355.
    Che cos'è la Confessione?
    La Confessione è il sacramento istituito da Gesù Cristo per rimettere i peccati commessi
    dopo il Battesimo.
    356. Il sacramento della Confessione quando fu
    istituito da Gesù Cristo?
    Il sacramento della Confessione fu istituito da Gesù Cristo quando disse agli Apostoli, e
    in essi ai loro successori: "Ricevete lo Spirito Santo: a chi rimetterete i peccati
    saranno loro rimessi; e saranno ritenuti a chi li riterrete".
    357. Chi è il ministro della Confessione?
    Ministro della Confessione è il sacerdote approvato dal Vescovo.
    358. Quante e quali cose si richiedono per fare
    una buona Confessione?
    Per fare una buona Confessione si richiedono cinque cose: 1. L'esame di coscienza; 2. il
    dolore dei peccati; 3. il proponimento di non commetterne più; 4. l'accusa dei peccati;
    5. la soddisfazione o penitenza.
    359. Come si fa l'esame di coscienza?
    L'esame di coscienza si fa richiamando alla mente i peccati commessi in pensieri, parole,
    opere ed omissioni, contro i comandamenti di Dio, i precetti della Chiesa e gli obblighi
    del proprio stato, a cominciare dall'ultima confessione ben fatta.
    360. Nell'esame dobbiamo ricercare il numero
    dei peccati?
    Nell'esame dobbiamo ricercare con diligenza anche il numero dei peccati mortali.
    
    dolore e proponimento nella confessione
    361. Che cos'è il dolore?
    Il dolore o pentimento è quel dispiacere e odio dei peccati commessi, che ci fa proporre
    di non più peccare.
    362. Di quante specie è il dolore?
    Il dolore è di due specie: perfetto o contrizione, imperfetto o attrazione.
    363. Che cos'è il dolore perfetto o
    contrizione?
    Il dolore perfetto o contrizione è il dispiacere dei peccati commessi, perché sono
    offesa a Dio nostro Padre, infinitamente buono e amabile, e cagione della Passione e Morte
    del Nostro Redentore Gesù Cristo, Figliuolo di Dio.
    364. Perché
      la contrizione è dolore perfetto?
    La contrizione è dolore perfetto, perché nasce da un motivo perfetto, cioè dall'amore
    filiale di Dio o carità, e perché ci ottiene subito il perdono  dei peccati, sebbene resti l'obbligo di
    confessarli.
    365. Che cos'è il dolore imperfetto o
    attrazione?
    Il dolore imperfetto o attrazione è il dispiacere dei peccati commessi, per il timore dei
    castighi eterni e temporali, o anche per la bruttezza del peccato.
    366. Perché l'attrizione è dolore imperfetto?
    L'attrizione è dolore imperfetto, perché nasce da motivi meno perfetti e propri di servi
    anziché di figli, e perché non ci ottiene il perdono dei peccati se non mediante il
    sacramento.
    367. E' necessario aver dolore di tutti i
    peccati commessi?
    E' necessario aver dolore di tutti i peccati mortali commessi, senza eccezione; e conviene  averlo anche dei veniali.
    368. Perché è necessario aver dolore di tutti
    i peccati mortali?
    E' necessario aver dolore di tutti i peccati mortali, perché con qualunque di essi si è
    gravemente offeso Dio, se ne è perduta la grazia, e si merita di restare separati da Lui
    in eterno.
    369. Che cos'è il proponimento?
    Il proponimento è la volontà risoluta di non commettere mai più peccati e di fuggirne
    le occasioni.
    370. Che cos'è l'occasione del peccato?
    L'occasione del peccato è ciò che ci mette in pericolo di peccare, sia persona sia cosa.
    371. Siamo obbligati a fuggire le occasioni dei
    peccati?
    Siamo obbligati a fuggire le occasioni dei peccati, perché siamo obbligati a fuggire il
    peccato: chi non le fugge finisce per cadere, poiché "chi ama il pericolo perirà in
    esso".(Eccl. 3,27).
    
    accusa dei peccati nella cofessione 
    372. Che cos'è l'accusa dei peccati?
    L'accusa dei peccati è la manifestazione dei peccati fatta al sacerdote confessore, per
    averne l'assoluzione.
    373. Di quali peccati siamo obbligati ad
    accusarci?
    Siamo obbligati ad accusarci di tutti i peccati mortali non ancora confessati o confessati
    male; giova però confessare anche i veniali.
    374. Come dobbiamo accusare i peccati mortali?
    Dobbiamo accusare i peccati mortali pienamente, senza farci vincere da una falsa vergogna
    e tacerne alcuno, dichiarandone la specie, il numero e anche le circostanze che
    aggiungessero una nuova grave malizia.
    375. Chi non ricorda il numero preciso dei
    peccati mortali, che deve fare?
    Chi non ricorda il numero preciso dei peccati mortali, deve far capire il numero che gli
    sembra più vicino alla verità
    376. Perchè non dobbiamo farci vincere dalla
    vergogna a tacere qualche peccato mortale?
    Non dobbiamo farci vincere dalla vergogna a tacere qualche peccato mortale, perché ci
    confessiamo a Gesù Cristo nella persona del confessore, e questi non può rivelare nessun
    peccato, a costo anche della vita; e perché, altrimenti, non ottenendo il perdono, saremo
    svergognati dinanzi a tutti, nel giudizio universale.
    377. Chi per vergogna o per altro motivo
    tacesse un peccato mortale, farebbe una buona confessione?
    Chi per vergogna o per altro motivo non giusto tacesse un peccato mortale, non farebbe una
    buona confessione, ma commetterebbe un sacrilegio.
    378. Che deve fare chi sa di non essersi
    confessato bene?
    Chi sa di non essersi confessato bene, deve rifare le confessioni mal fatte e accusarsi
    dei sacrilegi commessi
    379. Chi senza colpa tralascia o
    dimentica un peccato mortale, ha fatto una buona confessione?
    Chi senza colpa tralascia o dimentica un peccato mortale, ha fatto una buona confessione;
    ma gli resta l'obbligo di accusarsene in seguito.
    
    l'assoluzione - la soddisfazione nella
    confessione
    380. Che cos'è l'assoluzione?
    L'assoluzione è la sentenza con cui il sacerdote, in nome di Gesù Cristo, rimette i
    peccati al penitente dicendo: "Io ti assolvo dai tuoi peccati nel nome del Padre e
    del figliuolo e dello Spirito Santo. Così sia.
    381. Rimessi con l'assoluzione i peccati,
    è anche rimessa ogni pena meritata?
    Rimessi con l'assoluzione i peccati; è rimessa la pena eterna meritata col peccato
    mortale, ma se non si abbia una contrizione perfettissima, rimane ordinariamente da
    scontare, in questa vita o nell'altra una pena temporanea. 
    
    382. Che cos'è la soddisfazione o penitenza sacramentale?
    La soddisfazione o penitenza sacramentale è l'opera buona imposta dal confessore a
    castigo e a correzione del peccatore, e a sconto della pena temporanea meritata
    peccando. 
    383. Quando conviene fare la penitenza
    sacramentale?
    Conviene fare la penitenza sacramentale al più presto, se il confessore non ne ha
    assegnato il tempo.
    384. La penitenza sacramentale basta a
    liberarci da tutta la pena temporanea meritata col peccato?
    La penitenza sacramentale non basta, d'ordinario, a liberarci da tutta la pena temporanea
    meritata col peccato, e perciò conviene supplire con altre opere di penitenza e di pietà
    e con indulgenze.
    385. Quali sono le opere di penitenza e
    di pietà?
    Le opere di penitenza e di pietà  sono: i digiuni, le mortificazioni, gli atti di
    misericordia spirituale e corporale, le preghiere, e l'uso pio di quelle cose benedette e
    di quelle cerimonie sacre che si chiamano sacramentali, come l'acqua santa e le varie
    benedizioni.
    386. Che cos'è l'indulgenza?
    L'indulgenza è una remissione di pena temporanea dovuta per i peccati, che la Chiesa
    concede sotto certe condizioni a chi è in grazia, applicandogli i meriti e le
    soddisfazioni sovrabbondanti di Gesù Cristo, della Madonna e dei Santi, le quali
    costituiscono il tesoro della Chiesa.
    387. Di quante specie è l'indulgenza?
    L'indulgenza è di due specie: plenaria e parziale.
    388. Qual è l'indulgenza plenaria?
    L'indulgenza plenaria è quella che rimette tutta la pena temporanea dovuta per i peccati.
    389. Qual è l'indulgenza parziale?
    L'indulgenza parziale è quella che rimette soltanto una parte della pena temporanea
    dovuta per i peccati.
    390. Che s'intende per indulgenza di
    "quaranta o cento giorni, di sette anni e simili?".
    Per indulgenza di quaranta o cento giorni, di sette anni e simili, s'intende la remissione
    di tanta pena temporanea quanta se ne sarebbe scontata con quaranta, cento giorni o sette
    anni della penitenza anticamente stabilita dalla Chiesa.
    391. Che si richiede per acquistare le
    indulgenze?
    Per acquistare le indulgenze si richiede di essere in stato di grazia e di eseguire bene
    le opere prescritte.