Immagine
 

Suor Ida Benvenuti

*11.07.1922   +11.02.2013
 
"
10. Gesù spogliato e abbeverato di fiele. Le incomprensioni e le umiliazioni mi spogliano da me stessa.

dalla Via Crucis di Suor +
"
 
\\ Home : Storico : Suor + (inverti l'ordine)
Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
 
 
Di Admin (del 22/11/2009 @ 15:17:08, in Suor +, linkato 1050 volte)
Catechesi di Suor +  tenuta a  B. A. il 2/02/03. Con ritocchi redazionali

...

Gesù stesso ha detto: “E’ meglio che Me ne vada, perché così vi mando il Consolatore, lo Spirito di Verità che vi farà capire tutte le cose che Io vi ho detto (v. Gv 16, 12s).

Finchè non è arrivato lo Spirito Santo a illuminare le nostre povere menti, comprese quelle degli Apostoli, nessuno ci capiva niente di ciò che diceva Gesù, neanche le cose più elementari. Io non so quanta pazienza abbia avuto il Signore con quegli Apostoli, che, poveretti, proprio non capivano niente. Quando infatti Filippo dice a Gesù “Mostraci il Padre e ci basta”, Gesù gli risponde: “Dopo tanto tempo che sono con voi, non hai ancora capito che chi vede Me vede il Padre?” (v. Gv 14, 8s).

Ci voleva lo Spirito Santo, e allora il povero Pietro, da ignorante che era, diventa un pozzo di scienza e fa quella prima predica pentecostale.

San Paolo, che era un persecutore della Chiesa, aveva messo in prigione molti cristiani, e poiché non aveva l’età per lapidare Stefano si era messo a fare la guardia ai mantelli di quelli che lo lapidavano, ed ecco che nella via di Damasco viene colpito dalla grazia e con un cambiamento totale diviene l’Apostolo delle genti (v. At 9, 1s).

Ora ritorniamo a fare le catechesi solite, cioè di spiegazione della  Parola di Dio, perché quello che vi trasmetto non è altro che parola del Signore, che io cerco di spiegarvi in parole più semplici. A volte leggendo si corre, non si sottolinea, e così può sfuggire ciò che è importante, e talvolta il Signore me lo fa ricordare.


La Verità è una

La verità è una, ricordatelo sempre! C’è un solo Dio e non esistono altri dei di nessun genere. Noi sappiamo che Allah è Satana in persona. Budda era un uomo, Confucio pure. Altre religioni non si possono avere. A Mosè il Signore ha dettato i comandamenti, e il primo dice: “Io sono il Signore Dio tuo, non avrai altro Dio fuori che Me”.

Ora dobbiamo prendere sul serio la parola di Dio, non dobbiamo pensare come fanno certe persone, soprattutto sacerdoti, che il Signore ha detto così ma voleva dire cosà. Noi nella nostra presunzione capiamo così, ma quando ci facciamo delle idee nostre dobbiamo ricordarci che possiamo sempre sbagliare e che nessuno al mondo è infallibile, salvo il Vicario di Cristo quando definisce in modo solenne una verità di fede o di morale, mentre in tutto il resto può sbagliare anche lui.

Gesù ha detto: “Io sono la Via, la Verità e la Vita”. Noi tutti insieme, anche se milioni di uomini, non facciamo la verità. Gesù da solo è la Verità, perché è Dio insieme con il Padre e lo Spirito Santo.

Avete visto l’altra sera la trasmissione dell’intervista a Suor Lucia. Quante volte ha ripetuto che la Madonna le aveva detto che il male più grande dell’umanità e il pericolo più grande è oggi il comunismo, il bolscevismo, l’ateismo comunista!   Ci sono guerre e guerre, e ha rivelato che nel 1985 aveva impedito che avvenisse un’altra guerra nucleare, e quella guerra l’avrebbero fatta gli atei e i comunisti per possedere il mondo. Ora purtroppo la guerra ci sarà. Non so quando, perché le date sono di Dio e Lui non le comunica, ma vedrete che inesorabilmente andremo incontro alla guerra. Il grande pericolo non è l’Iraq: è la Cina. Il comunismo, l’ateismo regna in Cina e in tutte le repubbliche a sud della Russia. La Russia  si sta convertendo, come ha detto anche suor Lucia.

Quanti anni mi ha fatto pregare il Signore per la caduta del comunismo e  per la conversione della Russia! Già nel 1952 mi aveva detto che la Russia si sarebbe alleata cogli Stati Uniti: allora c’era la guerra fredda e sembrava che scoppiasse la guerra tra di loro, ma poi abbiamo visto che fra loro c’è stata alleanza. Poi mi ha fatto pregare tanto per ottenere grazie per il Papa, i vescovi, i sacerdoti,  gli uomini di Chiesa.

Questo è il disegno di Dio, poi gli uomini sono liberi e possono aderire alla volontà di Dio o possono contrariarla. Tutti noi, cominciando da me, possiamo dire sì al Signore oppure no, perché Lui ci ha creati liberi, non animali irrazionali, e dobbiamo ragionare senza andare con chi seduce. Crediamo a chi ha detto: “Io sono la Via, la Verità e la Vita”.

Ricordiamo le parole di Gesù nel Vangelo: “Io non sono venuto per condannare il mondo, sono venuto per salvare il mondo, chi vi giudicherà è la mia parola”, ossia il Vangelo. Gesù ce le ha dette le cose, ce le ha trasmesse, e nel Vangelo ci ha detto tutta la Verità. Poi abbiamo un aiuto anche dagli Atti degli Apostoli, dalle loro Lettere, che non fanno altro che commentare ciò che Gesù ha detto nel Vangelo, spiegarcelo come io adesso vi sto spiegando. Non vi dico nulla di mio.


Chiamati a testimoniare

Siamo ormai alle strette. Saremo chiamati tutti a testimoniare. O ci schieriamo con Cristo, o contro di Lui. O crediamo a quello che Lui ci ha detto oppure no. “Il vostro parlare sia sì sì o no no: il di più viene dal maligno”: queste sono le sue parole.

E ancora: “Chi non è con Me è contro di Me”(Mt 12, 30), ci dice Gesù. Non si sta a mezza strada, non si può dire vado in chiesa e sono buono perché prego e credo al Signore, poi vado fuori a lavorare o per qualsiasi altra mansione durante la giornata e là penso che cosa c’entra il Signore con il lavoro che devo fare. C’entra, e come!

I nostri vecchi avevano coniato questo proverbio pieno di saggezza: “Non cade foglia che Dio non voglia”. Questo proverbio era dettato dalla loro fede, che ne avevano un po’ più di noi. Ora siamo in questa condizione: gli uomini di Chiesa hanno cooperato a rovinare la Chiesa. Che ci volete fare?

Pensate: quando Gesù è stato preso e condannato, l’unico rimasto accanto alla croce era Giovanni! Pietro, il  primo Papa,  lo ha rinnegato per ben tre volte, però si è pentito, e così Gesù lo ha confermato come primo Papa perché si è pentito. Ricordatevi sempre che si fa più festa in paradiso per un peccatore che si pente che non per novantanove giusti che non hanno bisogno di penitenza (Lc 15, 7): questo ce lo dice Gesù. Gli altri erano tutti scappati, ed erano i primi vescovi. Uno l’ha tradito, perchè Giuda era un vescovo e ne aveva tutti i doni, anche quello di guarire e di esorcizzare.

Quando incontro i sacerdoti e chiedo loro perché non scacciano i demoni, perché non esorcizzano, e loro mi rispondono che non hanno il permesso dai vescovi, loro superiori. Io rimango male, perché abbiamo un Vangelo che dice ai vescovi e ai sacerdoti: “Andate, predicate il vangelo, battezzate, cacciate i demoni e imponete le mani ai malati”(v. Mt 10, 8, ecc.).

L’ultima volta che ho visto Monsignor Milingo e ho parlato a tu per tu con lui, aveva imposto le mani ad un ragazzino che aveva un tumore alla testa ed era guarito. Milingo mi diceva che non era merito suo la guarigione, ma del Signore: “E’ Lui che ci ha detto di fare così, e io non faccio altro che ubbidire al Signore”. Io gli ho risposto: “Grazie a Dio, Eccellenza, che lo fa, ma tutti i sacerdoti sono esorcisti, e allora perché non lo fanno?”. Perché hanno imposto le regole che ci vogliono i permessi, ma se non possono farlo pubblicamente, nessuno impedisce loro di farlo in privato.

Quando San Pietro fu chiamato dal sommo sacerdote, suo superiore religioso di allora, e i sacerdoti con gli scribi e i farisei lo obbligarono a non parlare più di Cristo Gesù, non obbedì, ma disse: “Giudicate voi se sia giusto dinnanzi a Dio l’obbedire a voi anziché a Dio. Noi non possiamo non parlare delle cose che abbiamo vedute e udite” (At 4, 19s).

San Pietro aveva visto e toccato con mano, aveva visto la tomba vuota, le fasce afflosciate perché il corpo aveva attraversato quelle fasce, il sudario piegato da una parte. Gesù poi era apparso agli Apostoli, lo avevano toccato, avevano mangiato assieme dopo la resurrezione. “Noi che abbiamo visto e toccato,  possiamo dire che non è vero? Ditemi voi se è più giusto obbedire a Dio o agli uomini?”.  Ma chi ha questo coraggio adesso?


Allora ci sarà data la forza

Ci verrà chiesto questo coraggio di schierarci dalla parte di Dio e non dalla parte degli uomini. Ora voi avrete paura di non avere la forza, ma non pensateci, e preghiamo tutti insieme perché in quel momento il Signore ci assisterà  e sarà con noi. Hanno resistito Sant’Agnese, San Tarcisio e altri santi martiri, che il Signore ha reso tanto  forti da non avere paura della morte. Può darsi che il Signore non  ci chieda questo, ma se ci chiede di avere il coraggio di schierarci dalla parte della Verità, preghiamo, mettiamoci in ginocchio e diciamo: “Signore, noi la forza la riceviamo solo da Te”.

Tutti abbiamo paura, come sapete. Anche una malattia qualsiasi fa paura, però con il Signore no, perché la nostra forza è Lui. Non appoggiamoci sulle nostre forze: noi siamo niente, eppure il Signore è sceso dal Cielo sulla terra, si è fatto uomo come noi, ha patito, è morto e risorto per aiutarci, per salvarci. Noi dobbiamo stare dalla sua parte. Egli ha dato il suo sangue. Pensate che cosa ha patito Gesù per noi!

La passione è stata terribile, ma per Lui, che è Dio, dal primo momento che è stato concepito, tutta la vita è stata una sofferenza continua. Noi di quando eravamo nel seno di nostra madre non ricordiamo proprio nulla, ma Lui sì, Lui aveva l’intelligenza perfetta, e l’Imitazione di Cristo dice che tutta la vita di Gesù è stata una croce e un martirio, dal primo momento del concepimento fino alla morte in croce. Anche nello stare per trent’anni sottomesso a due persone buonissime, però sempre sue creature. Ha imparato il mestiere di Giuseppe, e i suoi conterranei non credevano a Lui, credevano che fosse il figlio del falegname, conoscevano i cugini, i parenti. Ecco perché Gesù dice: “Nessun profeta è bene accetto nella sua patria” (Lc 4, 24). Anche  se  uno  è perfetto, e credo che Gesù sia vissuto nella perfezione più grande, non tutti però la pensavano alla sua maniera.

Tutto questo ci è stato rivelato dal Vangelo, tutto dalle Lettere degli Apostoli, come pure dalla lettera agli Ebrei che è dottrina di S. Paolo e che è stata letta nella Messa di oggi. Ora voglio leggervi qualcosa di questa lettera.


Responsabili della Fede

E’ scritto: Bisogna che ci applichiamo con maggior impegno a quelle cose che abbiamo udito per non andare fuori strada (Eb 2, 1).

San Paolo aveva spiegato che Gesù è veramente il figlio di Dio adorato da tutti gli angeli di Dio. Grazie a Dio voi siete alla ricerca della Verità, aderite a questa Verità, e se siete qui vuol dire che amate Gesù e la Madonna, e la pregate: Lei è la nostra salvezza, la via per arrivare a Gesù e al Padre.

Per non essere fuori rotta e non sbagliare andando in giro a cercare idee stupide, bisogna che noi ci applichiamo con maggiore impegno alle cose udite, e se l’avete smesso, ora dovete mettercelo ancora di più. Il Signore ci ha fatto conoscere la verità perché non siamo sospinti fuori rotta e non facciamo naufragio.

Se infatti la parola trasmessa per mezzo degli Angeli si è dimostrata solida, e ogni trasgressione e disobbedienza ha ricevuto una giusta punizione, come potremo noi sottrarci al castigo se trascuriamo una salvezza così grande? (Eb 2, 2s).

La Madonna ha detto che non si può aderire alle idee contro Cristo e la sua Chiesa. Ricordatevi che le idee della sinistra sono tutte contro Dio e la Chiesa: non si può essere comunisti e insieme cattolici,  perché il comunismo è  ateismo, è contro Dio, non ammette la sua esistenza, ha innalzato l’uomo al posto di Dio. Ora una parte dell’umanità e la Russia si sta convertendo, ma la Cina no.

E tutti i musulmani? Non sono bolscevichi loro, ma sono alleati per andare contro il vero Dio: questa è la situazione del mondo in questo momento.

C’è la massoneria, atei che per amore del denaro. I musulmani che credono in Allah, che pure è Satana, ed è come se avessero firmato. Vedete come i kamikaze si  suicidano, mentre i veri comunisti, che sono contro Dio e non credono a una vita eterna, non vogliono saperne di  suicidarsi. 

Dio è il più grande difensore dell’uomo, è Lui che ci ha innalzato alla dignità di figli di Dio, non c’è nessun altro in  cui sperare. Gli altri ci vogliono tutti schiacciare. Guardate come i musulmani trattano le donne o come trattano quelli che non sono musulmani.

Il Signore ci ha detto di non uccidere, ci ha insegnato: “Qualunque cosa avrete fatto al minimo dei miei fratelli, l’avrete fatta a Me” (Mt 25, 40).

Non ci ha detto di uccidere, non ci ha detto di ammazzare perché tu non sei cattolico o non conosci Gesù Cristo e non hai la mia religione. No, noi non possiamo fare del male e nemmeno odiare perché la nostra religione è fondata sulla carità e l’amore. Allah vuole una guerra santa per uccidere coloro che non aderiscono a lui, Gesù invece ha dato lui stesso la vita per salvare coloro che rifiutano Dio. Come Lui, noi dobbiamo amare anche i nostri nemici, fare del bene a quelli che ci perseguitano, pregare per loro (v. Mt 5, 43s). Non però aderire a false divinità.


Credere nel Figlio

Ora vedete a chi crediamo.

Avendo già molte volte e in molti modi Dio parlato ai nostri padri mediante i profeti, in questi ultimi tempi ha parlato a noi nel Figlio, al quale conferì il dominio di tutte le cose, avendo anche mediante Lui creato l’universo. Questi, essendo l’irraggiamento dello splendore e stampo della sostanza di Lui, e tutto reggendo con la sua potente parola, dopo aver compiuto l’espiazione dei peccati, si assise alla destra della Maestà  in sublime altezza, fatto tanto superiore agli Angeli quanto più eccellente del loro è il titolo che a Lui compete (Eb 1, 1s).

Come potremo noi sottrarci al castigo se trascuriamo una salvezza così grande, quella che ci è data da Gesù e quello che ci ha detto Gesù? Questa è la parola annunziata al principio dal Signore, e a noi confermata da coloro che la udirono, e anche Dio se ne rese garante con  segni e prodigi di vario genere, con doni dello Spirito Santo distribuiti secondo la sua volontà (Eb 23s).

Salvezza annunciata da Gesù che è venuto nella pienezza dei tempi!

Il Figlio è dalla stessa sostanza del Padre che lo genera, genitus non factus, consubstantialis Patri: generato, non creato, della stessa sostanza del Padre per generazione eterna.

Il Figlio sostiene tutto con la potenza della sua parola (ecco perché negli ultimi messaggi ha detto che ci insegnerà la sua Parola) e dopo aver compiuto la purificazione dei peccati si è assiso alla destra della Maestà nell’alto dei cieli, ed è diventato tanto superiore agli Angeli quanto più eccellente del loro è il nome che ha ereditato.

Gesù, Figlio di Dio, lo vedremo splendere nella gloria. Ricordate le parole del Padre: “Questo è il figlio mio diletto nel quale mi sono compiaciuto: ascoltatelo”.

Possibile che non si ha la voglia di ascoltare il Padre, e questo Figlio che è morto per noi, e lo Spirito Santo che ci fa capire quello che il Padre e il Figlio vogliono per noi, perché questa verità dopo essere stata promulgata all’inizio dal Signore, fu affermata in mezzo a noi da quelli che l’avevano udita e dai loro successori.


Testimonianza dei segni

Parola testimoniata da Dio con segni, prodigi e miracoli d’ogni genere… (Eb 2, 4).

Guardate che i segni, i prodigi e i miracoli avvengono tutti i giorni.  L’altra sera per grazia di Dio in televisione hanno trasmesso due miracoli comprovati, perché le constatazioni di Lourdes sono lunghissime, senza contare tutti quelli che guariscono senza tornare a dirlo. A Lourdes, Fatima, Medjugorje e Cestokova è sempre la stessa Madonna, la Madre di Gesù, che ottiene miracoli.

Quando sono andata a Medjugorje, stavo seduta su una panca, e con me c’era una signora. Eravamo stanche tutte e due. La signora friulana si rivolge a me e mi dice che è tanto grata alla Madonna. Anni fa aveva avuto un incidente d’auto e si era maciullata una gamba, era stata operata più di una volta, i legamenti erano tutti spaccati e la gamba era morta, e doveva sostenersi con le stampelle. Era venuta a Medjugorje non tanto per essere guarita: sapeva che era impossibile e proprio non pensava che potesse avvenire la guarigione. Ma nella celebrazione della Messa, mentre stava in piedi con le stampelle, ad un tratto ha sentito un gran calore salire dalle gambe in su. Si è guardata attorno, e visto che nessuno la osservava, provò a togliersi le stampelle e vide che stava in piedi da sola senza sostegno. Un signore lì vicino si era accorto, e le ha detto di dare a lui le stampelle e di andare a fare tranquillamente la Comunione. La signora va dal medico, e questi le dice che la guarigione era impossibile, perché aveva ancora i legamenti tutti rotti. Ma lei camminava, e ciò era  inspiegabile, ma il medico non ha voluto certificarlo perché era ateo.

Questa testimonianza è per dirvi quanti miracoli avvengono senza che lo si sappia pubblicamente. Questi sono i segni della presenza del Signore.

Soprattutto certe conversioni del cuore sono miracoli. Sapete che è più facile guarire che convertire una persona. Quando Gesù dice a quel paralitico “Ti sono rimessi i tuoi peccati”, i presenti mormoravano che solo Dio poteva farlo, e Gesù confermò: “Credete che sia più facile dire ‘Ti sono rimessi i tuoi peccati’, o dire’Alzati e cammina, prendi il tuo lettuccio e vattene a casa’?”.

Se leggessimo di più questo Santo Vangelo capiremmo un po’ di più tutte le cose. E’ così difficile leggere questo Vangelo, così difficile credere al Vangelo?


Testimonianza dei Doni

Dio convalida la loro testimonianza… con i doni dello Spirito Santo distribuiti secondo la sua volontà (Eb 2, 4).

Quanti doni effonde lo Spirito Santo, che sono meno visibili dei miracoli, dei prodigi e delle guarigioni, ma sono più reali, più potenti! E quante conversioni di persone che erano molto lontane da Dio e che ad un certo punto capiscono e ne danno testimonianza! Speriamo che siano sempre di più coloro che hanno il coraggio di testimoniare davanti a tutti.

Il Signore mediante i doni dello Spirito Santo elegge i suoi strumenti per aiutare gli altri, come io sono qui per aiutare voi. Nel ’78 io dovevo essere morta, dovevo essere in paradiso, ma sono qua perché ho accettato dal Signore di vivere per aiutare voi. Lui mi ha detto che i tempi sono difficili e gli uomini hanno bisogno di Verità, ed è così che ho accettato di vivere ancora. Certo che si sta meglio in paradiso: lo so benissimo, ma d’altra parte la gloria di Dio è la salvezza delle anime mi hanno fatto accettare di vivere ancora, e se il Signore mi fa vivere ancora in questi anni  è perché attraverso me, che non sono niente, vuole salvare altri: è Lui che trasmette la Verità che converte, e se ci fosse anche solo un anima che si converte e si dà a Dio, mi basterebbe.

Non posso scegliere io, è il Signore che sceglie i suoi strumenti, e di solito vi assicuro che sceglie sempre i meno adatti, perché la gloria sia tutta sua, e non ci venga in testa di pensare di essere meritevoli di ciò che il Signore ci dona. No, no, non è vero niente! Ora  capisco perché mi ha scelta: proprio perché non ero adatta, così che si capisse che non sono io, ma è Lui che sceglie le cose che non sono per confondere quelle che sono, le stolte per confondere le sapienti, le deboli per confondere le forti, perché la gloria sia tutta sua (v. 1 Cor 1, 27).

C’è un salmo che dice: “Non a noi Signore, non a noi, ma al tuo nome dà gloria” (Sal 113, 1), perché “Tu solo sei Santo, Tu solo il Signore, Tu solo l’Altissimo”. Lo diciamo  nel Gloria in chiesa, cerchiamo di dirle bene queste parole perché convinti dentro.

Ad un certo punto alle mie superiore ho detto: “Ma scusatemi il Signore, lo Spirito Santo deve chiedere a voi il permesso di dare doni mistici alle suore?”. Pensate che due santi come San Francesco di Sales e Santa Giovanna di Chantal avevano messo nelle regole che le suore non potevano abbandonarsi ai doni mistici. Ma che cosa siete? Siete voi lo Spirito Santo? Vedete che anche i santi possono sbagliare facendo le regole. Chissà perché il Signore ha permesso questo.

E il Signore che cosa ha fatto? E’ apparso con quella rivelazione grandissima della devozione al Sacro Cuore proprio a Santa Margherita Maria Alacoque. Quanti rimbrotti dalle sue superiore e dalle sue consorelle perché non doveva vedere il Sacro Cuore! Vedete a che punto siamo noi persone umane! Ma sono forse più dello Spirito Santo le superiore?

Loro dicono “Perché la regola dice così”. Ma Dio ha una regola sola, la carità, a Dio non importa di quando si devono alzare, come devono vestire, Dio non vuole questo, ma quello che Lui ha detto, e cioè amare Dio con tutto il cuore, l’anima, la mente e le forze, e il prossimo come se stessi: questa è la regola del Signore.

Ora se amiamo il  nostro prossimo dobbiamo essere felici che uno sia preso come strumento del Signore per aiutare gli altri.

Non certo a degli Angeli Egli ha assoggettato il mondo futuro, del quale parliamo. Anzi qualcuno in un passo ha testimoniato:’ Che cos’è l’uomo perché ti ricordi di lui o il figlio dell’uomo perché Tu te ne curi? Di poco lo hai fatto inferiore agli Angeli, di gloria e di onore l’hai coronato e hai posto ogni cosa sotto i suoi piedi’ -. Questa è la sacra scrittura -. Avendo  assoggettato ogni cosa  al Padre e al Figlio, nulla ha lasciato che non gli fosse sottomesso. Tuttavia al presente non vediamo ancora che ogni cosa sia a lui sottomessa (Eb 2, 5).

No, purtroppo! Non lo vedeva San Paolo duemila anni fa e non lo vediamo noi ancora qui. Sembra anzi che sia proprio il contrario.

Però quel Gesù, che fu fatto di poco inferiore agli Angeli, lo vediamo ora coronato di gloria e di onore a causa della morte che ha sofferto, perché per la grazia di Dio Egli sperimentasse la morte a vantaggio di tutti. Ed era ben giusto che colui per il quale e del quale sono tutte le cose, volendo portare molti figli alla gloria, rendesse perfetto mediante la sofferenza il Capo che li ha guidati alla salvezza (Eb 2, 5s).

Gesù come uomo era inferiore agli Angeli, e per questo Lucifero ha detto “Non servo”, perché lo ha guardato Gesù solo come uomo e non ha pensato che aveva anche la natura divina oltre che quella umana.

Ecco la spiegazione della sofferenza di Gesù e della sofferenza nostra, della croce di Gesù e della croce nostra. “Non andiamo in paradiso in carrozza”, diceva sempre Don Bosco ai suoi figli, e aggiungeva: “Ricordate che su questa terra c’è sempre da soffrire. La felicità perfetta su questa terra non c’è. Ci possono essere dei momenti felici, ma che durano così poco. Ci sarà sempre la croce, perché Gesù per salvarci ha dovuto accettare la croce, e noi pure per salvarci dobbiamo accettare la nostra croce”. Cerchiamo di mettercela in mente questa cosa.

Però soffrire con Gesù, è come soffrire metà. Egli ci dice: “Venite a me voi tutti che siete affaticati e stanchi e Io vi ristorerò perché il mio giogo è soave e il mio peso è leggero” (Mt 11, 28).

La mia vita non è stata facile. Ho ottant’anni, però soffrendo con Gesù ho sofferto metà di quello che avrei dovuto soffrire senza di Lui, la metà e anche meno della metà, perché Gesù ti dà una ragione della sofferenza e poi aiuta, ti sostiene, ti dà una mano e ti incoraggia: “Guarda che ho sofferto anch’io, e tanto, per te. So che cosa è la sofferenza, la conosco e ti aiuto”. Questo è Gesù.

Ed era ben giusto  che colui, per il quale e del quale sono tutte le cose    - ricordate che tutto è stato fatto per Lui, in Lui e in vista di Lui e niente è stato fatto senza  di Lui -, volendo portare molti figli alla gloria, rendesse perfetto mediante la sofferenza il Capo che li guida alla salvezza. Lui ha voluto soffrire come Capo per portarci alla salvezza. Infatti colui che santifica e coloro che sono santificati provengono tutti da uno solo. Per questo non si vergogna di chiamarli fratelli dicendo: ‘Annunzierò il tuo nome ai miei fratelli, in mezzo all’assemblea canterò le tue lodi’ (Eb 2, 10s). Perché Lui è nostro fratello, ha sofferto prima di noi e soffre in noi e ci aiuta a sopportare la sofferenza.

Non saranno facili i tempi che ci aspettano, mentre la natura si ribella all’uomo perché l’ uomo si è ribellato a Dio. Vedete che la natura non ci aiuta. Adesso abbiamo un bel sole, però se venisse una bella nevicata purificherebbe un po’ l’aria. Da una parte c’è neve e acqua e dall’altra c’è il fuoco: è la natura che si ribella .

Chissà cos’è successo a quelli che stavano rientrando con la navicella spaziale per scoppiare così in aria. Ma Gesù ci ha avvertito che viene come un ladro, quando meno ce lo aspettiamo. Perciò “state preparati, perché non sapete il momento né l’ora” (Mt 24, 44), ed è inutile che pensiamo la scadenza di chissà come e quando: da un momento all’altro potremmo essere chiamati alla sua presenza: per un incidente d’auto, un infarto, o altro. Però non dobbiamo fasciarci la testa prima di romperla. Viviamo bene momento per momento,  serenamente aspettandoci la vita eterna.

E ancora: Io metterò la mia fiducia in Lui; e inoltre: Eccoci, Io e i figli che Dio mi ha dato. Poiché dunque i figli hanno in comune il sangue e la carne, anch’Egli ne è divenuto partecipe, per ridurre all’impotenza mediante la morte colui che della morte ha il potere, cioè il diavolo, e liberare così quelli che per timore della morte erano soggetti a schiavitù per tutta la vita (Eb 2, 13s).

Ecco il nostro grande nemico. E’ rabbioso quanto mai, perché, come spiega l’Apocalisse, sa di avere poco tempo, e allora ci da dentro da morire, fa tutti i dispetti inimmaginabili, ma non è più forte del Signore, e se noi stiamo col Signore ci salviamo.

Egli infatti non si prende cura degli Angeli, ma della stirpe di Abramo si prende cura. Perciò doveva rendersi in tutto simile ai fratelli, per diventare  un sommo sacerdote misericordioso e fedele nelle cose che riguardano Dio allo scopo di espiare i peccati del popolo. Infatti proprio per essere stato messo alla prova ed avere sofferto personalmente, è in grado di venire in aiuto a quelli che subiscono la prova (Eb 2,16s).

Il Signore ci parla chiaro attraverso San Paolo. Cercate di leggere e meditare  quello che oggi vi ho letto, e cercate di farlo vostro senza ascoltare le altre voci, perché la Verità viene dal Vangelo e io ho il compito di trasmettervi solo la Verità. E’ il mio dovere, la mia missione.

Perché noi siamo qui e non ci sono  tanti altri? Ve lo chiedete qualche volta? Ringraziate il Signore che vi ha scelti per ascoltare la Verità e che vi ha dato la forza di dire sì mentre potreste essere andati a fare una passeggiata o al cinema o altro senza aver ascoltato questo.

Chi è che vi ha dato la buona volontà di venire qui ad ascoltare? Dovete dire grazie al Signore.

A vostra volta potete trasmettere a qualcun altro, ma state attenti di non dare le perle ai porci (Mt 7, 6). Prima di parlare guardate in faccia alle persone, se potete dire o non dire. Il Signore vi da la grazia di capire, ma se potete dire una parola e soprattutto testimoniare con la vita che credete in Colui che ci ha creato e redento, è cosa grande, perché le parole muovono, ma l’esempio trascina.

Se vi comportate da veri cristiani e non da fanatici (perché il fanatismo è la morte della fede, della devozione, ed è deleterio), ma razionalmente in tutti i posti, dove lavorate, nella famiglia, allora sì, perché fate partecipi gli altri della Verità e pian piano la Verità si dilata.

Se il Signore vi ha scelto per questo, ringraziatelo e fatevi coraggio.
 
Di Admin (del 22/11/2009 @ 15:11:40, in Suor +, linkato 1013 volte)

Meditazione di Suor+ a L.  il 28 agosto 2001

Trascritto dall'immediatezza del parlato

Dio disse ad Adamo ed Eva: "Crescete, moltiplicatevi e dominate la terra", e quindi Dio è ben contento che noi studiamo e scopriamo le cose che Lui stesso ha creato.

Dobbiamo sempre ricordare che è Lui che ha creato, non noi. Se siete qua è perché voi credete già a questo, lo conoscete già e volete approfondire, pian piano, la conoscenza di questa pietra preziosissima, che è la Verità.

Il diamante ha tante sfaccettature e ognuna ha una sua luce e risplende in modo suo, ma insieme sono una cosa sola; così è la nostra  Fede: è un blocco unico, che non può essere intaccato da nessuna parte, altrimenti, come il diamante, se viene colpito da una parte, va in frantumi.

Noi non possiamo dire di credere in Dio, che ci ha creati, che ci ha dato l’anima, e non credere in altre verità della nostra Fede. Per tanti cattolici che si dicono credenti, sembra difficile credere nella risurrezione della carne; invece dobbiamo essere convinti che dopo la morte c’è o il paradiso o l’inferno, c’è l’eternità. Dobbiamo credere che la nostra anima, che dopo la morte si  staccherà dal corpo, si ricomporrà con un corpo che ha le stesse qualità del corpo risorto di Gesù e di Maria (Dio ha anticipato anche per Lei la risurrezione della carne). Ci sarà la risurrezione per tutti noi, alla fine del mondo, col giudizio universale.

Alla morte saremo giudicati personalmente da Dio, mentre al giudizio universale sapremo la verità totale, davanti a tutti. Davanti a tutte le creature, da Adamo ed Eva all’ultima creatura, si conoscerà la verità.

La fede nostra deve essere rinforzata e accettata, anche se non la capiamo, così come utilizziamo i programmi di internet anche se non ne conosciamo i meccanismi di funzionamento, così come ci serviamo della stessa elettricità, senza saperne la provenienza né i principi.

Non conosciamo tante cose di questo mondo, come possiamo pretendere di conoscere quelle dell’altro mondo?

Ci vuole la fede, e ciò che è necessario credere ce lo ha rivelato il Figlio di Dio, nel Vangelo. Non sta a noi scegliere ciò che è bene credere e ciò che non è da credere: la fede va abbracciata totalmente, completamente, come un diamante. Se non crediamo anche ad una sola verità, non abbiamo la fede.

Leggiamo il simbolo della nostra fede:

Io credo in Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra; e in Gesù Cristo, suo unico Figlio, nostro Signore, il quale fu concepito di Spirito Santo, nacque da Maria Vergine, patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, morì e fu sepolto; discese agli inferi e il terzo giorno risuscitò da morte, salì al cielo, siede alla destra di Dio Padre onnipotente; di là verrà a giudicare i vivi e i morti. Credo nello Spirito Santo, la santa Chiesa cattolica, la comunione dei Santi, la remissione dei peccati, la risurrezione della carne, la vita eterna. Amen.

Sottolineiamo onnipotente, cioè che può tutto. E' quindi è una bestemmia continuare a dire che Dio non fa niente e che permette certe cose, oppure che, se fossimo al posto del Signore, faremmo questo o quest’altro, faremmo pulizia qua o interverremmo là, ecc. Spesso proprio noi che crediamo diciamo frasi simili, che sono delle bestemmie. Dicendo questo, noi ci crediamo superiori a Dio, migliori di Dio, più sapienti, più intelligenti di Lui.

E’ facile notare il male che c’è nel mondo e pretendere che il Signore intervenga a far saltare tutto; forse Lui interverrà, ma quando lo vorrà, quando per Lui sarà necessario. Il Signore sa che cosa fare, quando fare le cose e come farle. Noi, nel vedere il male che ci circonda, dobbiamo solo chiederci se collaboriamo a fare il male o se cerchiamo di diminuirlo.

C’è il principio dei vasi comunicanti anche nello spirito: se preghiamo per i peccatori, per la loro conversione, ma prima ancora per la nostra, se preghiamo per migliorare noi stessi, migliora tutto; per il principio dei vasi comunicanti, tutta la cristianità ne risentirà in bene. Se invece offendiamo il Signore, tutta la cristianità ne risentirà in male. Non siamo un’isola, non siamo isolati, ma facciamo parte di una comunità, della comunione dei santi.

Ho sperimentato la validità di certe preghiere di intercessione, che il Signore ha utilizzato quando ha voluto, come ha voluto e per chi ha voluto: questa è la comunione dei santi. Tutto ciò che di bene facciamo, anche indegnamente, con difetti (perché siamo una nullità), il Signore lo trasforma in un capolavoro e lo applica, lo utilizza, come e quando vuole.

Dobbiamo credere in Dio e nella sua onnipotenza.

Sempre nel Credo, si legge che Dio è Creatore del cielo e della terra. Il cielo e la terra li ha creati Lui, dal nulla, Lui è il Creatore e il Signore di tutto, è il Padrone, e quando vuole castigare usa le cose naturali (piaghe d’Egitto, terremoti, alluvioni, grandine, fulmini). Castiga perché è un Padre, perché ama e vuol far ravvedere: sta a noi capire.

Dio, se punisce, punisce perché ama, punisce per migliorarci, come un padre naturale che richiama i figli per educarli, per migliorarli.

Gesù, invece, è venuto per salvare il mondo e ci ha detto che saremo giudicati sulla sua parola. Per questo è importante conoscere bene il Vangelo. Noi saremo giudicati sul Vangelo, per questo dobbiamo leggerlo e chiedere allo Spirito Santo che ci dia la capacità di comprendere ciò che leggiamo. Ricordiamoci che senza il Signore non possiamo fare nulla; possiamo avere un’ottima intelligenza, ma se non interviene il Signore a farci capire le cose, siamo “niente”. Spesso ripetiamo teoricamente che siamo niente e che crediamo nel Signore, nella sua potenza, che Lui è il Re dei re, ma in pratica che cosa facciamo? Crediamo che Lui è il Creatore e Signore del cielo e della terra?

Se crediamo in Lui, capiamo anche perché ha permesso la caduta di Lucifero prima, e di Adamo ed Eva poi, perché aveva in mente di mandare il Figlio a redimerci, perché voleva perdonarci, voleva essere, oltre che sapiente, intelligente, onnisciente, infinito, anche misericordioso. Dire che Dio è misericordioso non significa, però, che manderà tutti in paradiso e che l’inferno non c’è più: queste sono tutte non verità, sono falsità.  Il Signore è chiarissimo, e leggendo il Vangelo capiremo che l’inferno c’è.

Altri ci possono ingannare, corrompere, ma noi abbiamo un patrimonio di fede a cui credere: o crediamo a Dio o a mammona; o siamo con Dio, o siamo contro Dio, il Signore ci lascia liberi.

Ricordiamoci che il demonio non può fare certe cose direttamente, e allora le fa fare agli uomini, che sono liberi, e Dio lascia che facciano anche le cose più aberranti. Il demonio non potrebbe commettere orrori di pedofilia, se non servendosi degli uomini che, invece di credere in Dio, credono in lui. Satana li corrompe, prima col denaro, poi col potere, infine col piacere.

La strada della corruzione e della perdizione è larga, invece la strada della salvezza è stretta e faticosa. Sono pochi quelli che si salvano, ma spetta a noi credenti, battezzati, restare in grazia di Dio, non vivere in peccato mortale. Noi credenti dobbiamo vivere da credenti, noi che siamo stati salvati e redenti da Gesù.

Nel Credo, leggiamo, ancora, di credere in Gesù Cristo, suo unico Figlio, nostro Signore, morto per noi, per redimerci. Lui stesso ci ha dato i mezzi per redimerci, ci ha dato i Sacramenti, e se siamo cristiani dobbiamo credere nei mezzi della salvezza, dobbiamo credere nei Sacramenti: Confessione, Comunione, ecc.

Noi crediamo nella Confessione, che ci libera dai peccati mortali, che altrimenti ci farebbero dannare per sempre.

Se crediamo nella Comunione, dobbiamo credere che in quell’Ostia consacrata, che ha l’apparenza del pane ma una sostanza diversa, ci sia veramente il Corpo, il Sangue, l’Anima e la Divinità di Gesù. Se crediamo in questo, chiediamoci come ci comportiamo davanti al Santissimo Sacramento, davanti a Gesù Sacramentato. Quando il sacerdote dice "Ecco l’agnello di Dio, ecco Colui che toglie i peccati del mondo", come ci comportiamo? Sappiamo che c’è di fronte a noi Gesù e ci sediamo comodamente, come fanno molti? Gesù, che sta per venire in noi, è il Creatore  e il Signore, Padrone del cielo e della terra, è quel Gesù, che ci ha redenti, che ha dato la vita per noi. Gesù Signore nostro Dio è in mezzo a noi, e noi non ci inginocchiamo?

Ricordiamoci che anche di questo dobbiamo rendere conto a Dio. Dobbiamo inginocchiarci, adorare Dio, lodarlo e chiedergli perdono per quanti non lo adorano, per quanti, anche sacerdoti, pur di ottenere il permesso per erigere la chiesa, relegano in un cantuccio il tabernacolo.

Quando si entra in una chiesa, dobbiamo fare la genuflessione, perché c’è il corpo, il sangue, l’anima e la divinità di Cristo.   
Durante la Messa dobbiamo prostrarci, fare atti di adorazione davanti a Dio, e ricordarci che, in quel momento, mentre Gesù cambia il vino nel suo sangue e l’ostia nel suo corpo, tutto il Paradiso è prostrato in adorazione, tutti gli angeli, i santi e la Madonna sono prostrati (ma non nella maniera dei Musulmani), sono in ginocchio, in adorazione. E noi?

Se ci crediamo, dobbiamo adorare.

 La nostra fede è venuta meno e lo si nota anche nella mancanza di questi atti di adorazione, di dedizione. Se non crediamo che è veramente Gesù, presente in quell’ostia, se pecchiamo, come mai ci accostiamo alla Comunione? San Paolo dice che, chi riceve indegnamente la Comunione, riceve la sua condanna, e noi ci lamentiamo di ciò che succede. Ricordiamoci che gli eventi negativi sono i richiami del Signore, che ci dice di essere attenti e di credere: se crediamo, dobbiamo comportarci come chi ha fede.

 Se crediamo, se abbiamo questa fiducia e vediamo i nostri disegni andare fuori della nostra comprensione, dobbiamo dire: "Signore, se permetti questo, vuol dire che va bene così. Tu ci hai creati e voluti, e se permetti questo sia fatta la tua volontà".

Dio ci ha creati, fin dall’eternità ci ha pensati! E' un mistero, e San Paolo agli Efesini esprime questo grande mistero: Benedetto sia Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli, in Cristo. In Lui ci ha scelti prima della creazione del mondo, per essere santi e immacolati al suo cospetto nella carità, predestinandoci ad essere suoi figli adottivi, per opera di Gesù Cristo, secondo il beneplacito della sua volontà. E questo a lode e gloria della sua grazia, che ci ha dato nel suo Figlio diletto, nel quale abbiamo la redenzione mediante il suo sangue, la remissione dei peccati secondo la ricchezza della sua grazia. Egli l’ha abbondantemente riversata su di noi con ogni sapienza e intelligenza, poiché egli ci ha fatto conoscere il mistero della sua volontà, secondo quanto nella sua benevolenza aveva in lui prestabilito per realizzarlo nella pienezza dei tempi: il disegno cioè di ricapitolare in Cristo tutte le cose, quelle del cielo come quelle della terra. In lui siamo stati fatti anche eredi, essendo stati predestinati secondo il piano di Colui che tutto opera efficacemente conforme alla sua volontà, perché noi fossimo a lode della sua gloria, noi che per primi abbiamo sperato in Cristo. In lui anche voi, dopo avere ascoltato la parola della verità, il Vangelo della vostra salvezza, e avere in esso creduto, avete ricevuto il suggello dello Spirito Santo che era stato promesso, il quale è caparra della nostra eredità, in attesa della completa redenzione di coloro che Dio si è acquistato, a lode della sua gloria.

Paolo dice che siamo benedetti da Dio Padre: Egli ci ha voluti, ci ha creati, dall’eternità ha pensato a noi, e Cristo ci ha redenti e ci ha fatto partecipi di questa benedizione speciale del Padre, col suo sacrificio.

San Paolo dice ancora che tutto è stato fatto per mezzo di Lui e in vista di Lui. Noi siamo stati scelti, prima della creazione del mondo, perché Dio è eterno e da tutta l’eternità ci ha pensato. Se noi riflettessimo su questo, non ce la prenderemmo, ma diremmo: "Signore, sia fatta la tua volontà!".

Ci ha fatti santi e immacolati, e lo possiamo essere, perché abbiamo i Sacramenti. Con la Comunione diventiamo santi, perché riceviamo Gesù, in corpo, sangue, anima e divinità, abbiamo la Santità in noi; e con la Confessione, con l’assoluzione dei nostri peccati, noi torniamo ad essere immacolati.

Da tutta l'eternità Dio ci ha predestinati ad essere suoi figli adottivi. Ci ha pensati quali siamo adesso, qui, a meditare sulla sua grandezza, sulla sua bontà, sul suo amore infinito per noi, suoi figli adottivi. Il Figlio naturale del Padre è Cristo Gesù, mentre noi siamo suoi figli adottivi, con gli stessi diritti del Figlio naturale, di godere Lui, per tutta l’eternità, in paradiso.

Abbiamo tanta paura della morte, ma se pensassimo che essa è la porta che ci apre alla felicità eterna, non avremmo più paura. Se solo provassimo a pensare a cosa ci attende dopo la morte, anche se dovessimo fare un po’ di purgatorio, cosa volete che sia, in confronto all’eternità? Pensate, per tutta l’eternità, il paradiso! 

Ed è Gesù Cristo che ci ha aperto le porte del paradiso, che erano state chiuse e sbarrate dopo il peccato di Adamo ed Eva. Tutto questo è avvenuto, secondo il beneplacito della sua volontà perché lo ha voluto Lui. Dio Padre ci ama da tutta l’eternità come suoi figli; Dio Figlio ci ama tanto da soffrire fino a dare la sua vita per noi; e lo Spirito Santo ci fa capire tutte queste cose. Senza di Lui non capiremmo niente di niente.

La prima devozione che dovremmo avere noi è per la Bontà di Dio, che ci ha dato tutto questo: è per merito suo che noi possiamo lodarlo per tutta l’eternità in Paradiso, con i santi, che lo amano, lo lodano e lo glorificano.

E’ Gesù che ci ha ottenuto questa grazia, con la sua morte: infatti San Paolo dice che abbiamo la redenzione, mediante il suo sangue. Dobbiamo proprio rassegnarci: non si và in paradiso in carrozza, ma con la croce. Gesù ci ha detto di cercare di passare per la porta stretta, cioè  saperci chinare, saperci restringere, saper fare a meno di tante cose, perché se la porta è stretta non possiamo portarci dietro tante valige, zaini, bagagli, ecc. Bisogna disfarsi di ogni ingombro, per entrare nella porta stretta. Bisogna saper fare a meno di tante cose che ci sembrano necessarie. Dobbiamo guardare all’essenza delle cose.

Mediante il suo sangue: noi portiamo il sangue del Figlio di Dio in noi. Lui ha versato il suo sangue per ciascuno di noi, ed è felice quando può versare questo sangue per una conversione. Si fa più festa in paradiso per un peccatore che si converte, che per un centinaio di santi. Le colonne portanti della nostra religione sono San Pietro e San Paolo, due convertiti. Il Signore non si spaventa dei nostri peccati, quello che non vuole è che noi superbi facciamo come Giuda, che non ha creduto nella sua misericordia e non si è salvato.

Gesù ci ha ottenuto la remissione dei peccati, secondo la ricchezza della sua grazia, e la grazia è infinita, perché Dio è infinito e Gesù non è un uomo qualsiasi, ma uomo-Dio.

Gesù, come uomo, conosce tutto di noi, le nostre piccole cose, le nostre stanchezze, le nostre debolezze, i nostri sentimenti, il senso dell’amicizia, le delusioni della vita; Lui capisce tutto di noi, perché l’ha provato, come uomo.

E poi è Dio, e come Dio ci ha meritato questa ricchezza della sua grazia che solo in Paradiso capiremo fino in fondo.

Il Signore non fa le cose così, tanto per farle: Egli ha riversato su di noi la grazia, con sapienza e intelligenza: l’intelligenza è saper capire e la sapienza è saper gustare. Non basta capire, essere intelligenti, bisogna fare un passo in più, avere la sapienza, che è  dono dello Spirito Santo.

Poiché egli ci ha fatto conoscere il mistero della sua volontà, secondo quanto nella sua benevolenza aveva in lui prestabilito per realizzarlo nella pienezza dei tempi: il disegno cioè di ricapitolare in Cristo tutte le cose, quelle del cielo, come quelle della terra.

Tutto è stato da Lui prestabilito, anche il disegno della salvezza per mezzo della croce, della sofferenza: tutto è stato prestabilito per Cristo, in Cristo e, quando ci sarà il giudizio universale, sarà un inno di lode a Cristo Signore, perché capiremo che non avrebbe potuto fare le cose meglio di come le ha fatte. Ci rammaricheremo di non aver capito, di non aver aderito prima del tempo, e godremo per tutta l’eternità.

Tutto è ricapitolato in Cristo, che ci ha salvati, in Cristo che si è fatto uomo per redimerci.

In lui siamo stati fatti anche eredi, essendo stati predestinati secondo il piano di colui che tutto opera efficacemente conforme alla sua volontà. Queste sono parole preziosissime di Paolo, parole ispirate dallo Spirito Santo: noi siamo eredi! Ma che diritto avevamo di essere eredi di Dio, noi nati dal peccato e che, purtroppo, nella vita lo offendiamo tante volte?  Eppure Lui ci ha condotti ad essere eredi; Lui che tutto opera efficacemente, conforme alla sua volontà. La volontà di Dio è efficace, la nostra no.

Perché noi fossimo a lode della sua gloria, noi che per primi abbiamo sperato in Cristo. La preghiera più bella che possiamo fare è la lode a Dio. Nella santa Messa diciamo: "Tu solo il Santo, Tu solo l’altissimo Gesù Cristo". Se provassimo a non dirlo meccanicamente, ma lentamente, capiremmo che siamo qua per la sua gloria, e la gloria di Dio è la salvezza delle anime. Lui si gloria quando può salvare un’anima, quando la può condurre in paradiso.

Dio è amore, ma anche giustizia infinita, e basta una nostra invocazione per salvarci. Basta dire : “O mio Dio, aiutami”, e ci aiuta.

In lui anche voi, dopo avere ascoltato la parola della verità, il Vangelo della vostra salvezza, e avere in esso creduto, avete ricevuto il suggello dello Spirito Santo che era stato promesso.

Questo che io vi spiego è la parola della verità, io non faccio altro che commentarla.

Nel Vangelo c’è la verità, c’è la salvezza. Ricordatevi che saremo giudicati sul Vangelo, sulla parola di verità.

Gesù aveva promesso lo Spirito Santo, aveva detto: "E’ bene che me ne vada, perché così vi mando lo Spirito, che vi farà capire tutto quello che io vi ho detto". Senza lo Spirito Santo noi non capiremmo niente, non potremmo fare la più piccola preghiera.

Lo Spirito Santo è caparra della nostra eredità, in attesa della completa redenzione di coloro che Dio si è acquistato, a lode della sua gloria.

Lo Spirito Santo è caparra che Dio, nella sua infinita bontà, ci dona, in attesa della completa redenzione. In questo momento la nostra redenzione non è completa fino a quando non saremo alla casa del Padre, alla casa di Dio, che ha acquistato la nostra redenzione con la morte del Figlio. Il Figlio, che è Dio, ha accettato per volontà del Padre di venire su questa terra, ha sofferto e ha raggiunto il culmine della sua sofferenza sulla croce quando ha esclamato: "Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?".

Gesù ci ha acquistato, con la sua sofferenza, la nostra salvezza; Lui ha pagato a caro prezzo. E noi che cosa dobbiamo fare? Noi dobbiamo aderire a Cristo e al suo disegno stupendo. Dobbiamo aderire a Cristo perché tutto è stato fatto per Lui, per mezzo di Lui e in vista di Lui.

 San Paolo agli Efesini spiega questo mistero della salvezza di Cristo: Per questo, io Paolo, il prigioniero di Cristo per voi gentili, penso che abbiate sentito parlare del ministero della grazia di Dio, a me affidato a vostro beneficio: come per rivelazione mi è stato fatto conoscere il mistero di cui sopra vi ho scritto brevemente. Dalla lettura di ciò che ho scritto potete ben capire la mia comprensione del mistero di Cristo. Questo mistero non è stato manifestato agli uomini delle precedenti generazioni come al presente è stato rivelato ai suoi santi apostoli e profeti per mezzo dello Spirito: che i Gentili cioè sono chiamati, in Cristo Gesù, a partecipare alla stessa eredità, a formare lo stesso corpo, e ad essere partecipi della promessa per mezzo del Vangelo, del quale sono divenuto ministro per il dono della grazia di Dio a me concessa in virtù dell’efficacia della sua potenza. A me che sono l’infimo fra tutti i santi, è stata concessa questa grazia di annunziare ai gentili le imperscrutabili ricchezze di Cristo, e di far risplendere agli occhi di tutti qual è l’adempimento del mistero nascosto da secoli nella mente di Dio, Creatore dell’universo, perché sia manifesta ora nel cielo, per mezzo della Chiesa, ai Principati e alle Potestà la multiforme sapienza di Dio, secondo il disegno eterno che ha attuato in Cristo Gesù nostro Signore, il quale ci dà il coraggio di avvicinarci in piena fiducia a Dio per la fede in Lui. Vi prego quindi di non perdervi d’animo per le mie tribolazioni per voi: sono gloria vostra.

Paolo dice che il mistero non è stato manifestato agli uomini delle precedenti generazioni, e che il disegno eterno, nascosto da secoli nella mente di Dio, viene attuato per mezzo della Chiesa. Ecco, l’importanza della Chiesa: “Tu sei Cefa, pietra, e su questa pietra edificherò la mia Chiesa, e le porte dell’inferno non prevarranno” (anche se adesso sembra che prevalgano).

Non temete, vedrete che vittoria sta preparando il Signore alla sua Chiesa!

San Paolo ci esorta ad avvicinarci, con piena fiducia, a Dio, ad avere fede in Lui e a non perderci d’animo, neanche per le nostre tribolazioni: esse sono la nostra gloria.

Come la tribolazione di Cristo è stata la nostra salvezza, così le tribolazioni di ognuno di noi, se ne capiamo il disegno, saranno per noi salvezza e gloria.

 Don Bosco diceva che non si va in paradiso in carrozza, e Gesù ripeteva: "Chi vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua".

I nostri sacerdoti sanno questa frase: “rinneghi se stesso”, e quando predicano dicono solo: “prenda la sua croce e mi segua”, ma non si soffermano sul rinnegare se stessi, cioè rinnegare ciò che è male di sé, rinnegare la propria intemperanza, la non pazienza, tutto ciò che non va in se stessi.

Rinnegare noi stessi possiamo farlo solo se chiediamo a Dio il suo aiuto: Lui è ben felice di aiutarci, ma rispetta la nostra libertà e aspetta la nostra adesione. Dobbiamo dire “si” a Lui e “no” al demonio. Se non ci riusciamo, chiediamo a Dio il suo aiuto, chiediamogli di avere pietà di noi. Chiediamogli di aiutarci perché senza di Lui non possiamo fare nulla; con Lui invece possiamo tutto. Tutto possiamo, in Colui che ci dà forza, anche affrontare il maligno.

C’è bisogno di preghiera, c’è bisogno di manifestare apertamente la nostra fede, anche con la vita.

Non temete: abbandoniamoci al Signore, lasciamo che faccia Lui e ci darà la forza, ci darà una grazia speciale per seguire i suoi insegnamenti. Diciamogli: "Aiutaci, Signore: vogliamo seguire i tuoi insegnamenti e arrivare dove sei Tu e goderti per tutta l’eternità", e Lui farà tutto il resto.

 
Di Admin (del 22/11/2009 @ 15:04:59, in Suor +, linkato 1294 volte)

Catechesi tenuta da Suor+ a L. il 31 Agosto 2002, riportata con l’immediatezza del parlato 

Abbiamo tanto bisogno dell’aiuto degli Angeli e degli Arcangeli, che sono molto forti e ci aiutano ad amare Dio e a difenderci dal nemico. Purtroppo il demonio è scatenato perché sa di avere poco tempo: l’Apocalisse lo dice chiaro, e da tutto quello che avviene lo capiamo benissimo. Il demonio sembra impazzito.

 Noi abbiamo tutti i mezzi per combatterlo e per vincerlo perché Dio è più forte del demonio. Lui è il principe di questo mondo, ma Gesù, con il Padre e lo S. Santo, è il nostro Dio, è il Re di questo mondo, quindi non abbiate paura e sappiate difendervi. La prima difesa è vivere in grazia di Dio: ricordatelo!

Se il demonio diventa il padrone della vostra anima perché vivete in peccato mortale, non avete difese. Però il Signore ci ha dato la Confessione, questo grande sacramento di penitenza. Se non abbiamo il tempo di andare subito a confessarci, facciamo subito un atto di pentimento e diciamo: “O Signore, che cosa ho fatto! Ho sbagliato! Signore perdonami, e appena posso vado a confessarmi”. Così   anche se moriste, non andreste all’inferno.

 I frutti della carne

Ora continuiamo  il nostro discorso sulla carità, meditando ciò che dice S. Paolo nella lettera ai Galati (Gal 5, 13s). “Voi, infatti, fratelli, siete stati chiamati a libertà, purchè questa libertà non divenga un pretesto per vivere secondo la carne. Ma mediante la carità siate al servizio gli uni degli altri. Tutta la legge, infatti, trova la sua pienezza in un solo precetto: Amerai il prossimo tuo come te stesso. Ma se vi mordete e divorate a vicenda, guardate almeno di non distruggervi del tutto gli uni gli altri! Vi dico dunque: camminate secondo lo spirito e non sarete portati a soddisfare i desideri della carne. La carne infatti ha desideri contrari allo Spirito e lo Spirito ha desideri contrari alla carne; queste cose si oppongono a vicenda, sicché voi non fate quello che vorreste. Ma se vi lasciate guidare dallo Spirito non siete più sotto la legge. Del resto le opere della carne sono ben note”.

Fornicazione. Adesso è  legge. Se dite a qualcuno che è male la fornicazione vi ride in faccia: “Ma scherziamo? Ma noi siamo liberi, quindi libero amore!”. Guardate che la legge di Dio è direttamente contraria alla legge del mondo che è sotto l’impero di Satana.

Impurità, libertinaggio, idolatria. Credete che non ci sia idolatria? Il dire che Allah è come il nostro Dio? Che va benissimo Budda, e magari arricchire la nostra casa di tanti piccoli Budda e cose del genere? Guardate che è idolatria!

Stregonerie. Credo che ci sia stata poche volte nel mondo tanta diffusione di maghi, stregoni, fattucchiere come adesso. Ci sono le reclames in tutte le TV, in tutti i giornali. Sappiate che tutti quelli che cadono in questi tranelli hanno poi una difficoltà enorme a venirne fuori, e anche dopo convertiti rimangono disturbati da mali per anni e anni. State attenti!

Inimicizie. In certi gruppi di preghiera c’è un’inimicizia continua: uno vuole essere superiore all’altro, uno vuol parlare più dell’altro, uno dice che ha più carismi dell’altro, e non c’è amore, non c’è carità. Tali gruppi non vengono dal Signore. 

Discordie.  Non si va d’accordo per cretinate che non stanno né in cielo né in terra. Fate come quei due frati famosi che non avevano mai litigato in vita loro, erano sempre andati d’accordo, e siccome avevano sentito che altri litigavano, hanno deciso di provare a litigare anche loro. E dissero: “Facciamo così: io dico che questo mattone deve andar dentro e tu dici che questo mattone deve star fuori… Dentro e fuori, dentro e fuori…”. Alla fine uno ha ceduto e ha detto: “Lasciamolo fuori”, e non sono stati capaci di litigare. Lo raccontavano a noi negli esercizi spirituali per dirci che a volte litighiamo per delle stupidaggini. Le mie consorelle a volte dicevano: “Questa sedia deve star qua”, e l’altra diceva: “Ma no, è fuori posto, deve star là!”. Ma sentite: mettetela dove volete, non importa della sedia pur di andar d’accordo, perché è il demonio ci fa perdere in queste sottigliezze pur di suscitare discordie.

Gelosie. Pochi ammettono di essere gelosi, ma la gelosia è una brutta bestia che rode.

Dissensi. Pensate ai dissensi che ci sono in politica. Io tengo la mia idea  se trovo buona una certa cosa, però rispetto anche le idee degli altri. “Io provo a convincerti che è bene così, e tu non accetti: beh, sei libero di pensare come vuoi. Se vuoi rovinarti con le tue mani, fa’ pure. Dopo tutto non sono io che devo pretendere di salvare il mondo”. I dissensi avvengono a volte per cretinate senza nessuna consistenza. Sono tutti articolati da Satana per farci cadere in inganno.

Divisioni.  Se io sono di un partito e tu sei di un altro partito, per questo dobbiamo litigare? Ucciderci? Mancare di carità? Ognuno è libero di pensare come crede.        

Fazioni. C’erano anche allora come ci sono adesso.

Invidie. “Se l’invidia fosse febbre, tutto il mondo ce l’avrebbe”. Per invidia quanto male ho visto, quante famiglie rovinate, quanti malefici fatti per rovinare persone, beni, case!

Ubriachezze. Non solo con il vino, ma anche con la droga e con le altre cose prese senza moderazione.

Orge e cose del genere. L’Apostolo conclude: “Circa queste cose vi preavviso, come già ho detto, che chi le compie non erediterà il regno di Dio”.

I frutti dello Spirito

“Frutto dello Spirito invece è l’amore. E’ il primo frutto! Quando c’è il Signore nel cuore noi vogliamo bene a tutti: agli amici, ai nemici, a coloro con cui andiamo d’accordo e a coloro che non condividono le nostre idee.

Il primo frutto dello Spirito Santo è l’amore perché il Padre, principio di ogni essere, è Amore, il suo Verbo è Amore, e l’Amore tra il Padre e il Figlio e tra il Figlio e il Padre è lo Spirito Santo, la terza persona della santissima Trinità, che è Amore. Ecco perché Maria Santissima ha concepito Gesù nel suo grembo per opera dello Spirito Santo. Ogni concepimento dovrebbe essere frutto di amore.

Gioia. Anche se siamo nelle pene, anche se abbiamo dispiaceri, però abbiamo una gioia di fondo nel cuore che nessuno può togliere: non le disgrazie, non le morti. rimane quella serenità, quella pace del cuore che solo Dio può dare.

Pace. Con Dio prima di tutto, perché lo abbiamo nel cuore, poi con il mondo intero. Non si litiga se si è in pace con tutti.

Pazienza. E’ la virtù che ci fa sopportare qualsiasi pena, qualsiasi sofferenza e qualsiasi altra cosa ingiusta senza scatti d’ira. Il Signore dopo la mia professione religiosa, a 21 anni mi ha chiesto di fare il voto di pazienza. Sono rimasta perplessa,  ed Egli mi ha invitato a studiarla nella  Somma Teologica di San Tommaso. Allora ho letto che non è solo perdere la calma, ma è il saper sopportare. Infatti l’anno dopo sono stata in punto di morte e ho avuto quello che ho avuto. Allora ho capito perché mi ha fatto fare il voto di pazienza: per prepararmi a tutta la sofferenza che avrei dovuto sopportare.

Benevolenza. Non siamo di quelle persone rabbiose a cui non va mai bene niente, ma cerchiamo di essere benevoli con gli altri, accettiamo quello che possono fare.

Se uno è disordinato di natura cerchiamo di accettarlo così com’è, non pretendiamo che sia ordinato, siamo benevoli egualmente con lui.

Bontà. La bontà di cuore si vede trasparire anche dal volto delle persone: dal volto buono, si vede che sono disposti alla bontà.

Fedeltà.  Essere fedeli al Signore è il primo dovere, poi anche ai legami familiari, coniugali, al dovere quotidiano. Ci sono tanti modi di essere fedeli sapete? Tanti richiami alla fedeltà.

Mitezza. Non dobbiamo essere sempre rabbiosi, irritati contro tutto e tutti e sempre nervosi. La mitezza è accettare gli altri come sono, e prima di tutto se stessi, guardare i lati buoni della nostra natura ed esaminare quelli che sono negativi per eliminarli. Ma per poterli eliminare bisogna conoscere i lati buoni. Un anno ho dovuto dettare gli esercizi a una trentina di ragazzi dai 19 ai 21 anni, tutti maschi, e una sera ho dato loro il compito di cercare i lati buoni del loro temperamento, della loro natura. Mi hanno guardato stupiti e dicevano: “Ma come, tutti ci dicono di guardare i difetti!”. “No, stasera dovete guardare i lati buoni che avete”. Il giorno dopo è arrivato un ragazzo di 19 anni piangendo perché non ne aveva trovato neanche uno. Pensate quanto era avvilito quel ragazzo: magari era stato cresciuto così, sempre sentendosi dire che non andava bene questo, che non andava bene l’altro. E’ terribile sapete! Può venire una degenerazione psichica da portare al suicidio. Difatti don Bosco diceva: “Quando un ragazzo fa bene, lodatelo, ditegli che ha fatto bene. Egli mette le ali ai piedi e la prossima volta fa il doppio di lavoro. Non umiliare! Non è una buona educazione dire sempre ai figli che va male.

Dominio di sé. Quanto è importante! Forse noi lo trascuriamo, ma il dominio di sé è un dono dello Spirito. Sapersi dominare: come si fa? Bisogna insegnare ai bambini come si faceva una volta a fare i fioretti, ossia le piccole mortificazioni che davano il dominio di sé. Ci dicevano di salire la scala in silenzio e noi ad ogni gradino facevamo un fioretto, così riuscivamo a fare tutta la scala in silenzio, invece che salire le scale chiacchierando.

Santa Teresa del Bambino Gesù, con il bene che voleva al suo papà, mentre la mamma era morta, fin da piccola quando riceveva le lettere non le leggeva subito, le metteva in tasca e aspettava mezz’ora a leggerle. Non cadeva il mondo, però non aderiva a questo desiderio grande, perché lei era espansiva ed affettuosissima, e in questo modo mortificava la sua natura. Aveva una superiora che poveretta non doveva essere a posto con la testa, la famosa madre Gonzaga, che l’ha fatta patire parecchio. Poi fu fatta superiora la sua sorella e a Suor Teresa venivano in mente tutti i motivi per andare da lei a parlarle, per stare insieme: nel suo diario descrive che doveva aggrapparsi alla ringhiera delle scale per non aderire a questo pur innocente desiderio.

Questo è il dominio di sé, perciò insegniamo ancora ai nostri bambini a fare piccoli fioretti. Per esempio se hanno voglia di un gelato, fateli aspettare dieci minuti, poi glielo date. Sono piccoli atti di dominio di sé, ma assai utili anche per la vita pratica.

“ Contro queste cose non c’è legge”.

 Coloro che appartengono a Cristo

“Ora coloro che appartengono a Cristo hanno crocifisso la carne con le sue passioni e i suoi desideri. Se pertanto viviamo dello Spirito, camminiamo anche secondo lo Spirito. Non cerchiamo la vana gloria, provocandoci e invidiandoci gli uni gli altri”.

Questo per dirvi ancora che tutto è fondato sulla carità. Perché io devo fare questa mortificazione? E perché aspettare? Per amore! Perché aspettare a bere se ho sete, perché aspettare a leggere quella lettera che mi preme subito?  Se io amo il Signore, gli offro questo sacrificio. Io lo amo sopra ogni cosa, lo amo al primo posto, e per amor suo faccio queste piccole mortificazioni. Se siamo abituati a queste piccole mortificazioni, quando vengono le grandi mortificazioni, le grandi scelte, di fare il peccato o non farlo, abbiamo allenato la nostra volontà e per amore del Signore rifiutiamo di offenderlo.

L’amore è il movente primo. Solo per amore facciamo ciò che esige il Vangelo. La paura dell’inferno non basta per salvarci, tanto è vero che quelli della massoneria, che firmano col loro sangue la lotta contro Dio e si sono assoggettati a Satana, non hanno paura dell’inferno. Si illudono e affermano che l’inferno è un’invenzione dei preti, e anche se sanno che c’è l’inferno, se avessero amato Dio veramente con tutto il cuore, l’anima, la mente e con tutte le forze non avrebbero scritto la loro condanna e si salverebbero.

Oggi sentite queste cose perché siete venuti qui. Difficilmente le sentite nelle prediche in chiesa. Ci sono sacerdoti che si sentono obbligati a fare la predica riassumendo la prima, la seconda e la terza lettura quasi che fosse scritta non so in che parte questa regola. Ma non è così: basterebbe una parola, una frase del Vangelo o della lettura per fare una catechesi, perché e quello che manca oggi è la catechesi sulle verità fondamentali della Fede. Coloro che hanno provocato smarrimento    dovevano essere affiliati alla massoneria: sono entrati pagati, preparatissimi, intelligentissimi, per rovinare la Chiesa dal di dentro. Ricordate il diario di quel francese che descriveva tutta la preparazione che aveva ricevuto per diventare  sacerdote allo scopo di rovinare la Chiesa dall’interno. Padre Jean Derobert doveva morire per le pallottole del mitra che gli hanno trapassato il petto e non è morto per un miracolo di Padre Pio: è un mistico, e io ho parlato con lui e gli ho chiesto se è possibile che un uomo di chiesa degeneri fino al  punto di insegnare degli errori, e gli dicevo i nomi di alcuni. Egli mi ha risposto che queste persone sono entrate per rovinare la Chiesa. Ricordiamoci che il demonio mediante certe infiltrazioni nella Chiesa ha sferrato offensive proprio in grande stile come non è mai stato. Sono passati duemila anni dalla venuta di Cristo, questi anni sono stati voluti dal Signore per la diffusione della verità, perché tutti conoscano Gesù e il suo Vangelo quale unica via della salvezza. Ora il Vangelo di Cristo è diffuso in tutto il mondo, tutti sanno chi è Gesù, l’ultimo grande missionario che ha fatto epoca è il Papa, muovendosi in persona e andando in ogni nazione e luogo. E’ il Signore che l’ha voluto, è lo Spirito Santo che lo conduce, perché dove va si chiedono chi è quest’uomo, e vengono così a sapere che è il Vicario di Cristo. Così Cristo viene conosciuto in tutto il mondo. Che lo accettino o che lo combattano, è libera scelta degli uomini.

Gesù conosciuto in tutto il mondo con i mezzi di comunicazione ha posto questo limite: i duemila anni di missionarietà stanno finendo, “chi crederà sarà salvo e chi non crederà sarà condannato”. Dio è giustizia infinita, volete che non sappia quello che hanno dentro nel cuore tutti gli uomini? Lui è morto per tutti, per i cinesi, gli africani, gli americani, per tutti, ha dato la sua vita per ognuno di noi e ci ama tanto, al punto di aver contato i capelli del nostro capo. Volete che il Signore non conosca la situazione attuale del mondo? O dobbiamo essere noi a suggerire al Signore che cosa deve fare?

Ci sono persone che dicono “Si dovrebbe far così o colà”. Bravo, dico io, sei più intelligente di Dio? Pensate che Dio  non sappia giudicare, non sappia che cosa  ha dato e che cosa può richiedere? A noi che conosciamo bene la religione richiederà di più, “perché  a chi più è stato dato,  più sarà richiesto”. A chi non ha ricevuto tutto il ben di Dio che abbiamo avuto noi richiederà l’essenziale, ma lasciamo a Lui il pensiero: noi non dobbiamo criticare il Signore.

Ora siamo arrivati alla conclusione di questo millennio e il Signore affonderà la sua scure e separerà i buoni dai cattivi. La conoscenza il Signore l’ha rivelata a tanti, anche nella Sacra Scrittura, e verrà il momento che Lui chiederà i conto di tutto. Adesso ha detto: “Il Padre mio metterà tutti i miei nemici a sgabello dei miei piedi”: tutti li annienterà. Ora, perché annienti tutti i nemici, mi volete dire che cosa avverrà su questa terra?

Già vedete che le cose non vanno dritte, vedete l’inquinamento dell’aria, dell’acqua, guardate il tempo che cosa fa: da una parte le inondazioni, dall’altra il fuoco, e avverrà, perché è inesorabile che avvenga, la terza guerra mondiale, per necessità, perché quando gli stati si trovano davanti al crollo finanziario, che cosa fanno? Fanno guerra, perché questa distrugge, ammazza tanti uomini e restano meno bocche da sfamare; poi si ricomincia a costruire: questo è il loro ragionamento.

Però noi se siamo con il Signore non dobbiamo avere paura: “Non temete piccolo gregge” ­­- ci ha detto Gesù -; “Io sarò con voi fino alla fine dei tempi”. Se noi scegliamo Lui siamo del suo gregge ed Egli pensa a noi.

Quando vedo qui questi bellissimi bambini, dico che il Signore preparerà un bellissimo mondo per loro, molto più pulito di quello che abbiamo trovato noi e in cui viviamo adesso. E meno male, Deo Gratias, perché noi pensiamo sempre ai nostri, ma è così. Queste sono le verità sacrosante, la Sacra Scrittura lo dice, l'ha detto in tutti i sensi ed  è detto chiarissimo nell’Apocalisse.

L’Apostolo prosegue: “Dobbiamo sempre ringraziare Dio per voi fratelli, ed è ben giusto: la vostra fede infatti cresce rigogliosamente e abbonda la vostra carità vicendevole”. Credo che il Signore lo possa dire anche di noi che siamo qui presenti.

“Così noi possiamo gloriarci di voi nelle chiese di Dio per la vostra fermezza e per la vostra fede, in tutte le persecuzioni e tribolazioni che sopportate: questo è un segno del giusto giudizio di Dio che vi proclamerà degni di quel regno di Dio per il quale ora soffrite. E’ proprio della giustizia di Dio rendere afflizioni a quelli che vi affliggono, e a voi che ora siete afflitti sollievo insieme a noi, quando si manifesterà il Signore Gesù dal cielo con gli angeli della sua potenza”.

Ora noi siamo dalla parte di Dio vogliamo essere di questi.

Verrà “in fuoco ardente a far vendetta di quanti non conoscono Dio e non obbediscono al Vangelo del Signore Nostro Gesù. Costoro saranno castigati con una rovina eterna, lontano dalla faccia del Signore e dalla gloria della sua potenza, quando Egli verrà per essere glorificato nei suoi santi ed essere riconosciuto mirabile in tutti quelli che avranno creduto, perché è stata creduta la nostra testimonianza in mezzo a voi. Questo accadrà in quei giorni, e anche per questo preghiamo di continuo per voi, perché il nostro Dio vi renda degni della sua chiamata e porti a compimento con la sua potenza ogni vostra volontà di bene e l’opera della vostra fede, perché sia glorificato il nome del Signore nostro Gesù in voi e voi in Lui secondo la grazia del nostro Dio e del Signore nostro Gesù Cristo”.

Se siete qua, se avete la fiducia nel Signore, nel suo aiuto, di che cosa dobbiamo temere? “Se Dio è con noi, chi è contro di noi?”.  Questo è quanto in questo momento dobbiamo conoscere e sapere, e non ci possiamo illudere, perché vediamo chiaramente come le cose non vanno migliorando, ma peggiorando. I tempi sono di Dio, Lui ci fa vedere, ci fa conoscere le cose che avverranno, però il non dice quando. Non crediate ad alcuna persona o lettera o scritto che vi dice un tempo: il Signore non ha mai voluto dire i tempi, neppure agli Apostoli.

Noi dobbiamo essere sempre vigilanti, anche se un grandissimo aiuto ci viene dal  Cuore Immacolato di Maria nelle rivelazioni per questo tempo.

Gli apostoli, quando Gesù ha profetizzato quello che sarebbe avvenuto anche ai tempi nostri riguardo la fine del mondo, la fine di Gerusalemme, hanno chiesto quando sarebbe avvenuto, e Lui ha detto che neanche il Figlio dell’Uomo lo sapeva: certo  come  Dio è logico che sapesse i minuti e i secondi, ma non vuole ed è giusto che sia così altrimenti non so come reagiremmo sapendo in che modo avverrà.

Ora vi preghiamo fratelli riguardo la venuta del Signore Nostro Gesù Cristo e alla nostra riunione con Lui di non lasciarvi così facilmente confondere e turbare né da pretese aspirazioni, né da parole, né da qualche lettera fatta passare come nostra quasi che il giorno del Signore sia imminente. Nessuno vi inganni in alcun modo, prima infatti dovrà venire l’apostasia e dovrà essere rivelato l’uomo iniquo, il figlio della perdizione, colui che si contrappone e si innalza sopra ogni essere che viene detto Dio o è oggetto di culto fino a sedere nel tempio di Dio additando sé stesso come Dio”.

E ci siamo proprio, la massoneria regna in Vaticano al posto di Dio, non il Papa per carità.  Ecco cosa deve avvenire, perciò non lasciamoci ingannare.

“Non ricordate che quando ero ancora tra voi venivo dicendo queste cose? E ora sapete ciò che impedisce la sua manifestazione che avverrà nella sua ora. Il mistero dell’iniquità è già in atto, ma è necessario che sia tolto di mezzo chi finora lo trattiene. Solo allora verrà rivelato l’empio, e il Signore Gesù lo distruggerà con il soffio della sua bocca e lo annienterà all’apparire della sua venuta: l’iniquo, la cui venuta avverrà nella potenza di Satana con ogni specie di portenti, di segni e di prodigi menzogneri   (guardate la tecnica, fino a che punto è arrivata adesso, guardate cosa non hanno), e con ogni sorta di empio inganno per quelli che vanno in rovina, perché non hanno accolto l’amore della verità per essere salvi.

Voi siete di quelli che avete accolto l’amore della verità, altrimenti non sareste qui ad ascoltare queste parole dettate dallo Spirito Santo duemila anni fa e che sono di una attualità impressionante.

“E’ per questo che Dio invia loro una potenza d’inganno, perché essi credano alla menzogna, e così siano condannati tutti quelli che non hanno creduto alla verità, ma hanno acconsentito all’iniquità”.

E’ libera scelta nostra, sapete: il Signore non odia nessuno, è morto per tutti, ma quegli iniqui che non vogliono aderire a Cristo, non vogliono adorarlo, ascoltare la sua parola e mettere in pratica quello che Lui ha detto e ci ha insegnato a fare, è la loro iniquità che li condanna.  “Noi però dobbiamo sempre rendere grazie a Dio per voi, fratelli amati dal Signore,  perché Dio vi ha scelto come primizia della salvezza attraverso l’opera santificatrice dello Spirito e la fede nella verità, chiamandovi a questo con il nostro Vangelo per il possesso della gloria del Signore nostro Gesù Cristo. Perciò, fratelli, siate saldi e mantenete le tradizioni che avete appreso così dalla nostra parola come dalla nostra lettera, e lo stesso Signore nostro Gesù Cristo e Dio Padre nostro che ci ha amati e ci ha dato per sua grazia una consolazione eterna e una buona speranza, conforti i vostri cuori e li confermi in ogni opera e parola di bene. Per il resto pregate per no,i perché la parola del Signore si diffonda e sia glorificata, come lo è anche tra voi, e veniamo liberati dagli uomini perversi e malvagi. Non di tutti, infatti, è la fede, ma il Signore è fedele: Egli vi confermerà e vi custodirà dal maligno.

Credete! E’ fedele il Signore, e se noi ci schieriamo con Lui e lo preghiamo, Lui ci difende dal maligno.

“E riguardo a voi, abbiamo questa fiducia nel Signore, che quanto vi ordiniamo già lo facciate e continuiate a farlo. Il Signore diriga i vostri cuori nell’amore di Dio e nella pazienza di Cristo”.

E’ quello che anch’io prego e mi auguro con tutto il cuore che avvenga.

 
Di Admin (del 20/11/2009 @ 18:30:29, in Suor +, linkato 921 volte)


Catechesi di Suor +   tenuta il 3 marzo 2002

 E’ la prima volta nella storia dell’umanità che il Figlio di Dio dà l’autorizzazione di chiamare Dio “Padre”.

Gli antichi Ebrei non potevano neanche nominare il nome di Dio Jahvé. Ricordate che cosa dicevano le tavole della legge: “Io sono il Signore Dio tuo, non avrai altro Dio fuori di me… Non nominare il nome di Dio invano”. Non bisognava neanche nominarlo.

Gesù, che era il Figlio di Dio, Dio Lui stesso, l’Intelligenza del Padre, il Pensiero del Padre, il Verbo del Padre, ci dice, invece, di chiamare Dio “Padre” e di pregarlo così:  “Padre Nostro che sei nei cieli”…

O Signore, che cosa sono questi cieli?

Noi sappiamo che se Dio non fosse presente anche in un pezzo di pietra, in una molecola, quella cadrebbe nel nulla, non esisterebbe più. Dio è presente in tutta la natura, in tutta l’atmosfera, in tutte le galassie (ci sono più di 400 galassie e ognuna di esse è formata da milioni di stelle) e i veri studiosi hanno fede in Dio, perché, di fronte a cose così esorbitanti, così superiori alla nostra piccola intelligenza, al nostro piccolo mondo, non possono che rimanere sbalorditi e pensare che c’è una Mente Superiore a tutto, c’è una Potenza Infinita per fare  e creare una meraviglia del genere.

Tutti sappiamo che la materia da sola non può darsi vita: sono arrivati ad affermare questo anche gli scienziati russi, che erano stati allevati nell’ateismo più completo.

Anche noi da bambini pensavamo sempre che Dio fosse al di sopra delle nubi, nei cieli, ma i cieli, che noi a volte, diciamo infiniti, sono invece finiti, come pure le costellazioni e tutto l’universo. Infinito è solo Dio, ed è al di sopra di tutti i cieli, di tutte le creazioni che ha fatto, al di sopra di tutto e in tutto, e noi non esisteremmo se Lui non fosse presente dappertutto. Né io potrei parlare, ora se non mi tenesse in vita.

E’ meraviglioso pensare che, tutte le volte che diciamo “Padre Nostro che sei nei cieli”, ci rivolgiamo all’Infinito, a un Tu, che è al di sopra di tutto, un Tu che non aveva bisogno della materia, non aveva bisogno di creare i cieli e la terra, i fiori e gli animali e neanche noi. Eppure l’ha voluto fare…Perché?

Dante c’era già arrivato e aveva detto che “ tutto si muove per amore”.

L’amore è il centro dell’esistenza. Solo per amore il Signore poteva fare tutto questo, Lui che è Infinito in tutto.

Dio è infinito nella sapienza, nella conoscenza, nella bontà, ma non poteva attribuire a sé l’aggettivo Misericordioso, perché non aveva da perdonare niente.

Il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo sono tre Persone della stessa natura perfetta: allora, per poter esprimere l’amore - perché Dio è Amore, è Carità - perché fosse manifesto il suo Amore, ha voluto inventare il modo per poter essere misericordioso, permettendo il peccato e l’Incarnazione del Figlio.

San Paolo dice che tutto è stato fatto per Lui ed in vista di Lui e niente è stato creato al di fuori di Lui. Dio ha lasciato che il Figlio si addossasse  tutta la nostra miseria e patisse, per noi, per salvarci. Cerchiamo di ricordare e meditare tutte le sofferenze di Cristo, guardando che cosa è il peccato e che cosa fa il peccato, che ha portato un Dio innocente e perfetto, a soffrire quello che ha sofferto.

Solo dopo aver espiato il peccato, Cristo ha potuto essere misericordioso, istituendo il sacramento della Confessione.

Quando ci rivolgiamo a questo Padre che è nei cieli, ricordiamoci che ha fatto tutto questo panorama di salvezza per noi ed è in mezzo a noi, infinitamente al di sopra di noi, anche se non lo possiamo vedere. L’unico che in terra si è potuto vedere è Gesù, che ha assunto una carne come la nostra.

Solo quando saremo morti e il nostro corpo sarà in polvere, mentre saremo uno spirito, potremo vedere com’è questo Dio Padre e lo Spirito Santo. Per ora possiamo percepire solo la loro presenza, in una grande luce, una grande potenza e una immensa gloria.

Spesso Dio   viene rappresentato come un vecchio, con una grande barba, ma è solo una rappresentazione, così come gli angeli vengono rappresentati con le ali, mentre, essendo puri spiriti, non hanno corpo. Bisognerebbe dirlo anche ai bambini che gli angeli non hanno le ali, ma che questo è un nostro modo di raffigurarli, per dire che volano, che sono da tramite fra noi e Dio e che sono pronti a fare la volontà di Dio.

Bisogna dire la verità in modo che possano capire. Tutte le nostre risposte devono essere secondo la verità, anche negli argomenti più delicati, e lo si può fare tranquillamente, sempre portandosi all’origine della creazione di Dio.

Sia santificato il tuo nome

Fa’, o Dio, che capiamo che Tu sei perfetto e che hai il nome al di sopra di tutti i nomi, fa’ che noi riconosciamo questo e che santifichiamo il Tuo nome. Dio è già Santo, ma siamo noi che dobbiamo capire questa santificazione, capire che, se andiamo verso di Lui, lo ascoltiamo e lo amiamo e riconosciamo solo Lui come scopo di tutta la nostra vita, allora diventiamo santi e santifichiamo Lui e inneggiamo alla sua santità.

Il nome di Dio è sempre Santo, ma dobbiamo noi capire e, con l’amore Suo, cercare di avvicinarci alla sua santità, cercare di essere perfetti come Lui, anche se mai ci riusciremo.

Venga il tuo regno

Sapete qual è il regno di Dio? È la santificazione delle anime, la salvezza delle anime. Se noi siamo in grazia di Dio, Dio regna in noi, e regnando in noi Dio regna nel mondo, in tutto ciò che facciamo o diciamo, nel nostro lavoro, nei nostri interessi.

Per il regno di Dio, ci sono i missionari, quelli veri, perché, ricordatelo, ci sono anche quelli falsi, quelli che sostengono che tutte le religioni portano a Dio e che anche quelli che non credono in Cristo si salvano, mentre solo in Cristo c’è salvezza.

Il Papa l’ha ripetuto tante volte, ha detto: “Aprite le porte a Cristo, perché solo in Lui c’è salvezza”.

Possiamo andare al Padre solo attraverso il Figlio, attraverso i Sacramenti, e il Regno di Dio è proprio questo: che Lui regni dentro di noi. Dobbiamo cercare che Dio regni dentro di noi, e poi che questo regno si diffonda e che tutti gli uomini si salvino. 

Se possiamo fare qualcosa, se possiamo parlare, facciamolo, e se non possiamo fare niente, possiamo pregare, ecco perché abbiamo questa preghiera: Padre Nostro.

Non tutti possono fare i missionari, ma tutti possiamo pregare perché venga il regno di Dio, perché tutti gli uomini capiscano che Lui è il vero Dio, il vero Re, che dà la pace e la felicità per tutta l’eternità. Noi, a volte, barattiamo questa    meravigliosa eternità, per un poco di denaro su questa terra. Non ne vale la pena!

Sia fatta la Tua volontà, come in cielo, così in terra..

Ci possiamo salvare solo facendo la sua volontà, e la volontà di Dio è che ci facciamo santi. Farsi santi significa mettersi in grazia di Dio ad onore di Dio. Non santi sugli altari, non santi con l’aureola, ma essere nella grazia di Dio. Solo facendo la sua volontà giungeremo alla santità: non ci sono altre strade.

Dio vuole   darci una eternità di felicità, vuole che tutti siamo figli adottivi, ma perché questo si avveri, è necessario prendere la propria croce e seguire Gesù.

San Giovanni Bosco era sempre fra i ragazzi e anche fra i ragazzi ignoranti diceva loro che in paradiso non si va in carrozza, ma bisogna soffrire, come ha sofferto Gesù. Tutti soffrono, ma se noi offriamo la nostra sofferenza al Signore, otteniamo molti meriti.

I santi del cielo  hanno fatto la volontà di Dio, così pure gli angeli che sono in paradiso. Grazie a Dio, anche su questa terra, ci sono tanti che fanno la volontà del Padre. Purtroppo, mentre il bene non fa rumore, non si sente, il male fa notizia.

Ricordatevi che, mentre qualcuno ammazza, da un’altra parte della terra, c’è un gruppo di persone che   prega e la preghiera sostiene il mondo silenziosamente.

Dacci oggi il nostro pane quotidiano

Non dobbiamo accumulare, pensando al domani. “Quotidiano” vuol dire “di oggi”,  e giorno per giorno il Signore penserà a darci il suo aiuto. Ringraziamolo giorno per giorno.

Non dobbiamo accumulare, essere avidi: tutte le guerre sono scoppiate per il dio mammona, per il dio denaro, per gli interessi materiali, e per tutto questo c’è chi vende anche l’anima. Noi invece pensiamo all’oggi, al necessario per oggi, perché siamo sicuri che domani il Signore ci aiuterà.

Rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori

Se noi non perdoniamo, il Signore non ci perdonerà.

Perdonare non significa dimenticare, ma cercare di pensare il meno possibile all’offesa ricevuta e scacciare dalla mente il pensiero che allontana dal cuore il perdono. Perdonare non significa andare ad abbracciare la persona che ci ha fatto del male: così facendo potrebbe anche credere di aver fatto bene. Il Signore esige che il nostro cuore perdoni, che nel nostro cuore non si auguri niente di male, anzi che si preghi perché chi ci fa del male si converta.

Noi abbiamo questa grande ricchezza: sappiamo pregare per chi ci ha fatto del male, per coloro che ci perseguitano. E’ una grande grazia non coltivare vendetta, ma rimettere tutto a Dio, il quale, se noi perdoniamo, ristabilisce lui stesso la giustizia.

Dobbiamo perdonare, ma girare al largo da certe persone e pregare per loro.

E non ci indurre in tentazione

Non ci indurre vuol dire non lasciarci cadere in tentazione.

Dio non tenta nessuno, ma permette che siamo tentati dal demonio, dal mondo e dalle passioni. Dio lo permette, e a volte lascia che siamo tentati, come dice Paolo, perché la virtù si rafforza nella debolezza, perché ci basti la sua grazia e perché, senza le tentazioni, peccheremmo di superbia, non saremmo mai vigilanti e non ci metteremmo in ginocchio a pregare il Signore perché ci aiuti.

Dobbiamo riconoscere di essere deboli, prendere le precauzioni per non cadere e pregare Dio di non indurci in tentazione. I santi sono ricorsi alle mortificazioni più tremende: Santa Caterina si era arrotolata in una siepe di spine, per una tentazione così forte, da non essere capace di dominarla.

Il nostro corpo è come un puledro che a volte si imbizzarrisce: come per domare il cavallo si usa la frusta, così col nostro corpo c’è bisogno della mortificazione fisica, corporale; ma pur di non cadere nella tentazione, dobbiamo pregare: c’è bisogno dell’aiuto del Signore, perché da soli non riusciamo a fare nulla.

Gesù ci insegna che è meglio andare in paradiso con un occhio solo, che andare all’inferno con due: questo non significa che fisicamente dobbiamo perdere un occhio, ma che è necessario soffrire a tal punto, come se ci togliessero un occhio.

Se un coniuge è preso dalla tentazione di tradire perché ha incontrato una terza persona e si è invaghito, e per questa farebbe qualsiasi cosa, “togliersi un occhio” o “tagliarsi un piede” significa proibirsi di andare nel posto dove poter incontrare l’altro, anche se questa proibizione è tanto mortificante da far soffrire fisicamente, come togliere un occhio o tagliare un piede. Il Signore ci lascia liberi, ma se chiediamo il suo aiuto, interviene, perché sa che siamo di carne ed ossa e siamo inclini al male, al peccato.

Per non cadere, dobbiamo sin da bambini abituarci a fare i fioretti, altrimenti non si ha la capacità di mortificarsi.

Il Padre nostro è la preghiera più bella, perfetta, con essa, Gesù  ci ha insegnato a chiamare “Padre” il suo stesso Padre. Noi abbiamo per Padre un Dio non tremendo, ma giudice, e non dobbiamo temere il castigo di Dio, perché prima di essere giudice egli è Padre, un Padre Misericordioso.

Nelle nostre preghiere non dobbiamo continuamente pensare alla nostra miseria, alle nostre debolezze, perché così facendo mettiamo noi al centro della preghiera, ma fissare gli occhi in Gesù, e pensare a  quello che Lui ha fatto, a quello che Lui è, e cercare di imitarlo, e se abbiamo sbagliato chiedergli perdono e andare avanti, voltare pagina e non tornare su peccati che, confessati, Lui ci ha già perdonato.

Ricordiamoci che non possiamo essere superiori a Dio, non dobbiamo lasciarci ingannare dal demonio credendoci superiori a Dio, e peccando di superbia non perdonandoci.

Dio perdona tutto, basta essere pentiti; non dobbiamo dubitare di questo, altrimenti si corre il rischio di prendere degli esaurimenti per le colpe commesse. Questi esaurimenti nessun psichiatra è capace di guarirli. Psichiatri bravi sono rari, invece la maggior parte sono della scuola di Froid, che è satana in persona.

La cura più bella è la confessione!

Dagli psicologi o psichiatri, per essere curati bisogna pagare fior di quattrini, dal confessore invece,  non si paga. Molti hanno fatto diventare milionari maghi e imbroglioni, invece, senza spesa alcuna, è nel sacramento della confessione che ci sentiamo dire di andare in pace perché il Signore ci ha perdonato, e usciamo sollevati, liberati, guariti. Dio è il Signore della pace, e se c’è qualcosa che ci turba, non viene da Dio, ma da Satana.

Quando siamo nel turbamento, dobbiamo pregare. Oggi, più che mai, siamo al culmine della lotta - lo si vede da tutto quello che succede -: dobbiamo pregare perché Satana venga sconfitto e perché chi si è dato a Satana si converta.

Pregate, ma mantenete le distanze da queste persone, che parlano ed agiscono in questo modo, che sono contro Dio e che hanno fatto tanto male. Ricordate ciò che è successo alla Russia, che era il granaio d’Europa, era la nazione più ricca e a come l’ha ridotta Satana.

E’ satana che dirige la massoneria e l’operato di quegli scienziati che hanno in mano l’orologio della bomba atomica, la quale prima o poi scoppierà, ne sono sicura, ma grazie a Dio non scoppierà da noi. Mettetevi pure tranquilli, non scoppierà da noi, ma saremo molto, molto provati nella fede, perché dobbiamo dichiararci dalla parte di Cristo, e se stiamo da quella parte, il demonio non è contento. Siate, comunque, tranquilli e in pace, perché il Signore ci aiuterà. Ci ha detto: “Piccolo gregge, io sarò sempre con voi”. Siamo davvero un piccolo gregge in confronto a quelle masse, ma possiamo essere sereni. Ditelo anche agli altri, fate propaganda e invitate alla preghiera, perché siamo proprio in pericolo. I seguaci di Satana, vedendosi sconfitti, possono prendere le armi e fare la persecuzione contro gli amici di Dio.

La nostra forza è nella preghiera: un’arma potentissima.

Pregare significa parlare col Signore, rivolgerci a Lui quando siamo nel pericolo, quando non sappiamo che cosa fare. Pregare significa chiedere di stare con Lui e non con il demonio: possiamo chiedergli questo da mattina a sera, perché Lui dice di pregare senza interruzione.                                                

 Sia lodato Gesù Cristo!

 
Di Admin (del 20/11/2009 @ 18:20:36, in Suor +, linkato 878 volte)
Il Padre Nostro (2)
 
 
Catechesi tenuta da Suor + a L. il 29.08.05 con ritocchi redazionali. Parte seconda .
 
“Dacci oggi il nostro pane quotidiano”
 
Gesù detta il Pater ad Apostoli poveri che hanno il problema del mantenimento quotidiano, e li invita a rivolgere a Dio la loro richiesta di pane. Nella sua mente però pensa all’altro Pane, soprasostanziale, che Lui stesso chiamerà Pane che dà la vita eterna, e pronuncia la grande promessa: “Cercate prima di tutto il Regno di Dio, e il resto vi sarà dato in più” (Mt  ). Il Regno di Dio è dato soprattutto quando Egli entra in noi e vi prende possesso con assicurandoci che come il Padre, Il Vivente, ha mandato Lui, così chi mangia di Lui vivrà per Lui” (Gv 6, 57s).
 
A questo ragionamento si ispiravano i Padri della Chiesa interpretando che la preghiera di Gesù per il pane quotidiano alludesse soprattutto all’Eucaristia (v. commento di Sant’Agostino al Padre nostro, Lettera a Proba, ecc.), come quando si compra il pane viene aggiunto gratuitamente il sacchetto per contenerlo.
 
L’Eucaristia non è data una volta per tutte per mantenerci nella grazia di Dio. E’ data come Pane quotidiano di cui abbiamo bisogno ogni giorno per mantenerci fedeli a Dio. La Divina Provvidenza però ci assicura anche il sovrappiù del pane materiale di cui abbiamo bisogno.
 
Gesù ci ha insegnato a chiedere: “Dacci oggi il nostro pane quotidiano”.
 
Vi leggo le sue parole che fanno parte del discorso della montagna: “Perciò vi dico: per la vostra vita non affannatevi di quello che mangerete e berrete e neanche per il vostro corpo, di quello che indosserete, la vita forse non vale più del cibo e il corpo più del vestito? Guardate gli uccelli del cielo, non seminano, né mietono, né ammassano nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non contate voi forse più di loro? E chi di voi, per quanto si dia da fare, può aggiungere un’ora sola alla sua vita? E perché vi affannate per il vestito? Osservate come crescono i gigli del campo……..Non affannatevi dunque dicendo: Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo? Di tutte queste cose si preoccupano i pagani; il Padre vostro celeste sa che ne avete bisogno. Cercate prima di tutto il regno di Dio e la sua giustizia e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta. Non affannatevi dunque per il domani perché il domani avrà già le sue inquietudini. A ciascun giorno basta la sua pena”.
 
Questi sono gli insegnamenti pratici di Gesù, e un più bel commento non lo potrei trovare.
 
La quasi totalità degli uomini di questo mondo si affanna per questo pane quotidiano.
 
Io ho passato la guerra del 40/45 e non vi dico che non abbiamo patito la fame, però non siamo morti di fame. Ogni giorno c’era quella razione, magari solo per sopravvivere, però c’era. Voi mi direte: “E quelli dei lager?”. Ma là c’è stata la malizia degli uomini ad intervenire, e contro la malizia dell’uomo, siccome Dio ci ha creati liberi, non fa violenza: se gli uomini sono malvagi, sono malvagi, ma chi si affida al Signore state tranquilli che non gli manca niente.
Io ero in una città dove non si poteva uscire perché c’erano gli aeroplani giorno e notte che non lasciavano né entrare né uscire perché bombardavano. Io l’ho vissuto, eppure non siamo morti, il Signore ci ha dato giorno per giorno il necessario per sopravvivere.
Ora perché la maggior parte degli uomini si affanna per questo? E’ giusto che ognuno lavori e guadagni, ma state tranquilli che il Signore ci pensa ogni giorno. Non pensiamo per il domani: domani il Signore ci aiuterà. State tranquilli che se noi preghiamo anche il giorno dopo ci sarà il necessario. Non il superfluo, perché noi a volte vogliamo anche il superfluo, anche quello che il Signore a volte non vorrebbe che avessimo; quindi dacci oggi il nostro pane quotidiano cioè quello di oggi e non quello di domani o dopodomani. Quello di ogni giorno: ci ha insegnato Lui così.
 
Allora io mi domando, e ognuno lo domandi a se stesso: ma credo io a questo, ci credo?
 
Quello che m’importa è che crediate a Gesù, al Vangelo, quello sì che m’importa assai. Nel ’78 avrei dovuto morire, ma sono qui per trasmettere la verità e non posso dire una cosa per un’altra, tanto più che vi sto leggendo le parole di Gesù, non le parole di altri. Vi sto trasmettendo le parole di Gesù e vi faccio fermare a riflettere un poco: Le diciamo tutti i giorni, perché penso che tutti i giorni diciate il Padre Nostro, ma riflettete abbastanza?
 
“Perché vi affannate? - dice Gesù - Guardate gli uccelli del cielo, guardate i fiori del campo, neanche Salomone è stato mai vestito così bene infatti ci sono certi fiori che sono una magnificenza, osservate che colori e come sono fatti, sono una meraviglia e noi cerchiamo di imitarli nelle stoffe ma non li faremo mai belli come quelli, ma credete a Dio, credete a quello che ci dice?
 
Fermatevi a pensare a queste cose e quando vi viene l’affanno perché magari avete perduto il lavoro o il lavoro non rende, mettetevi in ginocchio a pregare che il Signore ci pensa, io ho visto i miracoli fatti dal Signore anche in tempo di guerra quando veramente mancava il necessario e come arrivava miracolosamente, la provvidenza arriva e vi racconto un fatto personale che ho toccato con mano.
Siccome mio papà era antifascista, ma è morto prima della guerra, si sono vendicati con la mia mamma con quattro figli, aveva un negozio di generi alimentari e glielo hanno fatto chiudere, con cosa viveva una vedova con quattro figli ma non ha sofferto perché era una donna di fede, grazie a Dio e lei ci faceva pregare sempre.
 
E’ arrivata una famiglia ebrea scappata da Trieste e la mamma l’ha nascosta, l’ha alloggiata perché mi diceva sempre che non bisognava parlar male degli ebrei perché Gesù era ebreo, la Madonna era ebrea e tutti i santi anche. E’ vero che ci sono stati quelli cattivi che hanno ucciso Gesù, loro risponderanno davanti al giudizio di Dio, loro non pregavano ma noi dobbiamo essere buoni con gli ebrei.
 
Li ha nascosti a rischio della fucilazione perché se li trovavano in casa nostra ci uccidevano tutti, non c’era da scherzare, erano verità queste e loro che erano ricchi hanno dato del denaro alla mamma per essere alloggiati e con quello è andata avanti per mesi e poi è intervenuto il Signore come sempre, lui interviene.
 
E’ morto il vescovo, i caporioni fascisti della provincia sono andati al funerale ed era tanto buono quel vescovo con tutti, tedeschi e fascisti e il rettore dice durante la predica che il vescovo ultimamente aveva avuto un grosso dispiacere perché avevano accusato una signora, che era mia madre, di aver dato delle tessere annonarie al seminario, perché allora mio fratello era in seminario, ma non era vero ed era stato il podestà di Conegliano ad accusarla, allora sono intervenuti direttamente e hanno dato ordine alla mamma di riaprire il negozio, ma abbiamo tanto pregato, tanto pregato.
 
Io ero stata in punto di morte e mia mamma mi aveva portato a casa per fare la convalescenza perché le suore non avevano neanche da darmi da mangiare e sono stata lì quarana giorni di convalescenza e ho visto tutto questo.
 
Perché non abbiamo fiducia nel Signore?
 
Mia mamma era una donna di gran fede e devo ringraziare il Signore per avermi dato una mamma così, aveva proprio una fede viva ed era già vedova.
 
Io vi racconto questo per darvi uno dei tanti esempi di quanto il Signore provveda, di quanto il Signore ci aiuti in una maniera straordinaria, chi in un modo o nell’altro e io ho visto che tutti quelli che avevano fiducia nel Signore sono stati aiutati, tutti, però bisogna pregare e aver fiducia in lui e non essere attaccati alle cose di questo mondo, non affannatevi di quello che mangerete e di quello che vestirete.
 
Dobbiamo lavorare, è doveroso e non con l’affanno e la paura, con onestà, con lealtà e dirittura ma se non siamo onesti come fa il Signore ad aiutarci, è ovvio dobbiamo vivere con onestà e allora abbiamo fiducia in Lui?
 
Adesso se scoppia la guerra verranno certi momenti, potrà anche mancare il necessario ma se voi avete fede il Signore ve lo fa trovare, non vi fa morire di fame,  state tranquilli però bisogna aver fiducia in lui, non è il caso di ammassare, dobbiamo vivere di fede.
 
 
RIMETTI A NOI I NOSTRI DEBITI COME NOI LI RIMETTIAMO AI NOSTRI DEBITORI.
 
Questa è tutt’una e non so perché ci si fermi a respirare a metà frase, la domanda è una sola e la remissione dei nostri peccati è legata al perdono che noi facciamo agli altri.
 
Ecco il commento del Signore.
 
Allora noi perdoniamo agli altri?
 Ho avuto un torto, delle parole e offese gravi e lo so che non è facile perché ci sono passata anch’io e so che è difficile perdonare e non tanto quello che fanno a noi direttamente quanto quello che fanno ai nostri cari, è vero, se offendono o fanno del male a quelli che noi amiamo, i nostri cari o amici, allora è proprio difficile perdonare. Io lo so però se non si perdona il Signore non ci perdona proprio, è legato al perdono che noi diamo agli altri e se noi non perdoniamo lui non ci  può perdonare.
 
Lui dice: “Se uno ti porta via la tunica, dagli anche il mantello, se uno vuole obbligarti a fare un miglio tu fanne due. Non odiamo e  non leghiamocela al dito e non perdoniamo più, bisogna saper perdonare.
 
La messinscena che c’è adesso nella messa di scambiarsi un segno di pace e che toglierei subito perché se due non sono in pace si mettono lontani, uno a est e l’altro a ovest della chiesa e non si danno la mano, o che m’importa dar la mano al vicino, è una sceneggiata e non è obbligatorio.
 
E’ anche un mezzo per distrarci, nel rito ambrosiano è prima dell’offertorio intelligentemente ma nel rito romano è prima della comunione mentre dovremmo essere assorti davanti al Signore e fare un piccolo esame di coscienza per vedere come sono davanti al Signore che devo ricevere, com’è la mia coscienza, invece mi distraggo.
 
Spero che il nuovo Papa tolga tutte queste sceneggiate perché se perdono nel cuore e non è una stretta di mano che mi fa perdonare, è in profondo, è una delle cose esteriori che ci sono adesso e che disgraziatamente sono entrate e che non sono buone.
 
Io sono andata ad una messa del rinnovamento dello spirito perché sono stata invitata da un sacerdote, che mercato, una dal principio della chiesa è andata in fondo a dar la mano invece di dire Signore perdonami, adesso che devo riceverti e pensare se ha la coscienza a posto?
 
E Gesù dice se sapete che qualcuno ha qualcosa contro di Voi, lasciate l’offerta e andate prima a riconciliarvi, ma quella è una sceneggiata, è una delle tante cose deleterie che ci sono adesso per distrarre il più possibile le persone e che non pensino alla grandiosità, all’importanza di ricevere il Signore.
 
Nell’ostia c’è proprio Gesù in corpo, sangue, anima e divinità perciò c’è il Padre e lo Spirito Santo, ci riflettiamo prima di far la comunione e se io ho qualche rancore verso qualcuno devo dire: “Signore perdonami, io perdono a chi mi ha fatto un torto perché tu perdoni me e  possa riceverti il meno indegnamente possibile”, è doveroso questo anche se non è vicino a voi per chiedergli scusa ma nel cuor vostro deve esserci questa buona volontà di stare in pace con tutti, se vi hanno fatto dei torti perdonate.
 
Se non rimetto a chi mi ha fatto del male, il Signore non mi perdona davvero, è inutile che io faccia la comunione perché se vado alla comunione con un rancore e con un odio verso il mio fratello, la comunione è indegna e non dico sacrilega anche se può darsi che sia peccato mortale.
 
Il Signore non vuole l’odio, vuole che ci amiamo e che ci perdoniamo, è vero che alcuni ci hanno fatto torti gravi ma io ho il dovere di perdonare, giudicherà il Signore, si arrangerà quello che mi ha fatto del male e se la vedrà lui con la giustizia divina, io devo perdonare se voglio il perdono del Signore.
 
È inesorabile quello che ci dice il Signore e temo che molti cristiani cattolici non lo mettano in pratica anche da quello che si sente dire a volte.
 
Il Signore non ti domanda mica di dargli ragione anche se ha torto, questo non  ha nessuna importanza, se qualcuno ti ha fatto del male o ti ha offeso perdonalo altrimenti  il Signore non può perdonarti.
 
Se noi riceviamo la comunione con l’odio nel cuore, la comunione è sacrilega, il Signore non fa sconti perché noi tante volte prendiamo sottogamba quello che dice il Signore, e ma dice così, ma si può fare diversamente, invece non si può fare diversamente.
 
Facciamoci un esame di coscienza, ho perdonato a tutti quelli che mi hanno offeso, che mi hanno fatto del male? Non occorre che vada a cercarlo ma è importante la disposizione interna, il Signore guarda dentro di noi, non lo possiamo ingannare, possiamo ingannare tutti anche quelli che ci amano, i vicini ma lui no perché ci conosce profondamente nel nostro cuore.
 
Abbiamo bisogno tutti del suo perdono cominciando da me e finendo dall’ultimo, tutti, in qualche cosa manchiamo tutti, chi è perfetto a questo mondo, immaginatevi.
 
Gesù ha detto: “Siate perfetti come è perfetto il Padre vostro che è nei cieli”, grazie e chi ci arriva a questa perfezione?
 
Ecco perché il cammino della perfezione non è mai finito, c’è sempre da lavorare, da perfezionarsi e non si può dire mai che sono arrivato, basta adesso riposo.
 
Negli esercizi spirituali ci dicevano che per seguire la via di perfezione della salvezza è come essere in barca in un fiume, o si voga contro corrente o la corrente ci trascina indietro, non bisogna mai smettere di remare contro corrente per arrivare alla sorgente altrimenti questa ci porta inevitabilmente giù.
 
E’ così, o noi continuiamo a lottare contro noi stessi, contro la nostra natura corrotta, il demonio, il mondo, i nostri grandi tre nemici, siamo discendenti da Adamo ed Eva e nasciamo col peccato originale e il peccato originale ha  in sé tutti i sette vizi capitali, superbia invidia ecc. li abbiamo tutti e nasciamo con quelli.
 
Tutta la vita è un combattere contro questi vizi capitali della nostra natura e in più abbiamo come nemico satana che vuole portarci all’inferno, non vuole che ci salviamo, non vuole che andiamo a prendere il posto che lui ha perduto volontariamente con la sua superbia, lui vorrebbe trascinarci all’inferno con lui e c’inganna in tutte le maniere e quello che non fa per dannarci!
 
Per quello Papa Leone XIII aveva inserito alla fine della messa le preghiere a S.Michele Arcangelo e una si diceva in latino, scaccialo all’inferno e dopo il concilio l’hanno tolta,  una delle sconfitte grandi dell’ultimo concilio è aver tolto queste preghiere alla fine della messa, pazienza dopo le rimetteranno.
 
Se noi non perdoniamo agli altri il Signore non può perdonare tutte le nostre mancanze e ne abbiamo un sacco, io compresa.
 
E NON CI INDURRE IN TENTAZIONE, la traduzione però è sbagliata e abbiamo chiesto in tutte le maniere di cambiarla, bisognerebbe dire non lasciarci cadere nella tentazione perché è una traduzione letteraria dal latino inducas che vuol dire lasciarci cadere.
 
Una delle grandi verità è che satana non smette mai, mai di cercare di farci andare all’inferno, lui si è dannato, ha detto non serviant, superbo, non vuole che noi andiamo a godere quello che lui ha perduto per sempre, vuole che ci danniamo e ce la mette tutta, il nostro grande nemico è il demonio, ecco cosa fa e Gesù c’insegna di non lasciarci cadere in tentazione e la tentazione l’abbiamo tutti e anche in fin di vita, fino all’ultimo.
 
Ecco qual è la tentazione.
 
Ognuno di noi ha un punto debole e gli esercizi dovrebbero servire per farci capire qual è il nostro punto debole, spiritualmente parlando e non è uguale per tutti; il Signore sa, conosce tutto ma anche il demonio conosce il nostro punto debole e ci gioca là, su quel punto debole sia quando andiamo a confessarci o quando facciamo la comunione, quando facciamo i buoni propositi. E’ una grazia grandissima se ci fai capire che quella è una tentazione perché ci dai luce abbastanza per capirlo e tante volte proprio non capiamo che è una tentazione, crediamo che sia un suggerimento di un’amica, crediamo che sia un buon suggerimento di un giornale o vattelapesca di chi, le prendiamo per cose buone e  invece sono tentazioni.
 
Quando i suggerimenti toccano il nostro amor proprio e ci esaltano nella capacità di volere, di capire, anche quella è una tentazione e diciamo tra noi con la testa che ho vuoi che non capisca, vuoi che non sappia e quante volte mi sono sentita dire Suor Ida vuole che non capisca, vuole che non sappia queste cose qua!
 
Guarda che non è così, a volte il Signore mi fa capire che è meglio che parli e dica che non è così e a volte capisco che è inutile e taccio e prego.
 
Noi abbiamo questa grande, grande, grande forza nelle nostre mani che è la preghiera, è la nostra salvezza ma noi senza di lui non possiamo far niente, l’ha detto chiaro e tondo, voi non potete far niente senza di me, ci vuole l’aiuto di Dio.
 
L’aiuto di Dio viene attraverso la preghiera perché intanto è sempre un atto d’umiltà, è vero o non è vero perché riconosco di non essere perfetto, di non essere forte, di non essere potente, di non essere capace di cavarmela da sola, questo è un atto d’umiltà e ricordatevi la definizione dell’umiltà, l’umiltà è verità.
 
San Paolo dice: “Che cosa sei tu uomo, che cos’hai tu che non abbia ricevuto e se hai ricevuto perché fai come non avessi ricevuto”. Abbiamo ricevuto la vita e non ce la siamo data noi, abbiamo ricevuto l’intelligenza ma non è merito nostro, abbiamo avuto tanti doni, tante grazie, dobbiamo corrispondere e metterci in ginocchio a ringraziare Dio Padre prima di tutto, di avermi dato l’intelligenza, è un dono suo e potevate nascere down, handicappati, loro sono tanto amati dal Signore e vanno in paradiso dritti perché non sono responsabili.
 
Però avete mai ringraziato il Signore dell’intelligenza che vi ha dato, della volontà perché dopo l’intelligenza viene la volontà, avete avuto la buona volontà di venire ad ascoltare la parola di Dio, lo sapete che ve l’ha data il Signore e voi avete il merito di aver detto di sì perché potevate dire di no, potevate dire che ho da fare a casa, devo partire o altre motivazioni, il Signore vi ha fatto la grazia di muovere la vostra volontà.
 
Ringraziatelo di tutto cuore perché tutto quello che di buono abbiamo è tutto suo e la grazia di non lasciarci cadere nella tentazione è proprio grazia sua, ecco perché noi gliela chiediamo, avete avuto la grazia di dire sì Signore vengo e  faccio come vuoi tu, voglio vivere come ci hai insegnato tu e del resto il primo premio è la tranquillità della coscienza, chi è che vi paga la tranquillità della coscienza, c’è una persona al mondo che può tranquillizzarvi?
 
Ho fatto tutto quello che ho potuto ma col tuo aiuto e mi metto in ginocchio a ringraziarti perché avrei potuto dire di no, avrei potuto tradirti, andare non so dove, anche il fatto di essere qui ad ascoltare la parola del Signore è già una grande grazia da mettersi in ginocchio a dire grazie  e quante, quante tentazioni ci sono, ditemi voi?
 
Io vorrei rileggervi con lentezza questo discorso della montagna.
 
Guardate il vangelo è racchiuso tra il discorso della montagna e il discorso dell’ultima cena, sono le due colonne portanti di tutto il vangelo,   sono questi due discorsi su cui si basa tutto il vangelo.
 
 
Ci fermiamo al discorso della montagna.
 
“Siate dunque perfetti come è perfetto il Padre Vostro celeste,  pensate questa è la meta, amate i vostri nemici, ecco prende tutta la legge.
 
“Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti, non sono venuto per abolire ma per dare compimento.
 
In verità vi dico, quante volte il Signore ci dice questo intercalare, ci credete che vi dico la verità, io sono la via, la verità e la vita: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà uno iota o un segno della legge, senza che tutto sia compiuto. Chi dunque trasgredirà uno solo di questi precetti anche minimi e insegnerà agli uomini a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà agli uomini sarà considerato grande nel regno dei cieli. Poiché io vi dico: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, pensate che erano quelli i rappresentanti della legge, non entrerete nel regno dei cieli.
 
Avete inteso che fu detto agli antichi: Non uccidere, chi avrà ucciso sarà sottoposto a giudizio.
 
Ma io vi dico,è Dio che parla, il figlio di Dio sapete, chiunque si adira con  il proprio fratello, sarà sottoposto a giudizio,  basta solo adirarsi, chi poi dice al fratello: stupido, sarà sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: pazzo, sarà sottoposto al fuoco della Geenna.
 
Facciamoci un esame di coscienza, come trattiamo il nostro prossimo?
 
Se dunque presenti la tua offerta sull’altare e ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia il tuo dono davanti all’altare e va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna  ad offrire il tuo dono, e non serve dare la mano in chiesa, se tutti noi non perdoniamo non possiamo ricevere Gesù, mettetevelo bene in testa se non perdoniamo di cuore, non con le parole o con la bocca, il Signore vede il nostro intimo, nel cuore.
 
Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei per via con lui perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia  e tu venga gettato in prigione. In verità ti dico: non uscirai di là finché tu non abbia pagato fino all’ultimo spicciolo!
 
Avete inteso che fu detto agli antichi: Non spergiurare, ma adempi i tuoi voti al Signore.
 
Avete inteso che fu detto: Occhio per occhio e dente per dente ma io vi dico di non opporvi al malvagio anzi se uno ti percuote la guancia destra tu porgigli anche l’altra; e a chi ti vuol chiamare in giudizio per toglierti la tunica tu lascia anche il mantello. E se uno ti costringerà a fare un miglio, tu fanne con lui due.
 
Guardate che è tremendo questo, voi mi potete dire, e la giustizia dove va?
 
Questo è uno dei grandi problemi della nostra vita, fin dove bisogna mettere in pratica questo e poi c’è la giustizia, ma vedete se noi abbiamo fiducia che il Signore farà  giustizia invece che farcela da noi.
 
Vi ho raccontato prima il fatto di mia madre e come sono successe le cose, là chi poteva darci giustizia, abbiamo pregato in ginocchio tutti ed è venuta fuori la giustizia, eccome se è venuta fuori.
 
Allora invece di farci noi giustizia, preghiamo, mettiamoci in ginocchio e diciamo: “ Salvaci tu Signore, tu lo vuoi, tu sei forte, tu hai tutto”.
 
Dà a chi ti domanda e a chi desidera da te un prestito non volgere le spalle.
 
Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico; ma io vi dico: amate i vostri nemici, ognuno di voi sa se ha dei nemici e se li ama; già diciamo che è tantissimo perdonare i nostri nemici, ci sembra di toccare il cielo con un dito se riusciamo a perdonarli ma qui ci dice di amarli e pregare per i nostri persecutori, ora ci sono dei nemici internazionali e che ci vogliono morti, quelli che fanno gli attentati sono nostri nemici e non possiamo odiare neanche loro, e pregate per i vostri persecutori, ce ne sono tanti e ce ne saranno ancora di più perché andiamo incontro ad una vera e propria persecuzione perché pian piano i nemici di Dio che sono anche nemici nostri cercheranno di fare tanto male e la persecuzione verrà avanti.
 
E’ inutile che c’illudiamo, verrà una vera e propria persecuzione e molti moriranno e Mons.Milingo è stato uno dei primi,
 
Credo che tutti sappiate che Mons.Milingo è stato ucciso e che quello che c’è adesso non è il vero, noi lo conoscevamo molto bene e ci siamo subito accorti alla televisione che non era lui, io ero stata a pranzo con lui poco prima e aveva le gambe gonfie che non poteva neanche camminare, aveva i denti sotto molto rari e ne mancava uno addirittura e questo falso ha una dentatura, avrà almeno vent’anni di meno, l’abbiamo visto di corsa sulle scale e il vescovo di Genova ogni tanto lo va a prendere perché lui vuole la sua libertà e lo fa girare per poco ma ormai lo tiene in silenzio perché sa che abbiamo capito che non è lui.
 
E’ apparso ad una mistica in Svizzera e a lei ha detto che gli hanno tagliato la testa, il Signore gli ha applicato le mie preghiere e così gli ha dato la forza di resistere; potete credere o no, siete liberi ma la cosa è così e la verità verrà fuori quando lui vorrà, non adesso perché la soffocherebbero subito dato che sono ancora a capo quelli che lo hanno fatto uccidere e farebbero di tutto per soffocare la verità ma quando verrà il momento salterà fuori.
 
Non sono la sola a sapere questo, sono tante le persone che hanno avuto questa certezza e a cui lui è apparso e ha detto queste cose, io ho parlato con loro e senza sapere l’una dell’altra il Signore ha fatto in modo che ci conoscessimo ed è venuta fuori questa verità che io vi trasmetto ma voi potete crederci o non crederci, io ho solo la missione di trasmettervi la verità dopo se la accogliete o no risponderete voi davanti a Dio.   
 
Perché siate figli del Padre vostro celeste, che fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti. Infatti se amate quelli che vi amano, quale merito ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Siate voi dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste.
 
Chi ci arriva alla perfezione, io no di sicuro e mi auguro che voi ci arriviate e poi c’insegna il padre nostro.
 
Pregando poi, non sprecate parole come i pagani, i quali credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno ancor prima che gliele chiediate.
 
Crediamo a questo che ci dice Gesù? Lui sa quello che abbiamo bisogno prima ancora che noi glielo domandiamo.
 
Voi dunque pregate così: Padre nostro che sei nei cieli,…..
 
Adesso quando dite il Padre nostro pensate un po’ alle meditazioni che abbiamo fatto.
 
Il padre nostro è fatto di sette domande, primo sia santificato il tuo nome, sia glorificato il tuo nome, che tutti credano in te, che tutti ti adorino e ti amino; venga il tuo regno, regno di grazia, di giustizia e di pace, la grazia di Dio nelle nostre anime, questo è il suo regno; sia fatta la tua volontà come in cielo e così in terra, in cielo tutti fanno la volontà di Dio, tutti ma facciamola anche noi.
 
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, glielo chiediamo e non  quello di domani o dopodomani, quello che ci occorre; rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori e se noi non perdoniamo ai nostri nemici il Signore non ci perdona, non ci perdona.
 
Ci sono delle persone che si legano al dito anche il più piccolo torto, ma lasciamo andare, lasciamo correre, vi fate sangue cattivo per niente, pensate che l’avrà fatto per sbaglio, in un momento che non era in sé e guardate che non si sbaglia mai a pensare bene anche se poi la realtà vi fa toccare con mano che non era così ma non importa il Signore ha guardato la vostra buona volontà di perdonare, di interpretare bene e a quelli che fanno del male il Signore chiederà conto.
 
Non c’indurre in tentazione che vuol dire non ci lasciar cadere nella tentazione, aiutaci a non cadere nella tentazione e i nostri tentatori sono il demonio, la nostra natura corrotta e il mondo, che nemico che è il mondo; tutte quelle persone che badano solo a quello che è il denaro, umano, il dio denaro e il Signore ce lo dice che non possiamo servire a due padroni, o servite Dio o mammona, il dio denaro ed è inesorabile e anche per cadere nella lussuria, il peccato del sesso, il movente è il denaro perché se non si ha denaro come si fa, sempre quello.
 
L’ultima tentazione del demonio a Gesù è stata quella di portarlo sul monte e dirgli: “Tutto questo io ti darò se prostrato mi adorerai”.
 
Ecco la massoneria che sta imperando, che sta facendo strage nel mondo e sono tutti gli uomini che per essere ricchi, per avere denaro, potere e dominio sugli altri, per avere nomine si iscrivono alla massoneria e il capo della massoneria è satana che poi fa eleggere i suoi gran maestri che sono alle dipendenze di satana e devono eseguire quello che lui vuole altrimenti muoiono, sono condannati a morte e una volta che loro hanno firmato sono finiti, o fanno quello che viene loro comandato attraverso i gran maestri o li eliminano e hanno un  modo così silenzioso, certi infarti e tanti infatti sono stati uccisi da loro perchè non hanno fatto quello che volevano; si sono opposti, non hanno obbedito e li hanno uccisi.
 
La massoneria è in mano a satana ed è alleata al comunismo, la bestia rossa  con sette teste e dieci corna, che erano le sette nazioni del patto di Varsavia e le dieci corna perché  c’erano tre re, la Lituania, la Lettonia, la Lestonia che adesso sono libere e la Cina, che viene sconfitta però risorge, in questo momento impera ma ancora per poco perchè sarà annientata, vedrete la fine e ancora nel ’52 il Signore me l’ha mostrato, vedrete la fine che farà e dopo ci sarà la conversione totale di tutto il mondo, pensate di quelli che resteranno.
 
Quando il Signore vuole che io senta qualcosa, me la fa sentire magari accendo il televisore a caso  e due settimane fa ho sentito dire da uno dell’islam, che è il terzo grande nemico che cerca di distruggere Cristo, che un terzo dell’umanità sparirà adesso ma gli altri due terzi saranno musulmani, vedete che anche loro sanno perché anche loro hanno letto l’apocalisse e la conoscono e hanno detto così alla televisione.
 
Invece ci sarà la conversione totale e uno dei messaggi del Signore dice che anche i pochi ebrei e musulmani che rimarranno si convertiranno, ci sarà una conversione totale ma pensate perché ci sia una conversione totale cosa dovrà avvenire.
 
Ma noi siamo col Signore, non abbiamo paura, chi è con me, quando siamo col Signore siamo forti, abbiamo il Signore che è il più forte, è lui il gran vincitore.
 
Questa aberrazione di peccato, questa distruzione della verità, questo obbrobrio, cercano di annientare la verità, cercano di distruggere Dio ma poveretti saranno distrutti loro.
 
Noi viviamo in questo tempo, il Signore ha voluto che noi vivessimo in questo tempo, non abbiate paura perché con Lui non dobbiamo aver paura, chi è con me e chi è contro di me.
 
Il Signore è più forte di tutti, ma non è stupido, un meschino, lascia, ha una pazienza che solo un Dio può avere, noi l’abbiamo perduta da tanto e tutto perché vuole salvare più anime possibile e chissà quanti vedendo quello che avverrà si convertiranno e all’ultimo momento crederanno in Dio e chiederanno perdono, siamo arrivati a questo punto.
 
Se voi infatti perdonerete agli uomini le vostre colpe il padre vostro celeste perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli uomini neppure il padre vostro perdonerà le vostre colpe e di colpe adesso ce ne sono tante.
 
Cercate prima di tutto il regno di Dio e perciò vi dico per la vostra vita non affannatevi di quello che mangerete……………..
 
Osservate come crescono i gigli del campo: non lavorano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Ora se Dio veste così l’erba del campo che oggi c’è e domani verrà gettata nel forno, non farà assai più per voi, gente di poca fede? Ha ragione, siamo gente di poca fede.
 
Adesso abbiamo bisogno di questi insegnamenti più dell’aria che respiriamo perché quando vedrete andare a rotoli questo o altro, maremoti, terremoti e tsunami o  altro, direte che cosa facciamo?
 
Ci affidiamo al Signore, lui ci ama, lui ci ama e ci ha creati e sa che vogliamo la sua gloria, noi che vogliamo la salvezza della nostra anima e la nostra salvezza è la sua gloria.
 
La gloria di Dio in questa terra è la salvezza delle anime, noi non possiamo evitare niente ma possiamo salvarci in questo modo.
 
E poi ci dice: “Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto e tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi anche voi fatelo a loro, questa infatti è la Legge e i Profeti”.
 
Sia lodato Gesù Cristo.
 
Di Admin (del 20/11/2009 @ 18:13:38, in Suor +, linkato 1176 volte)

Catechesi di Suor+,  M.  25 novembre 2001

La preghiera più valida è il rosario; è la preghiera suggerita da Suor Lucia, raccomandata dalla Madonna.

Dopo la Santa Messa e dopo i Sacramenti della Confessione e della Comunione, il rosario ci salverà, come continua a ripetere la Madonna.

Che cosa facciamo durante la recita del rosario? Nei misteri gaudiosi, meditiamo, con l’Annunciazione, l’inizio della nostra salvezza, meditiamo la gloria degli angeli e dei santi, l'infanzia e la fanciullezza di Gesù nostra salvezza.

Durante la preghiera, può succedere di distrarci, ma non importa: quando ci accorgiamo, torniamo a pensare a Gesù e alla Madonna e non tormentiamoci per queste distrazioni, perché il Signore  accetta tutto.

Gesù ci ha detto di pregare senza interruzione, ma ci ha detto anche di fare bene il proprio dovere, e noi possiamo offrire tutto ciò che facciamo, il nostro lavoro quotidiano, tutte le azioni materiali, come preghiera continua.

Offriamo tutto cominciando dal mattino, recitando la preghiera Ti adoro, mio Dio, e quando diciamo Ti offro le azioni della giornata pensiamo di essere di Gesù, di far tutto per Lui:  offriamogli ciò che faremo durante il giorno, e anche durante il lavoro noi saremo in preghiera continua. Solo in paradiso vedremo gli effetti delle nostre preghiere e dei nostri sacrifici. Offriamo, per amore suo, anche le nostre sofferenze, i nostri malesseri, le nostre disavventure, le nostre croci.

Gesù ha detto che chi vuole seguirlo deve rinnegare se stesso e prendere la propria croce. Che cosa vuol dire rinnegare se stessi? Significa dire di no al peccato, privarci di qualcosa che ci piace, contentarci di ciò che è  necessario per vivere. Invece di lavorare, qualche volta, ci piacerebbe passeggiare: in questo caso rinnegare se stessi significa accettare la privazione di passeggiare. Rinnegare se stessi può essere rifiutarsi di guardare la TV, evitare le occasioni di peccato. Possiamo essere tentati da uno dei vizi capitali (superbia, avarizia, lussuria, ira, gola, invidia, accidia), frutti del peccato originale, e solo rinnegandolo andiamo verso la santità.

Sappiamo pure che il bene non fa rumore, non ne parlano né i giornali, né la televisione, ma continuate a fare il bene. Se siete venuti qua è perché avete fame e sete di giustizia, e il Signore vi ricompenserà. E come in fisica esiste  il principio dei vasi comunicanti, il bene che voi farete e le preghiere vostre alzeranno il tono di santità di tutta la cristianità.

Le nostre preghiere, le nostre sofferenze, i nostri sacrifici saranno applicati da Dio dove vorrà, quando e come vorrà: lo sapremo solo in Paradiso. Per ora il nostro compito è dare gloria al Signore.

Se non siamo in grazia di Dio, confessiamoci. Il nostro Dio non sta col mitra puntato a punirci, ma ci accoglie con amore.  

La nostra è l’unica religione che predica l’amore, l’unica che predica il perdono. La nostra fede è tutta è fondata sull’amore: amare Dio, con tutto il cuore, l’anima, la mente, le forze, poi amare il prossimo.


Il totalitarismo islamico

"Io sono il Signore Dio tuo: non avrai altro Dio  fuori di me. C’è un solo Dio. Come contrastare il totalitarismo islamico?

L’Islam si fa forte della nostra debolezza; i musulmani dicono che il nostro mondo è disgregato e corrotto e che approfitteranno di questa nostra debolezza, per mostrare la loro forza.

A Lepanto l’Islam fu fermato dalla Chiesa, dotata di una Verità  che era una forza maggiore di quella degli ottomani; oggi, qual è l’idea, quale la forza della Chiesa? L’Ecumenismo?

L’Ecumenismo, come viene attuato oggi, è figlio naturale del modernismo e del relativismo religioso, che è distruzione della fede.

Dal vertice alla base della Chiesa, si va gridando che Allah è un Dio, che tutte le religioni sono salvifiche e che la pace si fa mettendosi d’accordo, mentre l’Islam predica che Allah è il solo Dio, che Maometto è il suo profeta, e affila le armi e incita i musulmani a tenersi pronti per la guerra santa.

Questo è sbagliato. Il retto ecumenismo è fondato sulla diffusione della verità, e la verità è che il nostro Dio è il vero e unico Dio. Allah, invece, è satana in persona, vuole l’opposto di quello che vuole Dio. Il Signore vuole l’amore  e il perdono, Allah predica l’uccisione.

Vi leggo: “I cattolici vanno gridando pace, pace, pace, e spalancano il cuore alla carità e accolgono in casa nostra i musulmani, poverini! C’è forse qualcuno che ha il coraggio di rinfacciare all’Islam che il suo dio è un demonio? Allah  è orgoglioso di stare sopra una piramide di scheletri umani, accumulati dalla guerra santa, a differenza del nostro Dio che, invece, è giunto a dare se stesso sulla croce, per salvarci. E’ un demonio che s’impone mettendo a terra i suoi schiavi, crocifiggendo i cristiani, schiavizzando le donne, permettendo la poligamia, tagliando le braccia a chi ruba, esaltando gli epuloni sceicchi e mantenendo nella fame le masse ignoranti.

Questa vi pare una religione? Pare che sia un dio questo? Non è, invece, satana in persona?

E’ veramente tragico il fatto che  gli uomini della Chiesa, dai vertici alla base, defraudano ai popoli il diritto alla verità, in nome di una falsa carità ecumenica”.

Carità è non fare del male ai musulmani, non trattarli male; ma non dobbiamo, in nome della carità, essere d’accordo con le loro idee, con il loro modo di pensare, con la loro prepotenza.

Prepariamoci, comunque, ad una grande persecuzione, perché stanno alzando il tono, giorno per giorno.

Carità è verità, e questa va proclamata ai vicini e ai lontani, va detta ai figli della dissidenza, perché accettino il Vangelo così com’è, senza defraudare le anime dell’Eucarestia o del potere di rimettere i peccati, del potere che Gesù ha dato agli apostoli, come garanti della fede. I protestanti negano l'Eucaristia e la Confessione, presumono di confessarsi solo davanti a Dio, mentre Geù ha detto chiaramente: "A chi rimetterete i peccati saranno rimessi, a chi non li rimetterete non saranno rimessi". Essi  non ammettono il Primato di Pietro, non obbediscono a chi è stato posto come garante della fede.

Bisogna, invece, gridare questo, a tutte le religioni del mondo, ricordando loro che esse sono degenerazioni demoniache.

Nella Sacra Scrittura si legge che gli dei delle genti sono i demoni e che non c’è altro nome, sotto il cielo, dato agli uomini, per il quale possiamo essere salvi, se non il nome di Gesù. Una Chiesa che non grida questa verità è una Chiesa che tradisce Dio Amore, abbassandolo al livello di Allah, che è un boia, perché ha come base l’omicidio e altri peccati.

Questa Chiesa tradisce Cristo, che per noi ha dato la sua vita, sulla croce, tradisce anche i dissidenti e i pagani, lasciando ciascuno dannarsi nel proprio errore, e infine, tradisce se stessa.

La tragedia di oggi non è tanto la forza dell’Islam, quanto la debolezza dell’Occidente, erede della rivelazione, ma caduta in una grande apostasia, in una spaventosa confusione mentale.

Se non abbiamo sempre davanti questa verità, andremo all’inferno anche noi. O si crede in Dio e ci si salva, o non si crede e ci si danna: "Chi crederà sarà salvo, chi non crederà sarà condannato!". Solo in Dio c’è salvezza.

Le conseguenze del non credere in Dio sono i peccati enormi, i peccati che vengono legalizzati e che rendono la nostra generazione peggiore di Sodoma e Gomorra. Oggi il peccato viene legalizzato nelle forme più aberranti, viene incitato, esaltato nelle sfilate di lesbiche e gay, che beffeggiano la Chiesa.

Tutto questo è suggerito dal demonio, che vuole andare contro Dio, lo odia con tutto il suo essere, e odia anche noi, perché non vuole che ci salviamo e andiamo a godere il bene eterno che lui ha perduto. Vuole che ci danniamo, come lui si è dannato.

I capi dei popoli, quasi tutti massoni, ricorrono a Satana per accrescere il proprio potere, e non dobbiamo dimenticare che le tragedie del nostro secolo hanno alla radice satana, che Gesù ha definito menzognero e omicida.

Gesù ha detto che anche gli ebrei hanno per padre Satana (v. Gv 6,  ): essi hanno ucciso il Figlio di Dio, e Lui si è lasciato mettere in croce, non si è fatto tentare neanche dal ladrone che gli suggeriva di salvare se stesso e loro, ha invece esaudito la richiesta del buon ladrone, l’unico che in quel momento lo ha riconosciuto come Re di un regno che non era di questa terra. Gesù gli ha risposto: "Oggi sarai con me in paradiso". Vi ricordo ancora una volta che il buon ladrone si è salvato perché si è riconosciuto peccatore e si è pentito. Per salvarsi, bisogna pentirsi e invocare Dio.

Ricordiamoci, anche, che il peccato esige una riparazione. Dio, con infinita sapienza, ha disposto che ogni individuo o società sia premio o castigo di se stesso. L’aggressione islamica è un castigo a noi tutti che, col peccato, abbiamo indebolito i nostri cervelli, rendendoli ostili alla verità. Oggi siamo ben lontani dal fare penitenza spontanea: la faremo nostro malgrado, purtroppo. Gesù ha detto che è finito il tempo della misericordia ed è incominciato quello della giustizia: “Il Padre mio metterà tutti i miei nemici a sgabello dei miei piedi” (Salmo).

Pensate! I nemici di Gesù saranno annientati! E questa società, che pecca? Saranno annientati anche i luoghi di peccato.

Ricordatevi che le idee sono più forti degli armamenti e l’Islam è un’idea sbagliata, ma forte, tanto più forte quanto più spinta dal fanatismo; il Cristianesimo, invece, è una “idea” salvifica, l’unica vera, la più potente apparsa sull’orizzonte umano, la più razionale, la meglio equilibrata, ma tradita e ridotta a un’idea debole. Se il Cristianesimo non è più in grado di sostenere se stesso, come potrà sostenere l’impeto furente del fanatismo islamico?

Gesù Cristo vuole salvarci, ma non può farlo senza di noi.

Sant’Agostino ha detto: “ Chi ti ha creato senza di te non può salvarti senza di te”

Dio ci ha creati liberi, abbiamo la libertà, abbiamo la nostra ragione, la nostra volontà, la nostra intelligenza e con questa dobbiamo cercare di capire, studiare, andare a fondo, ascoltare quelli che trasmettono la verità. Ma se anche da un pulpito la verità viene distorta, non dobbiamo ascoltarla, non dobbiamo seguire chi non dice la verità, non dobbiamo seguire  un ecumenismo postconciliare, che tende a lasciare i dissidenti nella propria posizione e concepisce la Chiesa come una delle molteplici confessioni cristiane e considera salvifiche tutte le religioni.

Noi abbiamo la religione più buona che ci sia, noi non predichiamo l’omicidio, il suicidio o l’oppressione, noi diciamo che il dio denaro è mammona e non và ascoltato, noi predichiamo la carità, l’amore. Noi dobbiamo scegliere fra Dio e mammona: non c’è via di mezzo e, al momento del giudizio, saremo giudicati per quello che di buono abbiamo fatto e non avremo nessuna scusante.

...

 
Di Admin (del 20/11/2009 @ 18:06:57, in Suor +, linkato 1166 volte)
Catechesi di Suor+   (5 maggio  2002)

Vorrei, ancora una volta, ricordarvi che il Papa non ha sottoscritto il documento col quale la Conferenza Episcopale Svizzera ha approvato la confessione comunitaria.In Svizzera sono pressati dai protestanti, i quali sostengono che la confessione è valida anche se fatta direttamente a Dio; invece noi sappiamo che il Signore Gesù ha legato il perdono dei peccati alla Confessione personale.

Questo sacramento è stato istituito quando Gesù è apparso agli apostoli e ha detto: “La pace sia con voi”, poi ha soffiato su di loro e ha soggiunto: “Ricevete lo Spirito Santo, a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete non saranno rimessi”(Gv 20, 22s).

Ora, perché un prete possa rimettere i peccati, è necessario che li conosca, e questo può avvenire solo se la confessione viene fatta di persona e non comunitariamente. Io mi meraviglio quando qualche cattolico, brava persona, mi chiede ancora quando è stata istituita la Confessione, perché io credevo che tutti ormai lo sapessero. Invece è bene che queste cose vengano spiegate, e allora ripeto che la Confessione è stata istituita proprio il giorno della Risurrezione, perché Gesù ci ha ottenuto la grazia della remissione dei peccati proprio perché ha pagato Lui per noi con la sua morte. Se Lui non fosse morto e non si fosse addossato tutti i nostri peccati, il Padre non ci avrebbe perdonato.

Gesù, come Dio, ha potuto ottenere per noi il perdono dei peccati.

Con la disobbedienza di Adamo ed Eva e con tutti i peccati l’uomo aveva offeso Dio, e questa offesa poteva essere riparata solo da una Persona Divina, uno che poteva avere la dignità della Persona offesa. E’ ben diverso schiaffeggiare un bambino o  schiaffeggiare il Presidente della Repubblica: in questo caso si rischia anche la prigione per lesa maestà, perché più alta è la dignità della persona che viene offesa e più grande è l’offesa.

Col peccato noi abbiamo offeso Dio, e questa offesa può essere riparata solo da uno che ha la stessa dignità di Dio, cioè il Figlio di Dio. Tutti gli uomini, miliardi e miliardi, davanti a Dio non valgono che zero su zero; ma se davanti a questi “zero” mettiamo l’”Uno” (il Figlio di Dio), otteniamo un capitale. Gesù, il Figlio di Dio, ci ha ottenuto la grazia del perdono dei peccati pagando per noi. Poteva farlo anche versando solo una goccia del suo Sangue, invece ha voluto patire per noi quello che ha patito. Quello che possiamo immaginare della sua Passione è ben poco, non possiamo sapere quanto la sua sofferenza sia stata tremenda, perché offerta in riparazione del peccato, che agli occhi di Dio è una cosa talmente grave che noi non valutiamo, ma che solo in Paradiso riusciremo a capire.

Don Bosco aveva capito la gravità del peccato e diceva che, pur di evitarlo, avrebbe camminato per chilometri e chilometri strisciando con la lingua per terra:  sarebbe arrivato con la lingua a pezzi, ma avrebbe evitato un peccato mortale. Lui era un santo, aveva capito e aveva le visioni, per cui vedeva il grave pericolo che porta un’anima alla dannazione.

Ora noi dobbiamo metterci in testa che abbiamo una grande grazia per essere perdonati dei nostri peccati mortali: la Confessione.


Gravità delle colpe

Sono rare le persone che, dopo il battesimo, non abbiano fatto un peccato mortale. E’ anche vero, però, che per fare un peccato mortale ci vogliono tre condizioni: la materia grave, la piena avvertenza e il deliberato consenso.

I Comandamenti di Dio obbligano in materia grave, come la bestemmia, l’odio, l’adulterio. (Se però, ad esempio, rubo cose di scarso valore, la materia è leggera, quindi non si fa peccato grave contro il settimo comandamento, ma peccato veniale. Così pure per una piccola mormorazione, un piccolo rancore, una bugia senza gravi conseguenze).

Perché il peccato sia grave occorre  piena avvertenza, cioè essere pienamente coscienti, avere la testa a posto. (Se scappa anche una bestemmia in un momento di paura, se travolgo una persona per sbadataggine, se uccido per sbaglio non faccio peccato grave a meno che il peccato non lo sia in causa, come per l’abitudine o negligenza non corretta).

Occorre deliberato consenso, ossia peccare a dispetto di Dio, della Madonna e dei Santi, cioè voler fare il peccato pur sapendo che è tale, che è grave. Oggi i ragazzi sono molto più tentati di una volta, con la TV, con la pornografia, che impera. Per loro è più difficile  difendere la purezza, in un mondo in cui domina la tentazione e l’immoralità, e allora, per aiutarli, bisogna far loro capire che Dio è Amore e che non sta con il fucile puntato per sparare, che non è un ragioniere esoso, ma è Misericordioso.

Bisogna tornare al Vangelo e agli insegnamenti di Gesù, il quale ci ha lasciato il Comandamento Nuovo: “Amatevi gli uni gli altri, come io ho amato voi”.

Ora, se Dio ha posto tutta la Legge e tutti i Profeti nell’amore, vuol dire che non è un tiranno, non è un giudice pronto a spararci. E’ certamente Giustizia infinita, ma non dimentichiamo che è soprattutto Amore infinito.  Il buon ladrone ne aveva combinate di tutti i colori, aveva ucciso, rubato, eppure, per aver creduto in Gesù, fu canonizzato subito, in quel momento, con le famose parole del Cristo sulla croce: “Oggi sarai con me in paradiso”.


Basta un atto di amore…

Per quanto sia grave il peccato, non è difficile ottenerne il perdono: basta pentirsi, come il buon ladrone, anche pochi minuti prima della morte; basta riconoscere gli sbagli, riconoscersi peccatori, pentirsi di vero cuore e rivolgere al Signore la richiesta di aiuto, di perdono, poi appena possibile fare una santa Confessione. Basta anche un solo pensiero di pentimento, e il Signore, che è Amore e ci vuole un bene immenso, ci salverà. (Il peccato mortale può essere riparato subito con un atto di amore di Dio, rimanendo poi il dovere di confessarlo).

Sapete chi non si salva? Coloro che fino all’ultimo respiro rifiutano Dio.

E ce ne sono tanti: quelli iscritti alla massoneria e che hanno firmato col sangue di fare guerra a Dio.

Conoscevo una persona che era stato iscritto alla massoneria e che, in punto di morte, soffriva, urlava, era gravissimo, diceva di essere circondato dai demoni: nonostante che la moglie e il prete continuassero a ripetergli che Dio è Amore e Misericordia e gli consigliassero di appellarsi a Lui, di chiedere il suo aiuto, non poteva neanche nominare il nome di Gesù. Questo fa la massoneria: lega a tal punto una persona, che questa non è libera, neanche in punto di morte, di nominare il nome di Gesù.

Invece un povero peccatore, uno che ne ha fatti tanti di peccati, ma non ha sottoscritto il “rifiuto di Dio”, uno che ha peccato per debolezza, ma riconosce di aver sbagliato, viene perdonato all’istante, perché interviene l’Amore e la Misericordia di Dio.

Ecco perché non dobbiamo scoraggiarci mai della nostra debolezza, ma dobbiamo fare ogni sforzo per migliorarci e non cadere più nello stesso errore. Se tutto questo lo vogliamo veramente, Lui ci aiuta a correggerci e a guarire. Nella parabola del figlio prodigo Gesù ha detto che si fa più festa in cielo per un peccatore che si pente, che non per novantanove giusti che non hanno bisogno di pentimento. E ciò che dice Dio è vero ed eterno. Se uno sbaglia, ma ricorre alla Misericordia di Gesù, allora il suo sangue serve per salvarlo e la sua morte non è stata vana.

Dio ha posto tutti i Comandamenti nell’amore, e noi dobbiamo amarlo con tutto il nostro cuore e anche con il nostro corpo. Noi andremo in paradiso temporaneamente con l’anima, ma poi ci sarà la resurrezione dei corpi, e questi parteciperanno alla gloria: saremo tutti bellissimi, anche quelli che in vita non lo sono stati. In Paradiso non avremo i desideri che abbiamo oggi, ma il desiderio più grande sarà quello di conoscere la Verità e godremo in pieno della visione di Dio.

Adesso cerchiamo, tentiamo di capire qualcosa, come mai Lui abbia fatto tutto dal nulla, ma nonostante la nostra intelligenza ci è difficile capire. Dobbiamo solo riconoscere che Lui è il Creatore e che tutto ha fatto con un atto di volontà.


La Verità intera

Ci è difficile capire, anche perché noi siamo nel tempo, invece Dio è nell’eternità.  Nella Bibbia leggiamo “primo giorno” o “secondo giorno”, ma ciò non corrisponde a quello che per noi è il “giorno”. Il “giorno” è una “epoca”, e Dio è il Creatore anche del tempo. Lui è sempre stato e sempre sarà Dio, perciò ci è difficile capire, ma quando saremo lassù in Cielo capiremo, e questo sarà uno dei motivi per cui vale la pena di andare lassù per conoscere la Verità tutta intera.  

Dio è eterno, ha creato tutte le cose e ha fatto tutto alla perfezione, e nessuno, neppure lo scienziato più bravo, potrà uguagliarlo, pretendere di sapere, di conoscere,  dare delle spiegazioni.

Lui è la Verità, e non dobbiamo lasciarci imbrogliare da alcuni che, in TV, hanno detto che le verità sono tante. Due più due fa quattro, e solo quattro!  Gesù ha detto: “Io sono la Via, la Verità e la Vita”. Solo in Paradiso conosceremo tutte le verità di questa terra, ma anche quelle del Paradiso, che sono più belle, e come ce le ha ottenute il Signore, con la sua Incarnazione, Morte e   Redenzione.

Nell’Imitazione di Cristo si legge che tutta la vita di Gesù fu una croce e un martirio, ed è vero. Anche la sua gestazione fu dolorosa. Nessuno di noi ricorda ciò che è successo durante la nostra gestazione nel seno delle nostre mamme, invece Lui dominava il mondo, reggeva il mondo già dal seno di sua Madre: provate a pensare l’umiliazione di un Dio eterno, creatore del cielo e della terra, che si racchiude nel seno di una donna: provate a pensare solo a questo, e ci viene di chiederci se non poteva scegliere un altro mezzo per salvarci. Se Dio ha voluto così, vuol dire che questa era la perfezione, era il meglio del meglio. Se Dio si è umiliato, e poi per trent’anni è vissuto nel silenzio, vuol dire che l’Umiltà è perfezione, e la prima credibilità dei mistici è proprio l’umiltà, il silenzio, e poi l’obbedienza al proprio direttore spirituale.

Dio è Onnipotente, fa tutto Lui, ma si adatta alla nostra mentalità e vuole da noi che capiamo. Noi, che siamo sue creature, non abbiamo in tasca la verità: se siamo con Lui, siamo nella Verità, ma se ci distacchiamo da Lui, perdiamo la Verità.


I mistici: dono di Dio

Il Signore ci dona i mistici, strumenti che ci aiutano ad arrivare a Lui, ma dobbiamo stare attenti ai tanti falsi mistici. Gesù ha detto: “Ti ringrazio o Padre, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli”. Allora, per sapere le cose di Dio, bisogna essere piccoli, umili. L’umiltà si definisce verità. Dobbiamo riconoscerci “nulla” e Lui “Tutto”. Ma nonostante la nostra “nullità” un giorno parteciperemo alla gloria divina, perché  Gesù, con la sua morte e la sua resurrezione, ci ha ottenuto la vita divina, questa grande grazia. Noi non possiamo che ringraziarlo, metterci in ginocchio, senza cercare “lumi”, perché Lui solo e la “Luce”.

Dobbiamo, prima di tutto, cercare il regno di Dio, poi tutto il resto ci sarà dato in più.   Tutto questo si legge nel Vangelo, dove c’è tutta la verità, per cui è consigliabile leggerlo sempre e metterlo in pratica.


La Vite e i tralci

Nel Vangelo si legge che Gesù è la Vite e il Padre suo è il vignaiolo, e che se non portiamo frutti, il vignaiolo ci taglierà, buttandoci via; invece, se portiamo frutti, ci poterà, affinché ne portiamo ancora di più. Tutto questo vuol dire che il Signore permette la sofferenza (dal tralcio potato esce una goccia di linfa, una lacrima di sofferenza), specialmente di molti mistici, perché portino frutti.

I mistici partecipano alla sofferenza di Cristo, partecipano alla sua crocifissione, per aiutare molti, ma il suo giogo è soave e il suo peso è leggero. Per portare frutti bisogna rimanere in Lui, come il tralcio che non potrà portare frutti se non rimane attaccato alla vite.

Gesù è la vite e noi siamo i tralci, e portiamo frutto solo se siamo uniti a Lui. Il tralcio che viene staccato dalla vite viene gettato nel fuoco, chi non rimane in Lui va all’inferno.

Stiamo, quindi, attaccati al Signore e andremo in Paradiso. Se restiamo attaccati a Gesù, ogni cosa che chiederemo nel suo nome, Dio ce la darà: crediamo a questo, perché ce lo ha detto Lui stesso.

Ciò che dobbiamo chiedere non devono essere le gioie di questo mondo - denaro, successo, potere - ma le gioie di lassù, la vita eterna; poi anche il necessario ci sarà dato, come viene dato agli uccelli del cielo. Purtroppo, siamo gente di poca fede, e non riusciamo ad abbandonarci pienamente nelle braccia di Dio, non riusciamo a dirGli: “Tu solo sei il mio aiuto”.


Rimanete nel mio Amore

Gesù dice di amare come Lui ha amato, dice di restare nel suo amore e lo dice a ciascuno di noi, anche a quelli che non lo vogliono sentire. La morale di tutta una vita è l’amore, altro che  la morte, predicata da Allah.

Se rimaniamo nell’amore di Dio e osserviamo i suoi comandamenti, saremo salvi. Non c’è gioia più grande che seguire i comandamenti del Signore, che sono tutti fondati sull’amore. Possiamo cercare tutte le distrazioni possibili, tutti i divertimenti, che poi ci lasciano la bocca amara, possiamo cercare di gustare le bellezze, le emozioni della musica: ci accorgeremo che non sono niente in confronto alla preghiera fatta bene, alla gioia della Comunione o della Santa Messa partecipata. Anche la musica del musicista più famoso o da noi preferito non  è che la brutta copia dell’armonia che si gusterà in Paradiso.

Lassù troveremo anche l’amore centuplicato per le persone che abbiamo amato quaggiù: non un amore restrittivo, egoistico, ma un amore vero, quello che ci permetterà di godere della felicità altrui; e conosceremo tante altre persone.

Quando andremo a godere tutto questo? Non lo sappiamo, perché Gesù verrà come un ladro, non ci ha detto l’ora e il minuto; non sappiamo quando i nostri corpi e le nostre anime si congiungeranno, ma saremo completi in paradiso e loderemo Dio per tutta l’eternità.

Io ho sempre pregato per i sacerdoti, e solo quando sarò in Paradiso vedrò dove il Signore ha applicato tutte le mie preghiere, conoscerò tutti quei sacerdoti (che ormai posso considerare figli spirituali), per cui ho offerto la mia sofferenza, per la salvezza delle loro anime.

Esiste una maternità umana e una maternità spirituale, e la sofferenza offerta per la salvezza delle anime è una maternità spirituale, che come quella umana dona anche delle gioie.

In paradiso staremo bene tutti, ci vorremo un gran bene. Come dice San Paolo, le sofferenze della vita presente non sono niente in confronto della gioia futura, che godremo in paradiso. San Francesco d’Assisi diceva: “Tanto è il bene  che mi aspetto, che ogni pena mi è diletto”.

E’ tutta questione di fede, e io ho tanta fede nel Signore Gesù, so che Lui cambierà tutte le mie sofferenze in gioie, so che le pene di questo mondo non sono paragonabili alla felicità che ci aspetta lassù: allora offriamo le nostre sofferenze per la conversione delle anime, perché possano godere anche loro della visione di Dio.

Il Signore applica le nostre preghiere dove e come vuole Lui: nulla va perduto di ciò che a Lui offriamo. Egli conosce tutta la nostra vita,  i nostri bisogni, ci dà ciò di cui necessitiamo. Lui conosce tutto di noi, i nostri pensieri, anche quelli che non vorremmo avere, perché, ricordatevelo, noi non siamo padroni del nostro cervello,  riusciamo a pensare solo quello che vogliamo, ma abbiamo il cervello pieno di pensieri e di idee che non vorremmo neanche avere e ci danno fastidio. San Francesco di Sales diceva che i pensieri popolano la nostra mente come i piccioni una piazza: se proviamo a battere le mani e a scacciarli, volano via per un po’, poi tornano. Sono pensieri inopportuni e a volte cattivi, ma non è colpa nostra. Siamo fatti di carne ed ossa e, finché non siamo in Paradiso, dovremo subirli come un tormento. Importante è non cercarli, e quando arrivano, subito rivolgerci al Signore con una preghiera: “Signore io ti amo, non voglio offenderti!”.

Ci accorgeremo che, se vengono dalla natura, passano subito. Se invece vengono dal demonio, egli, vedendo che  noi rispondiamo con un atto di amore a Dio, non ce li manderà più. Così le distrazioni: possiamo prendere come esempio Santa Teresa del Bambino Gesù che, ad ogni distrazione, rispondeva con una preghiera, e così ogni situazione finiva col diventare una doppia preghiera, e il demonio la lasciava in pace. Dio è Amore e non sta col fucile puntato a riprenderci per ogni distrazione o sbaglio, ma, come con gli Apostoli, anche con noi avrà tanta sopportazione. (Filippo non aveva ancora capito, Pietro lo ha rinnegato tre volte, Giuda lo ha tradito). Noi abbiamo un Dio che è Amore, Carità, e dove c’è carità e amore, c’è Dio.

Per essere felici su questa terra, per non portare la croce, non conviene mettere a rischio la nostra eternità. Lui è stato onesto, ci ha detto che se vogliamo andare dietro a Lui dobbiamo prendere la nostra croce e seguirlo, ma ci ha anche detto che il suo giogo è soave e il suo peso è leggero e se siamo affaticati ed oppressi, solo Lui ci potrà dare ristoro. Se noi crediamo e abbiamo fede, ci sarà più facile portare le croci della vita, ma se non l’abbiamo o ne abbiamo poca, rivolgiamoci a Lui e gridiamogli: Signore, accresci la nostra fede!

Sia lodato Gesù Cristo
 
Di Admin (del 19/11/2009 @ 15:11:39, in Suor +, linkato 3003 volte)
Catechesi di Suor + a B.A. il 3.2.02 e note di Padre Vittorio

Sappiamo che nell’Antico Testamento c’erano i profeti. Erano, i mistici di allora, coloro che venivano scelti da Dio per comunicare ai loro contemporanei quello che sarebbe avvenuto se non avessero camminato sulla retta via.

 Nel Nuovo Testamento Gesù ha affidato agli Apostoli il suo Vangelo per portare gli uomini alla salvezza. Salendo al Cielo ha dato loro questo comando: "Andate per tutto il mondo e predicate il Vangelo ad ogni creatura: chi crede e si fa battezzare sarà salvo, chi non crede sarà condannato"(Mc 16, 15s). Il Vangelo rivela a tutti gli uomini sino alla fine dei tempi la via della salvezza, e rimane la base stabile della Rivelazione divina affidata al Magistero della Chiesa, ma soprattutto nei momenti di maggiore difficoltà Gesù suscita i suoi profeti per ravvivare la fede della Chiesa nelle condizioni storiche in cui viene a trovarsi. Manda la sua stessa Madre, Regina dei Profeti e Rosa Mistica nelle  apparizioni assai frequenti di questi ultimi due secoli, suscita il dono profetico delle locuzioni interiori, imprime stigmate in anime predilette (Padre Pio, Alexandrina da Costa, ecc.). Profeti sono soprattutto i mistici, persone elevate a una più acuta conoscenza di Dio mediante una più profonda unione con Gesù crocifisso.

   Il dono mistico si sviluppa in direzione del carisma migliore, che è la caritas (1 Cor 13, 13), attraverso fasi di purificazione del cuore che conferiscono una singolare chiaroveggenza spirituale. Sia il dono mistico che la veggenza sono doni gratuiti che Dio concede a chi vuole. Al dono della veggenza, che solitamente avviene tramite i sensi, si può essere elevati senza una particolare preparazione spirituale, come è avvenuto alle Tre Fontane o tra i ragazzi di Medjugorje; alla vita mistica invece si giunge attarverso il crogiolo della Croce. Mediante illuminazioni interiori di indole spirituale, il mistico acquista una più profonda conoscenza delle cose di Dio. 

   Dio che ha scelto i profeti, oggi sceglie i mistici, perché non vuole che il suo popolo viva nelle tenebre, senza conoscere, senza sapere. Vuole che lo seguiamo e stiamo vicini a Lui. 

   Il primo grande mistico del Nuovo Testamento è stato San Giovanni evangelista. Quando le pie donne sono corse dagli Apostoli e hanno riferito che il Maestro era risorto, perché avevano trovato la tomba vuota, anche Giovanni e Pietro accorrono al sepolcro. Giovanni arriva per primo, ma non entra, perché doverosamente soggetto all'autorità del capo degli Apostoli.  Ispirato dal Signore, aspetta e dà la precedenza a Pietro, il primo papa. (I mistici devono avere un’autenticazione dalla Chiesa).

   Abbiamo un’altra prova che Giovanni vedeva le cose prima degli altri: dopo la resurrezione, quando erano sulla barca, è Giovanni che dice "E' il Maestro!", è lui che avverte la presenza del Signore prima degli altri, perché ai mistici è data una luce particolare, per riconoscere la verità.

   Il secondo grande mistico è San Paolo, che dopo la conversione andò tre anni nel deserto, e fu istruito nella fede da Gesù in persona.

   Sia Paolo che Giovanni sono adulti. Paolo, dopo aver riconosciuto d’aver sbagliato, d’essere fuori strada, si ravvede, e Giovanni, una volta che ebbe conosciuto Gesù, è stato di una fedeltà commovente: è l’unico Apostolo che è rimasto sotto la croce.

   La Scrittura ci informa della riluttanza di profeti, che non vollero essere tali: Giona non voleva accettare la sofferenza e la croce, e scappa, ma, quando Dio permise che fosse inghiottito da un cetaceo, e poi vomitato sulla spiaggia di Ninive, capisce e ubbidisce.

  I profeti erano illuminati dal Signore, scelti da Lui gratuitamente, non per virtù propria o perché degni di meritarlo. Così anche i mistici.

   Oggi il Signore sceglie anche dei bambini, per comunicarci qualcosa. La scelta del Signore è inspiegabile. Io avevo tre anni, ero piccola, che cosa potevo fare, che meriti avevo? Nessuno. Anche la Madonna aveva detto che, fra tante ragazze di allora, era stata scelta lei, umile serva di Dio. Anzi, era stata concepita senza peccato, quindi che merito aveva se non esisteva ancora?

   Non lo sapremo mai perché il Signore sceglie una persona e non un’altra, sceglie senza guardare i meriti o le capacità. Ma se questa persona accetta, allora le dona le grazie necessarie per fare ciò che è stata chiamata a fare.

   Ricordiamoci che, fra i chiamati, non tutti accettano, come è successo a Giuda, che era stato scelto da Gesù. Avviene pure che si è chiamati, si accetta, si segue il Signore e poi si devia. Il Signore può chiamare una seconda volta, e può avvenire che alla seconda chiamata si torna a seguirlo più convinti, accettando la sofferenza, la derisione, la persecuzione.


Segnati dalla Croce

   Il demonio cerca di demoralizzare i mistici, adopera tutti i mezzi, tutte le occasioni, per umiliare, per far arrabbiare la persona scelta dal Signore: ma quando si è di Dio, si è uniti a Lui anche nella sofferenza e nella crocifissione.

   Dio ha redento il mondo con la croce, e noi andremo in paradiso mediante la croce: è inutile sfuggire a questa verità. Però Gesù ci assicura: “Venite a me voi tutti che siete affaticati ed oppressi, ed io vi ristorerò, vi consolerò”.

   Quando capiamo che tutto è permesso da Dio, anche la sofferenza e l’umiliazione vengono dimezzate. Tutto viene accettato, se si pensa che anche il Figlio di Dio è stato trattato in tale modo.

   Attraverso l’"Ubi Petrus", quante cose vi sono state dette, da anni, di fatti che succedono adesso! Quante spiegazioni! L’unica cosa che il Signore non vuole farci sapere è l’esatto tempo in cui si avvereranno i fatti. Neanche agli Apostoli diede risposta, quando questi gli chiesero quando si sarebbero avverati i fatti da Lui profetizzati, eppure, come Figlio di Dio, lo conosceva da tutta una eternità.

   Gesù agisce con sapienza. Se sapessimo la data della nostra morte, che cosa faremmo? Lavoreremmo ancora? Faremmo il nostro dovere, giorno dopo giorno, oppure lasceremmo andare tutto? Quanta ansia, quanta paura avremmo in cuore, ma questo il Signore non lo vuole. Vuole farci sapere che queste cose si avvereranno quando Lui vorrà, e per farcelo sapere usa i mistici, persone scelte, secondo la sua sapienza, il suo criterio, la loro preparazione, e non solo le chiama per questa via, ma insegna loro come fare, e dona loro forza e grazie necessarie al loro compito.

   I mistici sono persone umane e, quindi, possono dire “si” o “no”, sono liberi, possono aderire totalmente o solo in parte alla volontà di Dio.

 
Dio non rivela i tempi

   Il Signore dà ai mistici la visione chiara di ciò che succederà, ma senza i tempi di realizzazione: questo li espone ad essere associati alla sua sofferenza, alle umiliazioni, perché siano, in tutto, conformi a Lui, che ha salvato il mondo proprio con la croce.

   Dio sceglie ciò che nel mondo è stolto, per confondere i sapienti, ciò che nel mondo è ignobile e disprezzato e ciò che è nulla per ridurre a niente le cose che sono, perché nessun uomo possa gloriarsi, davanti a Dio. I mistici sono coloro che conoscono a fondo la loro miseria, la loro indegnità e che sono soggetti a fare le cose più tremende e perciò si riconoscono peccatori. Non dobbiamo mai criticare o sentirci migliori di altri.

   Quando insegnavo a Milano, alle ragazze, che facevano apprezzamenti ed esclamazioni di scandalo sulle prostitute, ripetevo che non dovevamo scandalizzarci, ma ringraziare il Signore che ci teneva le mani, sulla testa, per impedirci di peccare. Senza l’aiuto del Signore, forse, avremmo fatto lo stesso. Io stessa quando ero in sanatorio mi sono trovata accanto tre prostitute, che mi hanno aiutata e a cui volevo un gran bene, e memore di quanto Gesù diceva circa i pubblicani e le prostitute, che ci avrebbero preceduti nel regno dei cieli, non mi sono mai sentita migliore di esse.

   Ricordate come Gesù ha trattato l’adultera? Per non metterla a disagio non l’ha fissata negli occhi, ma si è messo a scrivere per terra, e le ha detto: "Va' e non peccare più": Gesù, l’unico senza peccati e che avrebbe potuto condannarla, la lascia andare, ma condanna l’adulterio.

   Perché  l’uomo non viene mai condannato? Eppure l’adulterio si compie in due, ma le leggi erano e sono ancora maschiliste.

   Secondo la legge islamica, l’uomo può avere quante donne vuole, mentre la donna, solo nel dubbio e senza la certezza che abbia tradito viene uccisa… Tutto questo non è giusto!

   Fino a poco tempo fa, le donne valevano poco anche nel mondo occidentale: non avevano il diritto al voto, non era pensabile che una donna fosse ministro di stato. Oggi, invece, hanno acquistato molta importanza nella società.

   Il Signore sceglie le donne (ci sono molte mistiche fra le donne), Dio sceglie ciò che è debole per confondere i forti (i pastorelli di Fatima, Bernadette di Lourdes), sceglie donne, come Caterina da Siena, che, noncurante di ciò che avrebbe potuto dire la gente, andava dai preti ed ha incontrato persino il Papa per persuaderlo a ritornare a Roma, senza preoccuparsi se era o no conveniente, ha intrapreso missioni politiche. Dio ha scelto ciò che nel mondo è ignobile e disprezzato, ciò che è nulla, per ridurre a nulla le cose che sono.

   Tutti dobbiamo riconoscerci un “nulla” davanti a Lui e convincerci che Egli può adoperarci come vuole e che, quando ci usa, siamo strumenti nelle sue mani: è Lui che agisce e opera ed è a Lui che va il nostro ringraziamento. Lui si serve dei mistici o dei veggenti come messaggeri delle cose del cielo.


Mistici e veggenti

   Vorrei, adesso, sottolineare la distinzione fra i mistici e i veggenti. I veggenti sono coloro che vedono la Madonna, ma non sono implicati nella vita dentro, perché l’apparizione è a livello dei sensi, mentre il dono mistico spunta e opera nella  profondità dello spirito.

   Il mistico viene preparato, istruito dal Signore, e soprattutto purificato: è questo che fa la profondità del mistico. Il mistico vede se stesso nei due versanti: umano e divino. Vede se stesso nella Luce di Dio, si confronta sempre con la Luce di Dio, e specchiandosi in questa Luce infinita misura la propria finitezza e i propri difetti.

   A santa Teresa d'Avila Gesù mostrò un bellissimo grappolo d'uva, e la santa ne ammirò la perfezione. Poi Gesù le fece vedere lo stesso grappolo alla luce del sole, e la santa ne vide i difetti. E’ come quando laviamo i vetri: anche se sembrano puliti, alla luce del sole appaiono sporchi e da ripulire. Così alla Luce di Dio il mistico si trova tra due abissi: la perfezione purissima di Dio e le proprie imperfezioni, che appaiono tanto più brutte quanto maggiore è la luce dell'Altissimo. Quando il giovane ricco chiamò Gesù "Maestro buono", Gesù corresse: "Buono è solo Dio", facendoci capire che la sua stessa Umanità, pur essendo perfetta, aveva tuttavia dei limiti, per cui l'Apostolo dice: "Christus non sibi placuit" (     ).

   Noi ci liberiamo dai peccati e dai difetti nella misura che ci santifichiamo. Non il peccatore conosce i propri peccati, ma il santo, e li conosce nella misura in cui si libera da essi. Il peccato è come il cattivo odore: chi ci guazza dentro finisce col non sentirlo più. L'Apostolo dice che gli ebrei sono colpiti dallo spirito di stordimento, come chi prende una legnata sulla testa, quindi non riescono a capire il gravissimo peccato di aver messo Cristo in croce. Così avviene ai gradi peccatori: l'abitudine al peccato toglie loro la percezione della gravità di cadute assai vergognose (pensiamo agl invertiti, che giungono perfino a esaltare la propria condizione e a rivendicare protezioni legali ai loro costumi perversi). 

   La Comunione nelle mani è percepita dai mistici come cosa orribile. Teresa di Calcutta la considera come il più gran male della Chiesa di oggi, ma quanti cristiani, quanti sacerdoti e religiosi, quante suore ne hanno tale percezione?  (...)


I messaggeri di oggi

   I mistici oggi richiamano i fratelli alle verità di fede e ci ricordano che qui, su questa terra, dobbiamo aspettarci ancora molti castighi, che ci siamo meritati, ci siamo attirati addosso in tutte le maniere possibili ed immaginabili, con una vita di perversione, seguendo il disegno massonico, che è satanico.

   Basta guardare la televisione o leggere i giornali per accorgerci di quanto la moralità dei nostri giorni sia diversa da quella di cinquanta anni fa: quanta violenza, pornografia, azioni aberranti, di cui non si riesce neanche a dare una spiegazione.

   Il male è compenetrato nella società a causa del demonio e il Signore non può non permettere i suoi castighi. Noi ci siamo ribellati a Dio e Lui lascia che la natura si ribelli contro di noi con catastrofi di ogni genere, come la siccità di questi giorni. Chi ha fatto un triduo di preghiere per invocare la pioggia? Quale parroco ha indetto preghiere particolari? E’ stata fatta qualche ora di adorazione?

   Siamo ad un punto tale che neanche gli uomini di Chiesa ricordano che tutto ci è donato da Dio, che Lui, volendo, può tutto.

   Siamo sicuri che adesso il Signore farà una grande pulizia su questa terra e non è lontano il trionfo del Cuore Immacolato di Maria. Ma perché succeda questo, c’è bisogno che vinca il bene, la grazia.

   Dobbiamo chiedere perdono per tutti i peccati del mondo e ascoltare ciò che i mistici ci dicono, perché essi vedono il disegno del Signore. Dobbiamo toglierci dalla strada del peccato, cercare di non offendere Dio in nessuna maniera, e se per nostra grande fragilità ci succede, ricorrere alla Confessione, che è il primo grande dono di Gesù. E’un grande sollievo sentirsi dire: “Ti perdono!”. Non è il prete che in quel momento lo dice, ma Dio.

   Abbiamo la Comunione e, quando riceviamo l’Ostia, riceviamo Gesù in corpo, sangue, anima e divinità, perciò riceviamo anche il Padre e lo Spirito Santo. Dobbiamo essere molto devoti all’Eucaristia, dobbiamo trattarla con affetto e amicizia, perché Gesù è il nostro più grande amico, ma non dobbiamo dimenticare che è anche il nostro Dio!

   Quando si riceve l’Eucaristia bisogna fare un atto profondo di adorazione, perché, in quel momento Dio, il re dell’universo, viene nel nostro cuore, e subito dopo dobbiamo fare un atto di amore e di ringraziamento, perché nessuno di noi è degno di ricevere Dio, ma è Lui che, essendo tanto buono, per stare con noi si fa nostro cibo e ci dà forza. Chi mangia la sua carne e beve il suo sangue, avrà la vita eterna; chi invece non fa questo non avrà la vita eterna e sarà come un morto che cammina.

   Dopo avere ricevuto Gesù, dobbiamo cercare di amarlo per tutti quelli che non lo amano e per riparare tutte quelle Comunioni sacrileghe che oggi vengono fatte con tanta facilità.

   Quando siamo col Signore, abbiamo la pace, la tranquillità e la serenità. Se arriva qualche turbamento, ricordiamoci che è l’"altro" che ci disturba, è il diavolo che sta facendo il pazzo, che fa di tutto per trascinarci al male, perché non vuole che andiamo al Signore, non vuole che andiamo in paradiso a godere ciò che lui ha perso per l’eternità a causa della sua superbia.

   Ricordiamoci che tutti i peccati hanno la radice nella superbia. Dio ha scelto i più piccoli, i più deboli (suor Lucia non sapeva né leggere, né scrivere), e sceglie ancora ciò che nel mondo è ignobile e disprezzato. Non dobbiamo tenere tanto alla nostra stima, al nostro onore, alla posizione di spicco nella società, ma considerarci un “nulla”, perché Lui si serve dei piccoli per ridurre al nulla tutte le cose che sono, perché nessun uomo possa gloriarsi davanti a Dio. E' per Lui che noi siamo in Cristo Gesù, per il sangue di Cristo, il quale, per opera di Dio, è diventato sapienza, giustizia, santificazione e redenzione.

   Sapete cosa vuol dire "sapienza"? E' gustare, assaporare la conoscenza di Dio e conoscere, fino in fondo, le verità della fede.

   Non ci può essere pace, senza giustizia, per questo il Santo Padre, che è un grande servitore, un grande amante del Signore, ce la mette tutta, perché si faccia giustizia e ci sia la pace.

   Dobbiamo cercare di essere perfetti, come il Padre nostro, che è nei cieli. Dobbiamo cercare, anche se è difficile e non ci arriveremo mai alla perfezione, perché siamo dei grandi peccatori. Dobbiamo santificarci e redimerci.


Diffusione del dono mistico

   In una visione ho visto il mondo come un globo nero e, poi, accendersi qua e là delle luci che, come tubi al neon, comunicavano fra di loro e tutta la terra ne veniva illuminata e liberata dal buio. Le luci sono i mistici che, rispecchiando la Luce da Dio, la diffondono al mondo. Essi si intendono tra loro, e sono uniti fra di loro. I mistici sono la luce del mondo, e noi dobbiamo ringraziare Dio per tutti i mistici che abbiamo in mezzo a noi, che cercano di aiutarci a salvare l’anima. Dobbiamo anche pregare per loro, perché hanno tanto bisogno di forza, quella che può donare solo il Signore.

   Ricordo che, quando avevo 21 anni, avevo tanto bisogno di Eucaristia, ma la mia superiora permetteva che io la ricevessi solo un giorno sì e un giorno no. Vi assicuro che, quando non veniva il sacerdote, era un Angelo a portarmi l’Eucaristia. Pensate! Dio non mi lasciava mai sola, perché vedeva il mio desiderio e io riconoscevo che senza di Lui ero “niente”.

   Allora mi rammaricavo di non essere nata maschio, perché, se così fosse stato, mi sarei fatto sacerdote. Il Signore, però, mi fece capire che mi aveva creata donna perché la donna ama di più, e da allora non mi sono più lamentata. L’uomo è il principio della vita, ma la donna è più oblativa (purtroppo molte adoperano questa oblatività nel male).

   Dobbiamo sempre fare la volontà di Dio, e io sono ancora qua per voi, per aiutarvi, mentre vorrei essere già in Paradiso, ma se il Signore lo permette, io accetto volentieri, perché Gesù ha passato tutte quelle pene, è morto in croce per noi, per salvarci, e anch’io voglio essere ancora sulla terra per salvare anche una sola anima.

   Sia lodato Gesù Cristo!
 
Pagine: 1
Cerca per parola chiave