In quel momento lo Spirito del Padre parlerà in voi..." (Mt 10, 20s).

Allora "il vostro dire sia sì sì, no no". "Configurati morti eius" conclude l'Apostolo alla scuola di Gesù, che ci ha detto chiaramente: "Chi non porta la sua croce, chi non rinuncia alla sua stessa vita per me, non può essere mio discepolo" (Mt 10, 37 e parr.), e ci parla del grano che se non muore non porta frutto (Gv 12, 25), dandoci l'esempio di se stesso sulla croce: "Tutto è compiuto: nelle tue mani affido il mio spirito". L'affidamento elimina ogni paura.

Dio ha molti obiettori di coscienza, che dicono "Ma perché questo, perché quello... Se io fossi al posto di Dio, in un attimo il mondo sarebbe cambiato". Essi dimenticano che la nostra intelligenza è una scintilla, un lucignolo fumigante, di fronte al sole dell'intelligenza divina. Dire frasi simili è bestemmia: è preferire la nostra visione a quella di Dio.

Fede e miracoli

Spostare le montagne vuol dire anche fare l'impossibile, fare miracoli. Gesù ha dato il potere agli Apostoli di fare miracoli, e lo ha dato anche ai suoi discepoli di tutti i tempi: "E questi miracoli accompagneranno i credenti: nel mio nome scacceranno i demoni, parleranno lingue nuove, prenderanno serpenti, e se berranno qualche veleno mortifero non nuocerà loro; imporranno le mani su ammalati, ed essi guariranno..." (Mc 16, 15s).

La storia della Chiesa e le vite dei santi sono piene di miracoli, che a Lourdes vengono sottoposti al controllo di scienziati anche atei. Essi confermano le promesse di Cristo. Ma occorre tener presenti alcuni princìpi.

- Il potere di far miracoli è un carisma concesso da Dio a chi Lui vuole: non si può presumere di far miracoli per potere personale, quindi la pretesa di avere tale carisma mediante l'imposizione delle mani come avviene negli incontri di Rinnovamento è peccaminosa e illusoria (il movimento di Rinnovamento è inquinato da tre errori: l'imposizione delle mani avviene per via iniziatica legata al Pentecostalismo, di origine anglicana, quindi legata alla ribellione di Enrico VIII; c'è la pretesa di ottenere carismi straordinari mediante l'imposizione delle mani; c'è enfatizzazione esteriore della preghiera);

- è frutto di fede solida, ma può anche avvenire su influsso di Satana, come in Sai Baba;

- se non si fonda sull'umiltà, non esime dal rischio di perdizione, come dice Gesù: "Molti diranno: 'Signore, Signore, non abbiamo noi nel tuo nome profetato, e nel nome tuo scacciato i demoni, e operato nel tuo nome molti miracoli?'. Allora io dichiarerò pubblicamente: 'Io non vi ho conosciuti: via da me voi operatori di iniquità!' " (Mt 7, 21s).

Occorre tuttavia ricordare il comando di Gesù rivolto particolarmente ai sacerdoti: "Nel mio nome sanate infermi, risuscitate morti, mondate lebbrosi, scacciate i demoni..." (Mt 10, 8s ). Se si ha fede, si ottiene. Il nostro aiuto è nel nome del Signore, che ha fatto Cielo e terra (Sal 123, 8). Non nelle nostre forze, sia ben chiaro. Pietro era sincero quando disse a Gesù: "Ti seguirò fino alla morte" (v. Mt 26, 35 e Parr.), ma non aveva ancora sperimentato a sue spese ciò che aveva detto Gesù: "Senza di me non potete far nulla" (Gv 15, 8). La fede comporta il trasferimento della nostra sicurezza in Dio: "Tutto posso in Colui che mi dà forza" (Fp 4, 13).

E anche: "Vegliate e pregate pere non cadere in tentazione" (Mt 26,).

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